Terni, Festa della Musica 2013, il programma

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Festa della MusicaDal 20 al 28 giugno anche a Terni è in programma la Festa della Musica 2013. Si comincia con due giorni dedicati alla musica popolare e si proseguirà con le iniziative artistiche Miniatures e Mediterranea, entrambe presso il Caos.

IL PROGRAMMA:

Musica popolare. Il programma prevede per giovedì 20 giugno alle ore 17 “Migrazioni al femminile, un the sulla creatività”, l’incontro con Ensemble B’Net Hourariyat, gruppo vocale femminile del Marocco. Alle ore 17,30 la progettazione di un laboratorio di moda multietnica. Alle ore 21,30 “Le voci magiche del Mediterraneo”, spettacolo di Lucilla Galeazzi con la partecipazione di cantanti provenienti dalla Sicilia, Lazio, Puglia, Campania e con la partecipazione del Ensemble B’Net Hourariyat del Marocco.

Venerdì 21 giugno, alle ore 22, la “Festa italiana di Carnevale e di Maggio”, un altro spettacolo di Lucilla Galeazzi che questa volta ripropone il reperto delle feste italiane. E’ prevista la partecipazione di Nando Citarella e di altri artisti specializzati nella musica popolare. L’ingresso è gratuito per tutti gli appuntamenti.

Per l’assessore alla Cultura del Comune di Terni, Simone Guerra, si tratta di “due serate molto ricche, che mettono insieme il territorio e le esperienze internazionali. Un programma di ampio respiro che vuole riproporre la musica popolare di varie regioni italiane, collegarla alla musica del Mediterraneo, in particolare del Marocco e che vuole essere soprattutto una festa all’insegna della musica quale strumento di integrazione. Abbiamo deciso di dedicare questo appuntamento a Valentino Paparelli, recentemente scomparso, che con il suo lavoro di ricerca e di studio ha restituito memoria ed identità a un intero territorio”.

Mediterranea. A partire alle ore 19:00 del 21 giugno, sarà aperta la mostra Mediterranea: presso il Caos saranno esposte le opere di sei artisti vincitori del bando Mediterranea 16. Gli artisti in questione, dal 10 al 23 giugno, sono stati ospitati in residenza proprio presso il Caos dove hanno trascorso due settimane sviluppando nuovi progetti site specific ispirati al territorio con il coinvolgimento diretto dei cittadini e di alcune professionalità locali: gli artisti hanno infatti percorso le strade della città in cerca di ispirazione e materiale di ricerca, ed hanno anche collaborato con studenti e professionisti. La mostra sarà visitabile fino al 1 settembre, ingresso libero.

Gli artisti ospitati in residenza al Caos sono:

Charbel Samuel Aoun, artista multidisciplinare libanese, ha un master in architettura. Dedito alla scultura e pittura, paragona le sue opere a una sinfonia di emozioni e gesti, trasformandole in uno spazio di vita.

A Terni ha sviluppato un progetto sulle memorie private di alcuni anziani conducendo interviste in città : esito finale è un’installazione titanica che ha per protagonista una ruspa che tiene tra le braccia alcuni oggetti abbandonati legati ai ricordi emersi dai racconti stessi che sarà possibile ascoltare.

Seckin Aydin è un artista multidisciplinare turco. Argomento della tesi di dottorato fu l’effetto della globalizzazione sull’arte e l’identità culturale. Oggi, continua a studiare il rapporto tra la cultura di massa e le tradizioni culturali locali, focalizzandosi sulla propria terra d’origine.

In questa prospettiva, a Terni ha tratto ispirazione dai tombini, dalla molteplicità di immagini e messaggi che la città sembra lanciare creando un collegamento tra il nostro passaggio e la città del sottosuolo: per questo ha giocato con il passaggio delle persone sui tombini registrandone il tracciato su tela, come una mappa immaginaria da esporre in un contesto irriverente.

Teodora Nikcevic è un’artista visiva montenegrina. Nei suoi lavori è presente una fusione di elementi autobiografici e di finzione; utilizza esperienze intense e private ricostruendole in situazioni irrazionali e assurde.

L’intimità dell’esperienza privata è al centro anche del progetto per Terni, ispirato alla solitudine di una sala cinematografica vuota dove la luce è letteralmente posta sul pubblico, spingendoci delicatamente a sentire la nostra posizione.

Marco Monterzino è un designer industriale di Torino. Il suo lavoro mostra sempre qualità etnografiche e narrative tali da attirare l’interesse di diverse istituzioni culturali. La sua ricerca si concentra sulle nozioni di diversità, di spazio pubblico e sulle narrazioni della protesta.

A Terni, ispirandosi ai recenti fatti di cronaca, ha portato avanti una riflessione sul potere e la responsabilità civica di ogni individuo analizzando, al di là di stereotipi e strumentalizzazioni, la differenza e i punti di contatto tra cittadino e istituzione. La sua ricerca ha portato alla produzione di un oggetto icastico e concreto di cui hanno fatto esperienza alcune persone nel corso di interviste negli spazi pubblici.

Ahmed El Gendy, artista visivo e performer egiziano, utilizza la danza, il corpo e la performance come mezzi espressivi, rivolgendo la sua ricerca soprattutto verso l’universo dei segni e della comunicazione.

Continuando la sua ricerca sulle barriere da oltrepassare per un’autentica comunicazione, ha elaborato nel corso della residenza una performance che sfrutta il punto di vista del pubblico dando vita con semplii tessuti ad una scacchiera ideale del suo agire.

Miniatures. Miniatures è in programma al Caos il 21 giugno alle ore 21.30 e il 22 giugno alle ore 19.00 e alle ore 21.30. Si tratta di un progetto di residenza artistica internazionale su sviluppo quinquennale (2008-2013) prodotto da L’Officina – atelier marseillais de production in coproduzione con Indisciplinarte con l’intento di creare dialoghi e scambi tra artisti del bacino del Mediterraneo.

I lavori, accomunati dalla caratteristica del formato breve – “miniature” appunto – e incentrati sul tema dell’Amore, saranno presentati a Terni in anteprima in vista della tappa finale di Miniatures che si terrà in agosto a La Friche Belle de Mai di Marsiglia nel quadro del Août en Danse, focus organizzato da Marseille-Provence 2013, Capitale europea della cultura. A Marsiglia, sarà anche presentato il catalogo dedicato ai cinque anni di Miniatures edito da Indisciplinarte, principale partner non francese dell’intero progetto. Ciascun itinerario avrà una durata di circa 15/20 minuti ciascuno.

I cinque artisti che saranno presentati a Terni sono:

Yendi Nammour (figlia di padre libanese e madre austriaca), danzatrice/interprete e insegnante di danza contemporanea ha studiato al Conservatorio di Vienna, al CDC di Tolosa (Centre de développement Chorégraphique) e al Takween–BCDC di Beirut (Beirut Contemporary Dance School). Dal 2003, lavora con numerosi coreografi contemporanei come Virginia Heinen, Christine Fricker, Zéline Zonzon, Doris Stelzer, Marco Berrettini, Anne Le Batard e altri nomi di rilievo. Nel 2012 collabora con la coreografa danese Jens Bjerregaard (Mancopy) per la creazione di Every last breath in Libano. Yendi, dal 2010, prosegue la propria ricerca coreografica fra l’Europa e Beirut e ha creato l’assolo The day I started sticking pieces of tape all around…

A Terni presenta Loups Of Various Emotions di cui dice:

…ecco quello che io chiamo il ciclo delle storie d’amore. Una storia inizia, esiste, poi molto spesso, finisce. Con questo non voglio dire che non io non creda nell’amore eterno, che è possibile per qualcuno di noi. Ma molto spesso continuiamo a riproporre questo circolo, alla ricerca di qualcuno che ci farà vibrare nel più profondo di noi stessi. Più di una volta mi sono sentita dire che non ero fatta per le relazioni amorose, che non erano per me. Ma nonostante le numerose pene d’amore e i momenti di grande dolore, io ci ricasco ancora e ancora, alla ricerca del grande amore. Ciascuno di noi conosce questo circolo, queste montagne russe che ti portano al settimo cielo e ti fanno crollare nella più cupa sofferenza. Ma quello che penso sul carattere ciclico di queste storie d’amore (che è al centro della mia ricerca) e che voglio mostrare in questa “miniatura”, è lontano dall’essere cupo. Io credo infatti che tutte queste storie d’amore che abbiamo l’opportunità di vivere, inclusi i momenti difficili, ci fanno crescere, ci arricchiscono donandoci la profonda sensazione di essere vivi.

Mihran Tomasyan si è diplomato nel 2001 al Department of Modern Dance alla Mimar Sinan Fine Arts University. Completa la sua formazione di danzatore in Francia, al Centre National de Danse Contemporaine nel 2002. Ha danzato con Rebecca Lazier in America e in Canada nel 1999; con la Yard Dance Group al Marthas Vineyard Island nel 2000. Lo stesso anno, danza anche al New York Downtown Festival. In Turchia, ha lavorato con le coreografe Aydın Teker e Tugçe Ulugün Tuna. Nel 2003, da quando danza alla Gümrü Biennial in Armenia inizia a costituire la compagnia di danza Cıprak Ayaklar Kumpanyası. Balla anche con le compagnie di danza As Palavras in Belgio e Sasha Waltz in Germania. Lavora con le compagnie Cre-Ange a Parigi (2002-2006), e Da Motus in Svizzera. A Instambul lavora con la compagnia Çıplak Ayaklar Kumpanyası sul movimento e la danza accompagnate da video e installazioni.

A Terni presenta Fallen words di cui dice:

Se io scuoto le tue lettere per far cadere le bugie, non resta che un foglio bianco. Non cercare di raccogliere le parole e metterle insieme: insieme, non significano più nulla. “L’amore” è dietro l’angolo, “la pelle” è nel lavandino, “la mancanza” è bloccata dietro il radiatore, “baciare” è sul tappeto e “ancora 5 minuti” è volato fuori dalla finestra …Conserva quello che vuoi.

Maria-Cristina Rizzo, danzatrice, interprete, coreografa, risiede a Firenze. E’ una delle figure emblematiche nel campo della ricerca coreografica in Italia. Studia a New York, dove ottiene il diploma alla Martha Graham of Contemporary Danse e successivamente frequenta i masterclass di Merce Cunningham e Trisha Brown. Ha collaborato con diverse piattaforme artistiche come il Teatro Valdoca, Aldes, Stoa / Claudia Castellucci, MK, Virgilio Sieni Danza, Santasangre. E’ co-fondatrice della compagnia Kinkaleri per la quale si occupa della creazione e pianificazione di tutte le loro produzioni dal 1995 al 2007. Nel 2001, diventa membro attivo del gruppo di ricerca Open, con il quale crea Variazione N º (2007) e Le Sacre du Printemps di Igor Stravinsky (2008). Dopo il 2008, intraprende una carriera da solista dedicandosi alla coreografia sperimentale. Porta avanti la sua ricerca corporale e intraprende il progetto coreografico Dance N. 3 (2009) con scambi sulla scrittura del corpo con i coreografi Eszter Salamon,Michele Di Stefano et Matteo Levaggi, la performance Ahah (2010), la performance/conferenza Ex/Porno (2010), l’assolo di danza Invisible piece (2011) e Voice over (creato in collaborazione con Eszter Salamon). Le sue produzioni più recenti: Micro-dances with a trained dog (2011), Loveeee e l’ebook Loveeee journal, Hotel dance room international 2, No tengo dinero or the unpredictable technology of my mind, Critical Cab (F.I.S.Co.11) e Instruction Series III/Orang Orang. Attualmente sta lavorando a The rite of spring fear and loathing in Las Vegas (versione solo) e a una nuova creazione per l’Ater Balletto.

A Terni presenta A charming lover di cui dice:

C’è la grazia della mano.

Ogni falange porta un migliaio di diverse soluzioni, flessioni, torsioni, curve indefinite, movimenti impercettibili. E’ un gioco d’afferrare o catturare qualcuno o qualcosa senza possederla.

C’è la grazia del moto perpetuo.

Una disposizione cinestetica dell’interiore verso l’esteriore e dell’esteriore verso l’interiore, senza sforzo o contrazione.

C’è la grazia della latenza che coagula in uno spazio minimo.

C’è la grazia della ottusità in una forma.

Come la massima ostensione.

C’è la grazia di alcune farfalle che possono mimare delle foglie morte.

E c’è la grazia di alcuni uccelli che possono rimanere aggrappati ad un’estetica del trillo.

La, la-la, la-la, la-la, quest’uomo affascinante, Oooh, quest’uomo affascinante…!

Jean-Marc Fillet dopo aver studiato al conservatorio d’arte drammatica a Marsiglia dal 1989 al 1991, non ha mai smesso di sperimentare e di cercare nuovi orizzonti. Lavora come attore, nel 1992 con la Cie l’Egrégore di Ivan Romeuf intraprendendo una collaborazione che dura tutt’oggi. Nel 1994 incontra William Petit (Cie Rialto), fa i suoi primi passi nella danza contemporanea e frequenta svariati corsi con coreografi come J. Nadj, H. Maalem, C. Blaise, G. Sorin, J. Hamilton, R. Giordano. Si unisce al collettivo Ex nihilo, diretto da Anne Le Batard e J.A Bigot, con il quale va in tournée in Francia, in Europa e nel mondo. Si unisce alla costituzione della Cie La Liseuse con G. Appaix, partecipa a performance con F. Ruckert (Ring, Love zoo), Lynda Gaudreau (Lucky Bastard) e crea una “circo-danza” con la Cie Nö di Jutta Knödler (Présents).

Nel 1997 recita con il Théâtre de Cuisine di C. Carrignon (Opération Jules Verne) e ritrova questa compagnia nel 2002 con Katy Devilleper una creazione di teatro-danza (Curieuses!).

In continua oscillazione fra il linguaggio corporale e verbale, nel 2003 realizza la sua prima messa in scena Just Hamlet di S. Valetti per “Les Informelles” al Bernardines Theatre e firma il suo primo assolo Bellua Videns per il festival Dansem nel 2004. Nel 2009, sotto l’egida della struttura Opus Time, sviluppa progetti ibridi fra danza, performance e teatro. Presenta, con Yves Miara TRAGEDY Solo3 (Bancs Publics) e nel 2011 ritorna al linguaggio con un adattamento di testi di Valère Novarina Théâtre des paroles sottotitolo J’leur montre comme je meurs.

A Terni presenta Chair(s) di cui dice:

Due sedie una di fronte all’altra

Aspettando l’Altro

Che si sieda

L’incontro

L’istante

Dato dall’Altro

Lo scambio

La fiducia nell’Altro

La connessione o non

Fin dove lo si può spingere

La relazione

Procedendo per seduzione

Fare una danza

Muoversi

Passare all’azione

All’emozione

Movimenti

Pulsione, repulsione

Desiderio

Niente

Parlare

Le parole

Possono sorgere

Una storia

La storia

Del tempo

Due di noi

Aspettare

Aumentare

Partire

Aspettare l’Altro

Di nuovo

Il passaggio

Lo scherzo

L’intimità

L’Altro

Taoufiq Izeddiou ha cominciato con la boxe, il teatro e l’architettura prima di dedicarsi alla danza. Formatosi in Francia e Marocco, il suo incontro con Bernardo Montet è determinante. Collabora otto anni al suo fianco e in parallelo porta avanti la sua lotta a favore della danza nel suo paese natale: il Marocco. Nel 2001, crea, con il sostegno di Bouchra Ouizguen e Said Ait El Moumen, la prima compagnia di danza contemporanea in Marocco, Anania. Nel 2003, mette in piedi la prima compagnia di danza contemporanea temporanea “Al Mokhtabar” a Marrakech. Ottiene nel 2007 il suo diploma in danza contemporanea. Organizza nel 2012 una nuova compagnia professionale temporanea “Almokhtabar II”. Le sue creazioni si fanno notare nei più grandi festival come Word Music Teater nel 2004/05 in Olanda, Montpellier danse nel 2006, gli Incontri Coreografici Internazionali di Seine-Saint-Denis nel 2008, festival Dancing on the Edge e festival Panorama nel 2011, il festival TransAmériques nel 2012 e una collaborazione artistica con Boris Charmatz.

La sua pièce di gruppo Aataba (2008) è stata presentata nel 2001 in Brasile. Aaleef è tutt’oggi in tournée in Europa. La sua ultima creazione è Rev’Illusion. Izeddiou propone da sette anni, in collaborazione con la compagnia Anania, il festival internazionale di danza contemporanea a Marrakech.

A Terni propone Jabidia di cui parla così:

L’amore è a volte un’attrazione reciproca che arriva con forza. Resta allora da capire delicatamente come rompere gli incantesimi. Ripiegate saggiamente su loro stesse, le leggi di gravità diventano ormai tutte relative e in questa strana assenza di peso si evocano e si richiamano fisicamente dei fantasmi come si canta e si danza sulle tracce dell’Altro. Fino ad arrivare ad un’ impossibile sparizione.

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