Terni, controlli ittici della Capitaneria di Civitavecchia: multati tre ristoranti orientali

0

controlli-ittici-ristoranti-terni-capitaneria-civitavecchia-terniLa settimana scorsa i ristoranti di Terni hanno ricevuto le visite e i controlli da parte del personale della Capitaneria di porto di Civitavecchia: l’obbiettivo era verificare il rispetto delle norme vigenti in materia di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti ittici. E’ emersa qualche irregolarità.

LE VERIFICHE Nei ristoranti e nei punti di ristoro sono state verificate le modalità di conservazione dei prodotti ittici, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, e la presenza della necessaria documentazione, finalizzata all’individuazione della provenienza del prodotto stesso, ovvero la corrispondenza delle specie somministrate con quelle proposte nei menù.

RISTORANTI ORIENTALI Irregolarità sono state riscontrate in tre locali di cucina orientale riguardanti, nel dettaglio, la mancanza di tracciabilità e l’errata conservazione dei prodotti ittici (conservati in modo promiscuo con altri generi alimentari), destinati al consumo da parte dei clienti. In totale sono stati elevati 5 processi verbali per un ammontare di multe pari a 5.332 euro.

CONTROLLI DELLA CAPITANERIA La Capitaneria di Civitavecchia spiega che “tale attività rientra nel contesto delle più ampie attribuzioni di controllo in materia di pesca marittima che il Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera, assolve in dipendenza funzionale dal  Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Come ribadito con il d.lgs. n. 4/2012, che prevede misure di riassetto della normativa in materia di pesca ed acquacoltura sono, infatti, affidate al Corpo le verifiche su tutta la filiera della pesca, dalla cattura fino alla somministrazione dei prodotti ittici passando per la loro commercializzazione, nonché l’accertamento delle infrazioni alle leggi ed ai regolamenti vigenti in materia. L’obiettivo, perseguito anche nel corso dei prossimi controlli, sarà sempre quello di tutelare il consumatore, garantendo l’interesse pubblico della sicurezza alimentare”.

CONDIVIDI