Terni, duemila in piazza e saracinesche abbassate: ”Ast non si tocca”. Foto e video della manifestazione

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Un fiume di tute blu, cittadini, studenti e pensionati questa mattina è sceso in piazza in difesa delle acciaierie. Terni ha gridato il suo “No” al piano di Outokumpu che vorrebbe smembrare e vendere a pezzi l’Ast (qui l’articolo). Circa duemila persone hanno sfilato nel corteo partito da viale Brin e al grido di “l’Ast non si tocca, la difenderemo con la lotta” hanno manifestato sotto la sede della Prefettura. Erano presenti anche anche la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. Alcuni negozianti hanno abbassato le saracinesche solidarizzando con i lavoratori Ast.

Mentre una delegazione delle rappresentanze sindacali veniva ricevuta dal prefetto Vittorio Saladino, si è fatta sentire la rabbia degli operai e c’è stato qualche momento di tensione. Un gruppo di manifestanti ha infatti accesso fumogeni e tentato di entrare ma è stato convinto a desistere da rappresentanti sindacali e forze dell’ordine.

VIDEO MOMENTI DI TENSIONE:

“Fino a che non ci sarà chiarezza non si toccherà neanche un bullone in fabbrica” ha ribadito il segretario della Fiom Cgil di Terni Claudio Cipolla al termine dell’incontro con il Prefetto, annunciando che lo sciopero continuerà questa sera dalle 19 alle 22.

LA GALLERIA DI FOTO:

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Nel corso della manifestazione le otto sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl) hanno fatto sapere che la direzione generale per la concorrenza della Commissione europea “si è resa disponibile ad organizzare, come richiesto con una lettera da Cgil, Cisl e Uil, una videoconferenza per approfondire l’ambito dell’acquisizione della Inoxum da parte di Outokumpu”.

Gli stessi sindacati hanno riferito in merito all’incontro avvenuto ieri con le istituzioni umbre in cui si è ribadita la sollecitazione a preservare “l’integrità del sito di Terni in tutte le sue produzioni e articolazioni (Ast, Sdf, Terninox, Tubificio, Titanio), comprese le ditte terze e il sistema degli appalti”. Oltre al “mantenimento del profilo internazionale del sito di Terni, per mantenere inalterato la sua competitività”, nell’incontro istituzioni e sindacati hanno sollecitato la la “salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e indiretti” e la “strategicità delle produzioni ternane per l’Italia e l’Europa”. Infine “é stata rigettata l’ultima proposta presentata alla Commissione antitrust, ritenendo indispensabile e irrinunciabile, rispetto a qualsiasi ipotesi di scenario presente e futuro, il confronto anche con la società cedente per sancire non solo i criteri di vendita, ma anche la vincolarizzazione al progetto di cessione”.

Nel corso della mattina il ministro per gli affari europei Enzo Moavero ha fatto sapere che il governo italiano è “in contatto” con il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia sul caso Terni. Almunia aveva già fatto sapere di aver preso atto della preoccupazione circa il futuro Ast (qui l’articolo). La Commissione, che sta valutando le proposte della Outokumpu, dovrà prendere una decisione entro il 16 novembre.

Catiuscia Marini è intervenuta nel corso della manifestazione affermando che “l’Umbria unita si opporrà a ogni ipotesi che pregiudichi l’integrità del sito industriale di Terni. Le Acciaierie di Terni – ha aggiunto Marini – rappresentano una parte fondamentale dell’industria, dell’occupazione e della storia di questa regione e danno un contributo essenziale alla capacità produttiva dell’Umbria, concorrendo in maniera fondamentale al Pil regionale ed alla sua capacità di esportazione. Oltre a ciò, la Tk-Ast genera un indotto di rilevante importanza per tutto il sistema regionale delle piccole e medie imprese. L’azienda – ha continuato – grazie agli investimenti effettuati in questi anni, è in Italia e in Europa una eccellenza industriale per qualità delle produzioni, professionalità e competenza delle sue maestranze”.

La presidente ha poi voluto ricordare “che la società Outokumpu, dopo aver presentato al Governo italiano e alla Commissione europea un progetto di mantenimento di tutto l’assetto industriale, ha avanzato una proposta che di fatto smembra e indebolisce lo stabilimento di Terni, rendendo incerto il futuro industriale delle Acciaierie. Per questo auspichiamo che il Governo, nel corso dell’incontro che ci sarà tra il Ceo di Outokumpu e il ministro dello Sviluppo economico, chieda alla società di abbandonare questa ipotesi, riaprendo un confronto con le istituzioni nazionali e locali, le parti sociali, nell’interesse non solo delle Acciaierie, ma della realtà siderurgica del Paese”.

Alla manifestazione erano presenti anche i militanti del Movimento 5 Stelle di Terni che in un comunicato esprime “solidarietà ai lavoratori ed all’intera Città di Terni” ma “non intende assolutamente strumentalizzare la situazione”. Il M5S spiega di avere “piena e completa percezione della complessità del problema ed è per tale motivo che si rende disponibile a programmare una serie di incontri dove si invitano a partecipare i cittadini, gli operai, esperti, studiosi e chiunque possa contribuire ad aumentare conoscenza del problema in considerazione del fatto che lo ‘spezzatino della filiera dell’acciaio’ che si sta prospettando non riguarderà solo la città di Terni ma avrà delle ricadute a livello nazionale”. Il M5S afferma quindi di aver partecipato silenziosamente alla manifestazione: “Non vedrete nostri striscioni o bandierine niente di tutto questo. Le preoccupazioni dei lavoratori e delle loro famiglie sono le nostre preoccupazioni e riguardano da vicino il loro, come il nostro, futuro”.

Qui altri brevi video: http://www.youtube.com/user/TerniOggiIT

Qui le reazioni e i commenti a sciopero e manifestazione: https://www.ternioggi.it/sciopero-e-manifestazione-per-ast-le-reazioni-di-girolamo-chiediamo-rispetto-vendola-via-crucis-siderurgia

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  • Pedrorodriguez84

    Qualcuno ancora si illude e si ostina a pensare che a questa situazione ci sia una via di uscita.
    Però bisogna convincersi che a livello Europeo i giochi sono già fatti da tempo , e siccome come Paese in quell’ambito contiamo ZERO , il destino dell’AST è quello della lenta agonia e della scomparsa dal già povero panorama industriale Italiano .
    Grazie prof. Monti , ci hai fatto fare shampoo e permanente senza intervenire su questo e su altri analoghi problemi ( Taranto docet ) , d’altronde cosa vuoi contare quando il nostro Paese è gestito a tutti i livelli da politici ladri ed è stato consegnato alla manipolazione della criminalità comune.
    La Grecia anche da noi oramai è dietro l’angolo, gli elicotteri della Troika stanno per atterrare come ad Atene , saranno tempi duri per tutti!!!! 

  • Paolo Collodi

    La siderurgia italiana è in crisi perchè i cittadini italiani incominciano a rendersi conto dei costi ambientali e sanitari dell’industria pesante, ed al tempo stesso (con grande fatica) non mollano sui dirtitti contrattuali. Altrove, a causa di santaglobalizzazione, non è così e allora per  chi se lo può permettere, meglio sloggiare.

    Ormai, quello che bisogna chiedere, oggi e a gran voce, è un ACCURATO piano di de-industrializzazione che punti sui servizi, sull’artigianato, sull’agricoltura e, non ultimo, sulla riparazione e restauro di ciò che oggi consideriamo merce e che dovremmo imparare a considerare sempre più un bene.
    Tutto ciò, oltre che per motivi ambientali anche per evitare che fra dieci anni a Terni ci si trovi con 2000 operai in cassa integrazione, 500 esodati e altrettanti giovani senza alcuna opportunità lavorativa.

    Taranto docet.

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