Terni, Crescimbeni (Gm): “A Terni non è successo niente”

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La butta sull’ironia, il consigliere comunale Paolo Crescimbeni, quando dice che “A Terni non è successo niente”.

“Arresti, sequestri, debiti occultati, bilanci fasulli….il Sindaco e la sua Giunta fanno
annunci trionfalistici di ciò che faranno fino alla naturale conclusione della consiliatura (primavera 2019) prevedendo operazioni complesse e spericolate quali il nuovo piano per il riequilibrio con aumento delle tasse e taglio dei servizi, il piano di crisi complessa, il piano per le periferie, il piano ambientale. Pensate un po’, dopo decenni di governo, un anno e mezzo prima delle elezioni, parlano ancora di piani!! Invece di rendicontare quanto è stato fatto! Sono senza vergogna….” dichiara il consigliere, attualmente facente parte del gruppo misto.

“Ma questo esecutivo a scartamento ridotto  – si chiede Crescimbeni – è in grado di fare queste cose? Dopo tanti fallimenti non era più logico (e democratico) ridare la voce ai cittadini? A fronte di questa nuova bordata di promesse e di impegni c’è una città in sofferenza, il commercio, la rete artigianale, le categorie più disagiate, la organizzazione sanitaria, la salute dei cittadini, le sedi di uffici regionali tutte in fase di trasferimento a Perugia, l’università e non parliamo delle tante cose dismesse e dimenticate. Ecco, questo è il punto. Può questa Amministrazione, con un tragico bilancio di fallimenti alle spalle, gestire e progettare ancora un anno e mezzo di fine consiliatura nel corso del quale dovranno avere luogo operazioni complesse?””Questo forsennato desiderio di restare in sella fino alla fine, animato probabilmente dalla intenzione di fare qualche inaugurazione farlocca della quale poi non si parlerà più, così come accaduto in passato, non rappresenta un pericolo per la nostra città? Per la grande industria, per gli operatori economici i quali tutti vogliono certezze edinterlocutori competenti?”

“Terni ha bisogno di una visione strategica complessiva – conclude il consigliere – di un piano di sviluppo chemetta in sinergia l’esistente con il possibile, una voce forte che si faccia rispettare dal governo regionale e dal governo centrale e non certo di queste pantomine, utili solo a raccogliere qualche coccio e mettere qualche pezza sul malfatto.”

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