Terni, lavoratori Isrim: ”Le istituzioni si mobilitano per Ast ma licenziano noi”

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Isrim terni laboratorioNuovo e forse definitivo conto alla rovescia per l’Isrim: il prossimo 25 luglio all’assemblea dei soci sarà messo in votazione il fallimento dell’istituto di ricerca ternano. I lavoratori, dopo anni di sacrifici e speranze cadute nel vuoto, non possono fare a meno di denunciare l’ipocrisia delle istituzioni locali (Regione, Provincia e Comune detengono la maggioranza della proprietà dell’Isrim) che in questi giorni si mobilitano per protestare contro i licenziamenti previsti da Thyssenkrupp per Ast ma al contempo mandano a casa, per propria decisione, 32 persone tra ricercatori, collaboratori e tecnici.

Il ragionamento dei dipendenti dell’istituto di ricerca non fa una piega: “Mentre da un lato osserviamo una giusta mobilitazione per salvaguardare i posti di lavoro di 550 ternani a rischio per la vicenda Thyssen, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, dall’altro rileviamo che la politica locale licenzia 32 lavoratori il cui destino è legato direttamente alle loro scelte. Allora ci domandiamo: con che autorevolezza ci si siederà al tavolo della multinazionale di turno per convincerla a non licenziare se sono le Istituzioni a dare il cattivo esempio nell’unica vicenda che le vede protagoniste?”.

I lavoratori chiedono che sia almeno anticipata la seduta del Consiglio comunale, prevista per il 28 luglio (nella quale è all’ordine del giorno anche la discussione del caso Isrim), o di convocare un’assemblea straordinaria entro il 24 luglio. Il motivo è semplice: dopo il 25 luglio, una qualsiasi discussione sull’argomento, risulterebbe inutile. Per i lavoratori “sarebbe come prescrivere ad un malato una cura dopo essere stati al suo funerale!”

I dipendenti hanno già rivolto questa richiesta al presidente del Consiglio, Giuseppe Mascio, poiché ritengono che “l’anticipazione del Consiglio comunale sia un atto doveroso per permettere al Consiglio di esprimersi sul nostro fallimento prima che sia troppo tardi. Se così non fosse dovremmo dare ragione a quelle malelingue che vedono come scelta strategica posticipare la data di discussione del caso Isrim a giochi fatti, per non mettere i singoli consiglieri comunali nell’imbarazzo di dover licenziare direttamente con il loro voto i 32 lavoratori”.

Infine i lavoratori Isrim precisano di non aver “mai richiesto il ricollocamento in Enti pubblici essendo noto che le assunzioni avvengono mediante concorso pubblico ma la semplice applicazione della Legge di stabilità che impone il trasferimento dei lavoratori in esubero tra le aziende partecipate dai medesimi Enti”.

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  • frank

    In questo paese la ricerca e lo sviluppo sono costi e non investimenti, ecco perché i signori politici ignorano l’isrim. Poveri noi!!!

    • Roby

      Però dopo si lamentano che il piano industriale di Ast non prevede investimenti in ricerca e sviluppo! E comune e regione vogliono chiudere l’unico ente di ricerca ed innovazione che assiste le PMI nel territorio! Bel modo di rendere attrattivo il nostro territorio per aziende che possono creare occupazione! E Terni sta morendo grazie a questi politici!