Terni, Fontana piazza Tacito, mosaici irrecuperabili, Città Futura: ”Imperdonabile”, TernIdeale: ”Rifacimento tal quale”

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cantiere Fontana piazza TacitoRestauro o completo rifacimento dei mosaici all’interno della vasca: il destino della Fontana di piazza Tacito sarà deciso il prossimo 9 gennaio. Per quella data è infatti in programma un vertice tra il Comune di Terni, la Sovrintendenza e la Fondazione Carit. Nel frattempo, dopo la notizia dell’irrecuperabilità dei mosaici, troppo deteriorati a causa di un errato metodo di pulitura perpetrato per anni, si è aperto il dibattito su cosa fare e si sono accese le polemiche nei confronti dell’Amministrazione comunale.

La prima associazione a dire la propria (oltre che a diffondere la notizia dell’irrecuperabilità dei mosaici) era stata Italia Nostra, secondo cui, se la Fontana rappresenta ancora un simbolo della città, sarà necessario “fare di tutto per restituire la forma ideale al monumento che però dovrà godere di maggior rispetto a cominciare dallo spazio che lo circonda, piazza Tacito”.

La lista civica Terni Città Futura in passato aveva più volte denunciato le gravi condizioni in cui versava la Fontana ed oggi giudica “imperdonabile la responsabilità politica di chi ha prodotto questa situazione”. Per l’associazione TernIdeale è giusto comprendere quali errori di manutenzione siano stati commessi in passato per evitare di ripeterli in futuro quindi si dovrà provvedere al “rifacimento fedele, seppur ex novo, dei mosaici di Cagli di cui Terni possiede i disegni originali del 1936”. I cartoni dei mosaici sono infatti conservati nella sede della Fondazione Carit.

Terni Città Futura. Il comunicato della lista civica Terni Città Futura: “La fontana di Piazza Tacito è stata letteralmente lasciata marcire nel più completo e totale degrado, i mosaici sono stati materialmente devastati senza che si facesse nulla per rallentarne o evitarne il degrado.

Adesso, come se ce ne fosse stato bisogno, uno studio pagato migliaia di euro serve a certificare che i mosaici, così come sono ridotti, sono irrecuperabili.

L’attuale amministrazione si fa vanto di aver trovato i fondi per il restauro quando dovrebbe vergognarsi di essere intervenuta quando ormai la fontana era ridotta ad uno stato comatoso. Come sempre la manutenzione e la cura quotidiana sono delle chimere, i soldi pubblici sono utilizzati sempre come merce elettorale, per distribuire favori o per interventi sensazionali che poi si rivelano inutili perché nessuno provvede all’ordinaria manutenzione ed alla quotidiana conservazione.

La nostra è stata una delle poche voci che si è sempre levata per denunciare il progressivo degrado e l’abbandono della fontana; ma la nostra è stata la voce di chi urla nel deserto, nessuno si è degnato di intervenire in tempo per cui dopo il restauro fra alcuni mesi avremmo una fontana profondamente diversa da quella che conoscevamo. Il pennone è stato totalmente sostituito da uno con caratteristiche estetiche e dimensionali completamente differenti dall’originario ora apprendiamo che per i mosaici si dovrà procedere a un totale rifacimento non si sa bene secondo quale disegno. La fontana originaria è stata distrutta dalla furia della guerra, negli anni 60 è stato possibile realizzare un restauro d’autore, visto che erano ancora in vita gli artisti, poi quel manufatto è stato lasciato completamente deperire ed oggi ci apprestiamo ad un restauro senza alcuna idea precisa di quello che sarà il risultato finale; come al solito l’improvvisazione e la mancanza di una visione prospettica sono la cifra di una classe dirigente priva di spessore che manca totalmente della capacità di immaginare quale città si intende lasciare alle generazioni future.

Rimane l’imperdonabile responsabilità politica di chi ha prodotto questa situazione, al fatto che nulla rimane degli pregiati mosaici del Cagli; nulla c’è più da restaurare e dunque salvare; è grave e ingiustificabile.

Una città che continua a vedere frustrate le ambizioni di moderna città europea, che perde pezzi pregiati e vede i suoi simboli trascurati e lasciati marcire, tanto per citare la triste agonia del Mercato Coperto, di Villa Palma o del complesso monumentale di Colle dell’Oro, del Teatro Verdi; un elenco fin troppo lungo che da la cifra della inadeguatezza di questa classe dirigente”.

TernIdeale. Il comunicato di Ternideale: “Quando la fontana monumentale di piazza Tacito venne restaurata nel 1995 si ricorse anche alla consulenza di una ditta specializzata di Ravenna, e in considerazione dell’importante intervento eseguito con ogni probabilità il Comune di Terni avrà predisposto anche un accurato disciplinare per gli interventi manutentivi da eseguire sul manufatto negli anni a venire. Alla luce di quanto era già evidente anche ad occhio nudo da ogni singolo ternano e confermato dalle ultime notizie di stampa, viene da chiedersi se questo disciplinare sia stato mai seguito, e se no perché. Ciò più al fine di capire nel profondo i motivi che hanno portato allo status quo che non per individuare colpe o responsabilità in ogni caso da determinare, non fosse altro per evitare il ripetersi di errori passati.

Una volta chiarito, dunque, il percorso manutentivo seguito dalla fontana di piazza Tacito dal 1995 in poi e data per scontata l’obbligatorietà “civica” di un pieno e fedele recupero artistico-architettonico-urbanistico del monumento e della sua piazza, resta da individuare la migliore scelta progettuale che non potrà prescindere da due condizioni “sine qua non”: 1) il rifacimento fedele, seppur ex novo, dei mosaici di Cagli di cui Terni possiede i disegni originali del 1936; 2) lo studio approfondito e dettagliato delle tecniche di esecuzione. A ciò sarebbe opportuno si affiancasse una terza condizione, quella che veda il recupero artistico e architettonico della fontana monumentale inserito in un più ampio progetto di recupero funzionale e urbanistico dell’intera piazza.

Detto già dei disegni originali, il rifacimento ex novo dei mosaici di Cagli è possibile anche dal punto di vista economico, perché già in occasione del restauro del 1995 si evidenziò come i costi di un intervento complessivo e profondo fossero dello stesso ordine di grandezza dei singoli interventi parziali per i quali necessitano maggiori accortezze, tecniche e professionali. Tale operazione, tuttavia, acquisirà un maggior valore artistico e culturale qualora inserita nel pieno recupero della funzionalità originaria della fontana e della piazza Tacito così come interpretata nel 1936 da Mario Ridolfi, Mario Fagiolo e dallo stesso Corrado Cagli.

A meno che non vi siano particolari ragioni amministrative o tecniche che lo impediscano (ragioni a oggi ignote ai più e che, invece, dovrebbero essere illustrate con chiarezza una volta per tutte) è assolutamente indispensabile ripristinare il logico e coretto senso di marcia dei veicoli tutto intorno alla fontana. Sarebbero altresì auspicabili il recupero architettonico, magari attraverso la potatura degli alberi a parallelepipedo, e quello urbanistico di una piazza quale luogo di aggregazione, eliminando il parcheggio di fronte alla Banca d’Italia a favore di uno spazio pronto a ospitare, quando indispensabile, installazioni di qualità”.

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