Terni, dirigente scolastica vieta a genitori di accompagnare in classe figlia infortunata e chiama polizia

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una classeStorie di ordinaria follia in una scuola di Terni. Questa definizione, che riprende il titolo di un grande successo dello scrittore Charles Bukowski, è della dirigente scolastica dei licei Angeloni, che ricorre alla citazione letteraria per denunciare una vicenda che appare surreale. La professoressa Michela Boccali racconta infatti che una sua collega ha negato a dei genitori di accompagnare in classe la figlia infortunata arrivando a chiamare in causa le forze dell’ordine. E la motivazione di questo divieto avrebbe dell’incredibile.

LA PREMESSA Boccali, che dirige i licei Angeloni, premette: “Quest’anno tre classi della scuola che dirigo sono state collocate nella sede della Nucula e questo non è piaciuto ad alcuni genitori di quella scuola che hanno fatto ricorso al TAR che, a breve, si esprimerà sulla questione. La decisione di tale collocazione è scaturita da un accordo tra Comune e Provincia di Terni”.

IL FATTO Racconta la professoressa Boccali: “È successo, come spesso capita, che una nostra alunna si sia infortunata e che i genitori abbiano richiesto di poter accedere alla classe dall’entrata principale della Nucula, in quanto il nostro ingresso di pertinenza è dotato di scale. L’autorizzazione è stata negata dalla dirigente della Nucula, per ‘ovvie’ ragioni di sicurezza, ed ha avuto così timore che il suo divieto non fosse rispettato da farsi trovare all’entrata della scuola con tanto di poliziotti”. La dirigente della Nucula avrebbe quindi fatto intervenire la polizia pur di impedire che i genitori aiutassero la propria figlia a raggiungere la classe.

LA RIFLESSIONE La riflessione della professoressa Boccali è un misto di sbigottimento e di amarezza: “Ora io non riesco a capire tali ‘ovvie’ ragioni e mi chiedo: ma che pericolo può rappresentare un padre che accompagna a scuola la figlia infortunata? Ma gli edifici scolastici sono proprietà privata di chi si trova ad usarli o sono patrimonio della comunità? Ma possibile che non si riesca a trovare una soluzione ragionevole ai piccoli problemi quotidiani, senza trattare un genitore alla stregua di un terrorista dell’Isis? Ma soprattutto: sono questi i problemi della scuola?”.

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