Terni, il flop del Caos: Trenta (M5S) rivela i numeri fallimentari dal 2009 a oggi

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Caos TerniDal 2009 ad oggi il Caos è stato un totale fallimento: è quello che emerge dai numeri rivelati questa mattina dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Angelica Trenta. L’argomento è stato affrontato nel corso del Consiglio comunale in cui erano all’ordine del giorno due atti di indirizzo sul bando per l’appalto dei servizi museali: un appalto quinquennale da oltre due milioni e mezzo di euro per la gestione del Caos, (oltre che di Carsulae, l’anfiteatro e dei servizi correlati). Le mozioni, presentate dall’opposizione, sono state bocciate.

Come noto il sistema museale dal 2009 ad oggi è stato gestito da un Ati composta da Civita, Indisciplinarte, cooperativa Kairòs, Sistema museo, cooperativa Actl, cooperativa Alis e Silvana editoriale. In particolare la gestione del Caos è stata spesso al centro di critiche e polemiche ma fino a questa mattina non erano mai stati resi noti dati e numeri ufficiali. Lo ha fatto Trenta: “Ci siamo presi la briga di fare diversi accessi agli atti per comprendere oggettivamente se il concessionario che aveva vinto il bando nel 2009 avesse adempiuto agli obblighi previsti nel bando”.

OSTRACISMO DEI DIRIGENTI Compito non facile, ha spiegato il consigliere, perché “purtroppo c’è stato un grande ostracismo nei nostri confronti nell’accesso agli atti poiché a volte ci venivano forniti degli atti a cui mancavano dei documenti: abbiamo dovuto fare un lavoro di ricerca certosino. I dirigenti sono dei dipendenti pubblici e non dovrebbero essere difensori dei concessionari o dei gestori invece mi è parso che a volte il dirigente fosse il difensore di colui che è soltanto un vincitore di un bando (che può vincere una volta e perderne un’altra)”. 

I NUMERI DEL CAOS Fatta la premessa, Trenta ha snocciolato i dati ed è emerso che il bar Fat ha incassato ben più del museo e delle mostre organizzate al Caos. Ha affermato Trenta: “Quando si parla di numeri si scoprono gli altarini. In 5 anni ricavi per 700 mila euro: di questi, 400 mila li ha realizzati il bar Fat. In 5 anni gli ingressi documentati alle mostre e ai musei (Carsuale esclusa) sono poco più di 14 mila. La biglietteria incassa poco più di 8 mila euro, una media di 5,4 euro al giorno quando il bar vicino ne fa più di 2 mila a settimana quindi in realtà il motore del sistema museale di Terni è il bar”.

MOSTRA DISASTROSA Per il consigliere del M5S il “fallimento non è soltanto nei numeri ma nel disinteresse totale manifestato per l’arte moderna e le mostre permanenti. Carsulae da sola riesce a fare 7 volte meglio delle biglietterie del Caos. Per non parlare poi dei risultati disastrosi delle mostre Turcato e Ronchini e soprattutto di quella su Piermatteo D’Amelia da tutti ormai ricordata come la mostra più costosa ed inutile della storia d’Italia (nel rapporto di costi/visitatori, non è un’opinione personale). Inoltre i biglietti interi sono pochissimi rispetto a quelli ridotti perché sul biglietto ridotto il concessionario ha il 100% degli incassi e al Comune non spetta niente”.

MELASECCHE A dar manforte è poi arrivato l’intervento del consigliere della lista I Love Terni, Enrico Melasecche, che ha ricordato: “La mostra di Piermatteo D’Amelia era la terza in Umbria, seguiva quella del Perugino e del Pinturicchio che avevano avuto a Perugia oltre 200 mila visitatori ciascuna. Doveva essere il momento del lancio internazionale del Caos. Invece I dati non sono deludenti ma ridicoli. In quell’occasione avevo proposto di far curare la mostra di Piermatteo a Vittorio Sgarbi, personaggio che può non piacere ma che avrebbe dato visibilità nazionale e internazionale ma la proposta non è stata accolta perché le logiche sono ferree: quello che si fa, s’ha da fare in famiglia”.

“Ora – ha proseguito Melasecche – l’appalto va riassegnato con una finta gara a chi già gestisce tutto. E lo ricordo perché sia chiaro: l’assessore Berrettini che volle quel progetto, quella struttura e quel vincitore, quando fu decaduta da assessore ebbe un incarico retribuito da una delle società facenti parte dell’Ati che gestisce il Caos. Lo ottenne pochi giorni dopo essere decaduta da assessore. Altro che etica sotto le scarpe: una cosa vergognosa. Si utilizza la politica per fare affari per trarre danaro per le proprie tasche, per le proprie famiglie, per i figli degli amici. Da piazza dell’Olmo al Caos, all’aviosuperficie: è sempre questa la storia. E’ gravissimo l’atteggiamento di questa giunta che ripete e ricalca le gesta di Sonia Berrettini. Mutatis mutandis”.

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