Terni, dichiarano falsi rapporti di lavoro con stranieri per far ottenere permesso di soggiorno: 4 denunce

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Ternani che dichiarano, dietro compenso, di avere alle proprie dipendenze lavoratori stranieri al solo scopo di far ottenere agli immigrati un permesso di soggiorno. In totale sono 4 le persone denunciate dagli agenti della terza sezione dell’ufficio Immigrazione della questura di Terni, due italiani e due bengalesi, con l’accusa di falsità materiale commessa da privato e, in un caso, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il primo caso vede coinvolti un ternano di 63 anni e due bengalesi, rispettivamente di 32 e 26 anni. Dalla domanda di regolarizzazione presentata per via telematica, risultava che l’italiano aveva alle sue dipendenze il 26enne bengalese. Quando gli agenti hanno telefonato a casa dell’uomo, per accertare appunto l’esistenza di un rapporto di lavoro, la moglie è caduta dalle nuvole, dichiarando che non solo non avevano mai avuto un domestico, ma che neanche avrebbero potuto permetterselo, dato che sia lei che suo marito erano pensionati ed hanno a carico il figlio disoccupato. Poco tempo dopo la telefonata, il marito si è presentato spontaneamente negli uffici della terza sezione dell’Immigrazione ed ha confermato che era stato proprio lui ad effettuare la domanda di emersione a favore dello straniero  che gli era stato presentato da un altro bengalese che gli aveva promesso un compenso di mille euro a procedura ultimata.

Lo stesso giorno, gli agenti hanno interrogato anche l’altro straniero che ha confermato quanto detto dal ternano, tranne che per il compenso, negando ogni tipo di transazione economica. La pratica, come di consueto, è stata annullata, anche se regolarmente presentata, per la completa inesistenza di un rapporto di lavoro tra l’italiano e il bengalese e i tre sono stati denunciati per falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’altro caso, invece, vede protagonista un’anziana signora italiana, residente in provincia di Terni. Si è presentata alcuni giorni fa all’ufficio Immigrazione dichiarando di aver ricevuto dei bollettini per il pagamento dei contributi Inps nei confronti di due cittadine straniere, che avrebbe avuto alle dipendenze come badanti. La donna, di 89 anni, ha detto agli agenti di non aver mai avuto badanti straniere, ed ha aggiunto: “Sicuramente qui c’è lo zampino di mio figlio”, dato che, ha aggiunto, l’uomo le aveva preso i bollettini, dicendo che avrebbe sistemato la faccenda. Dagli accertamenti e dalle testimonianze raccolte, gli agenti hanno constatato che le domande di regolarizzazione delle straniere, nel 2009, erano state presentate dal figlio, munito di delega della madre, che mostrava la firma della signora completamente diversa da quella reale.

Le straniere regolarizzate in questo modo sono risultate tre: una nigeriana, una francese e una marocchina. Tutte e tre sono state assunte, a sua insaputa, dalla signora ottenendo quindi un regolare permesso di soggiorno. Per le tre straniere, che non hanno mai lavorato a casa della donna, sono state avviate le procedure di revoca del permesso di soggiorno. Il figlio, invece,  su cui pendevano diversi precedenti di polizia, è stato denunciato per falsità materiale.

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