Terni, Liberati: ”Torri medievali nel degrado, disinteresse di Soprintendenza e tecnici comunali”

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Torre Barbarasa Terni“C’è stato un tempo in cui a Terni svettavano decine di torri. Le magnifiche sorti e progressive, le mutilazioni della guerra, le speculazioni immobiliari del dopoguerra, la mancanza di una solida cultura del bello e dell’antico, hanno portato a esiti obiettivamente catastrofici sotto numerosi profili, compreso quello paesaggistico e architettonico”. Lo scrive il presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati, che individua responsabilità nella Soprintendenza e nei tecnici comunali part-time per i quali avanza anche il rischio di conflitto di interesse.

Liberati cita “la vicenda dei silenzi assordanti del Soprintendente di Venezia dinanzi al passaggio delle grandi navi in Laguna. Si tratta di un contegno istituzionale che Terni ben conosce, con i suoi palazzi d’epoca banalmente abbattuti o lasciati bellamente degradare, con le sue mura medievali d’amblée eliminate, nel glaciale disinteresse delle competenti Soprintendenze”.

“In questo Paese – continua il presidente di Italia Nostra Terni – si è diffusa a macchia d’olio una politica dell’indifferenza e della de-responsabilizzazione anche da parte di enti che, anziché vigilare attentamente, sembrano sempre più subalterni ai ghiribizzi del politico di turno, con esiti amari anche sotto il profilo morale, perché il modello vincente appare quello del più comodo compromesso politico-carrieristico, che però col pubblico interesse nulla ha a che fare”.

Liberati descrive poi la situazione di alcuni edifici medievali di Terni “iniziando da Torre Spoletina, che, nel suo piccolo, sembra voler fare il verso a quella di Pisa, vista la pendenza che sta assumendo, con un’inclinazione pari a circa due gradi e mezzo. Potrebbero essere le conseguenze visibili della subsidenza dovuta alla silente quanto tenace azione di scavo dei sottostanti vecchi canali di irrigazione, le cosiddette ‘forme’. Non dimentichiamo che, proprio da quelle parti, c’è stato per secoli uno dei più importanti mulini della città e che, dunque, l’acqua, da tempo nascosta alle viste da asfalto e cemento, resta una realtà vivissima”.

“Poco più in là – prosegue Liberati – Torre Possenti, bene che versa da decenni in un gravissimo stato di abbandono che solo ora, dopo pesanti controversie giudiziarie, potrebbe essere superato, ma esclusivamente nel pieno rispetto delle prescrizioni del recupero conservativo. Recupero conservativo che non sembra esser stato pienamente onorato nel caso della Torre di Via della Biblioteca, devastata da una sottostante struttura commerciale in cemento armato che pare volerla trafiggere, con tubazioni gialle del gas che, a serpentina, percorrono a vista la torre e con una porta d’accesso in ferro, coerente, appunto, coi tubi e non col resto”.

Il presidente di Italia Nostra Terni avanza il dubbio che tali situazioni di degrado possano derivare anche da conflitti di interesse: “Poiché è impossibile che certi episodi non balzino agli occhi di chi dovrebbe vigilare, chiedo di sapere quanti siano i tecnici del Comune (architetti, ingegneri, periti, geometri) che lavorano part time nell’Ente. E’ bene poi che si chiarisca a fondo quanti di costoro operano, nel rischio di un permanente conflitto di interessi, per aziende e studi professionali: il Comune proceda a una immediata revisione di tali situazioni, salvo maggiori approfondimenti”.

“Benché sia tardissimo – conclude Liberati – non è più rinviabile l’adozione di una linea di rigore amministrativo di matrice anglosassone da parte del municipio di Terni: il che significa anzitutto rispetto per noi cittadini, per la storia di Terni e per la serietà che impone ogni attività, specie a ricaduta pubblica. Al di là delle responsabilità dei politici, l’Amministrazione avvii un monitoraggio su se stessa, con particolare riferimento a vicende apparentemente minimali, ma che pure tanti effetti comportano sullo stato di salute dell’arte nelle nostre città e sulla cifra morale di chi ci vive”.

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  • Michael Sbrenna

    Lo stato delle torri medievali di Terni è a dir poco catastrofico, considerato invece quanto viene fatto nel resto dell’Umbria e dell’Italia! Essendomi trovato nel mio corso di studi ad affrontare il tema, mi sono reso conto di quanto la situazione sia grave. La maggior parte delle strutture giace in uno stato di completo abbandono e sono sicuramente più fortunate delle strutture che invece hanno ricevuto un restauro assolutamente dozzinale e legato al gusto di chi l’ha eseguito! L’esempio di Via Carrara è il caso più fortunato di tutti, considerando la torre di Via Cesare Battisti trasformata in santuario con una madonnina e le mura di Via della Rinascita con il loro vistosissimo bauletto ad onda, offese da un lato da un complesso edilizio di dubbia qualità architettonica degna forse di Las Vegas o di un parco di divertimenti e azzoppate dall’altro lato da un parcheggio che ha preso il posto dell’antico canale sul quale una volta svettavano! Lasciando stare per un momento le torri fuori città, come quella di Colleluna, che ad esempio potrebbe essere un’ottima porta per la città considerando la visibilità dalla superstrada e invece resta lì come un cane in fin di vita in mezzo alla strada, bisognerebbe chiedersi cosa si voglia fare delle innumerevoli torri che sono in centro, davanti agli occhi di tutti eppure decadenti, come quella di Largo Cairoli e quella dietro la palazzina di Bazzani a Piazza Tacito, alla quale mi sono dedicato per uno studio di un probabile restauro. Considerando che quando mi sono informato alla Sovrintendenza circa una documentazione riguardante questa torre mi è stato risposto “Ah, ci sono delle torri medievali a Piazza Tacito? Non ne eravamo informati…. bhè allora faccia le sue ricerche e rilievi e poi ci faccia sapere!”, non c’è da meravigliarsi che lo stato delle cose sia questo! Questo non è altro che il frutto di una politica che finora si è sempre e solo concentrata sul settore industriale, dimenticandosi completamente della qualità urbanistica e architettonica della città, così come della sua grandissima storia e cultura, antecedenti di gran lunga il periodo industriale! Da cittadino comune ternano non posso che essere indignato di fronte a tutta questa ignoranza e a tutta questa fame di denaro, che ha distrutto tutta l’archeologia di Terni, dove per archeologia si intende di qualsiasi epoca fino a quella industriale, visto che non si ha rispetto neanche delle industrie che nello scorso secolo hanno reso grande questa città, come la Centurini, la Gruber e l’elettrochimico di Papigno!