Terni: piano di riequilibrio, Di Girolamo: “mi dimetto dopo il ricorso alla corte dei conti”

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Seduta consigliare infuocata, la prima dopo la pausa estiva, quella svoltasi ieri a Palazzo Spada.

Seduta straordinaria con argomento unico il piano di riequilibrio, bocciato prima dell’estate dalla corte dei conti, e sul relativo ricorso da parte dell’amministrazione comunale .

Dopo aver ripercorso le motivazioni che hanno portato alla presentazione del piano di riequilibrio e le successive fasi, il sindaco Leopoldo Di Girolamo, anche a seguito di un incontro con lo studio legale incaricato, che sembra avere in mano gli elementi necessari, si è dimostrato fiducioso sulle possibilità che il ricorso sia accolto.

Il sindaco, invitando tutti i consiglieri, compreso se stesso ad abbassare i toni del dibattito, ha definito il lungo iter come “un atto di trasparenza e di verità senza nascondere nulla, anche le responsabilità dell’amministrazione e delle precedenti” e sopratutto “un atto a tutela del futuro della città e degli interessi dei cittadini” sottolineando come ben 151 comuni italiani hanno già aderito al piano di riequilibrio, e per quanto riguarda i ricorsi alle sezioni unite, circa la metà sono stati accolti
“Il ricorso – ha continuato il sindaco – è un elemento doveroso a tutela dei cittadini, del lavoro fatto e della votazione del consiglio”. “L’augurarsi il commissario solo per ragioni di convenienza politica significa avere lo sguardo corto”.

Il sindaco ha chiuso il suo intervento ribadendo, come già detto in passato, che “all’esito positivo del ricorso, seguiranno le mie dimissioni in aula” e aggiungendo, per quanto riguarda le vicende giudiziarie, che in Italia ci sono tre gradi di giudizio, e non di rado gli esiti, in casi per certi versi analoghi, sono stati favorevoli agli indagati.

La seduta era iniziata con l’intervento del consigliere comunale Cecconi (FdI) che chiedeva, in merito all’atto di indirizzo, sottoscritto da tutte le opposizioni, di procedere con le deliberazioni previste dagli articoli 193 e 194 del Testo unico degli enti locali. Rivolgendosi alla giunta e al sindaco ha detto di considerare “una vergogna per l’intera città il fatto che siate ancora qui”. “La corte dei conti  – ha aggiunto Cecconi – ha scritto censure fortissime nei confronti del piano, che si riassumono nell’aggettivo inattendibile”.  “In quelle 36 pagine della motivazione sono condensati tutti i dubbi e le censure dell’opposizione rispetto a questo sedicente piano di riequilibrio che sembra scritto sulla sabbia”. I toni poi si sono scaldati quando Cecconi, ha apostrofato la maggioranza come “buffoni”, sottolineando come nell’aula “nessuno crede che questo ricorso possa avere speranze di successo. Serve solo a prendere altro tempo”.

La parola è poi passata a Thomas De Luca (M5S) che ha parlato di sensazione di “amarezza e di nausea”. “Quanto ci stanno costando questa paralisi, queste sabbie mobili nelle quali sta scivolando la città?. Che cosa c’è da portare avanti ancora? cosa volete mettere in sicurezza? – si chiede il consigliere 5 stelle – Serve un gesto di sincerità, serve dire che avete sbagliato, che vi mettete da parte, prendendo consapevolezza che un’epoca è finita. L’idea che dopo una eventuale ulteriore bocciatura delle sezioni unite qualcuno pensi di presentare un altro piano – ha concluso De Luca – è da avanspettacolo”.

Di avviso simile anche Enrico Melasecche (IlT), che ha iniziato il suo intervento riferendosi ai toni utilizzati da Cecconi, spiegando come non crede che siano “buffoni, ma qualche responsabilità, in ordine a tutto ciò che è accaduto in questi anni, credo ci sia e che sia evidente”. “Ormai in città è tutto fuori controllo – accusa Melasecche – non c’è capacità di reazione da parte di una giunta che sfugge alle responsabilità”. “Fatti gravissimi passano sulla pelle di chi governa come acqua fresca e anche questo è un segno dello scadimento della cultura civica di questa città. Non c’è senso di responsabilità: mi vergogno per voi”, ha concluso il consigliere d’opposizione.

Federico Pasculli (M5S), è entrato nel merito della discussione, facendo notare come “se un assessore all’urbanistica sbaglia una variante tecnicamente quell’assessore si dimette e dunque se un assessore al bilancio sbaglia tecnicamente un piano di predissesto si dovrebbe dimettere ugualmente”. “Andiamo avanti ad oltranza in una stasi permanente, danneggiando anche l’immagine città che non costituisce più un ambiente favorevole per qualsiasi progetto”.

La parola poi è passata a Pier Paolo Crescimbeni (Gm), “questa situazione comunica un senso di grande tristezza”. “Tanta pervicacia nel tenere le posizioni non è compresa dalla città. La gente si domanda il perché si voglia permanere in questa situazione di fronte al fallimento di tutti gli obiettivi, non solo quelli di bilancio. Spero che quest’incubo per la città finisca quanto prima”.

La risposta della maggioranza è stata affidata a Faliero Chiappini (Ca), che ha ribadito come tutti sono consapevoli “delle difficoltà e della situazione del Comune, oltre che del rapporto con i cittadini, delle situazioni di degrado, delle grandi opere ferme” ma è altrettanto consapevole della serietà con la quale l’amministrazione sta cercando di affrontare la situazione. “Gli sforzi dal giugno 2014 – ha continuato Chiappini – sono stati notevoli e sono state messe in campo attività complesse per risanare la situazione senza alzare la tassazione, e per invertire la tendenza. Quello che stiamo facendo, in quadro profondamente mutato e straordinariamente difficile per gli enti locali, è un tentativo di superare gli squilibri strutturali e se andrà in porto servirà a tutti. In questo senso – ha concluso il consigliere – non ho sentito proposte alternative dall’opposizione”.

Infine parola poi ad Andrea Cavicchioli (Pd), che ha parlato di “un intervento intellettualmente onesto da parte del sindaco”. “Nessuno vuol venir meno alle responsabilità”. “Prima della bocciatura da parte della Corte dei Conti dicevo che scongiurate le conseguenze peggiori e con il piano di riequilibrio approvato si sarebbe potuti andare andare tranquillamente al voto. Secondo me questo è il percorso, lo era e lo è. Credo si sia modificato solo il requisito temporale rispetto a quel percorso, ma non gli obiettivi. Credo pure – ha concluso Cavicchioli – che in questo periodo intermedio abbiamo il dovere di fare al meglio il nostro lavoro nell’interesse della città, anche sulla struttura dell’ente, anche insieme all’opposizione”.

Nonostante i toni accesi, l’atto di indirizzo al cento della discussione, è stato bocciato con 18 voti contrari e 10 favorevoli.

 

 

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