Terni, ex coop Aidas, Uil: ”Stipendi a rischio a causa di errori gestione commissariale”

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residenza protetta Collerolletta Aidas“Chi ha lavorato non è stato pagato, chi invece non ha lavorato dovrà essere pagato. Roba da non crederci ma quando si tratta di Aidas c’è da aspettarsi anche questo”. A scriverlo è la Uil di Terni che da tempo segue le vicende di una delle più grandi cooperative di Terni, ormai in liquidazione dopo grandi travagli.

Ricorda la Uil che la Coop Aidas è stata messa in liquidazione coatta amministrativa con decreto Ministero dello Sviluppo Economico il 6 marzo 2014 e ciò pose anche fine allo sciopero della fame di 26 giorni, che era in corso proprio in questo periodo un anno fa, attuato da tre lavoratrici e dal segretario della Uil di Terni Gino Venturi. Quello sciopero mirava a salvare l’azienda assicurando la continuità con una struttura, la residenza protetta di Collerolletta che oggi in effetti funziona a pieno regime garantendo posti di lavoro sicuri e stipendi regolari a 60 lavoratrici.

Il punto, spiega il sindacato, è che oggi resta aperta la questione del pagamento di molte mensilità pregresse a una settantina di lavoratrici che hanno lavorato per mesi senza prendere lo stipendio. La questione è in mano alla gestione commissariale che però, secondo la Uil, ha commesso degli errori, rendendo ancora più difficile la possibilità che i pagamenti avvengano.

La Uil spiega in dettaglio cosa sarebbe accaduto: “Due lavoratori ex Aidas erano stati licenziati dalla Soc. Coop. Aidas in Lca, con effetto immediato, subito dopo l’insediamento del commissario (in data 28/03/2014 l’uno e 31/03/2014 l’altro) essendo ‘venuto meno il rapporto fiduciario’. Secondo quanto comunicato dalla gestione commissariale della dott.ssa Marcella Galvani, in base alla quale il contratto di lavoro doveva intendersi risolto dalle suddette date, i due non hanno più potuto, loro malgrado, prestare attività lavorativa. Persero anche lo status di socio, con evidenti ripercussioni su tutte le vicende successive. Entrambi hanno però contestato la mancanza di preavviso, infatti l’art. 20 del Ccnl dei dirigenti del settore stabilisce sette mesi di preavviso per anzianità di servizio fino a due anni ed ulteriori quindici giorni per ogni successivo anno compiuto di anzianità. Naturalmente hanno correttamente fatto valere i loro diritti stabiliti dal contratto nazionale. A sbagliare è stata la gestione commissariale che non aveva  applicato correttamente quanto disposto dal contratto”.

Prosegue Uil: “In seguito al coinvolgimento dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Inps, la coop Aidas in Lca ha provveduto successivamente ad emettere buste paga in favore dei due lavoratori, senza però nel frattempo aver ricevuto alcuna prestazione lavorativa in cambio poiché aveva ritenuto che il rapporto doveva ritenersi risolto immediatamente senza preavviso. Pertanto la coop Aidas dovrà sborsare oltre 50 mila euro per ciascuno dei due senza però, non avendoli fatti lavorare, aver ricevuto alcuna prestazione in cambio. Il netto per i due lavoratori è naturalmente molto inferiore. Sia chiaro, i due interessati hanno solo fatto valere i loro diritti”.

Il pasticcio denunciato dalla Uil sarebbe condito anche da una beffa: “Dette somme, in base al principio generale della legge fallimentare (visto che attengono a debiti contratti per l’amministrazione e per la continuazione dell’esercizio autorizzato dell’impresa), dovranno essere pagate in prededuzione, ossia prima di tutto e ancor prima dei crediti dei lavoratori subordinati maturati sino alla messa in liquidazione”.

“Insomma – scrive Uil – un ‘errore’ della gestione commissariale che rischia di penalizzare decine di lavoratori che hanno lavorato per mesi senza ricevere lo stipendio e che ora potrebbero vedersi allontanare ancora di più la possibilità di recuperare somme adeguate a causa dell’aumentata insufficienza dell’attivo che potrà essere liquidato”.

Per il segretario di Uil Terni, Gino Venturi, “è assurdo che il Ministero dello Sviluppo Economico non intervenga con un più efficace controllo sulla gestione commissariale, magari attraverso un Comitato di sorveglianza già chiesto da numerosi lavoratori. Intanto sarebbe comunque interessante conoscere quanto costa la gestione commissariale che rispetto ad alcune operazioni suscita non poche perplessità”.

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