Terni, M5S: ”Assistenza socio-sanitaria indiretta è un diritto dei disabili”, presentato atto

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disabiliI disabili lo chiedono da anni: vogliono la possibilità di scegliere l’assistenza che spetta loro. Possibilità negata in Umbria e a Terni, dove è contemplata soltanto l’assistenza socio-sanitaria diretta. Su questo importante tema, che tocca anche rilevanti interessi economici, il Movimento 5 Stelle ha presentato un atto di indirizzo in Consiglio comunale di Terni che sarà discusso nella seduta di lunedì prossimo.

Già nella scorsa consiliatura l’opposizione si era battuta sullo stesso tema senza ottenere però risultati. In particolare Cinzia Fabrizi si era spesa su questo proponendo un sistema basato su voucher “cioè dei buoni prepagati che diano la possibilità ai soggetti di scegliere a quale soggetto rivolgersi e di quale servizio usufruire. Un passaggio fondamentale che tutela la libertà delle persone bisognose”. Ora a provare a cambiare il sistema dei servizi socio-sanitari è il Movimento 5 Stelle.

Scrive Angelica Trenta: “In data 6 ottobre verrà discusso in Consiglio comunale l’atto proposto dal gruppo consigliare M5S avente per oggetto ‘Assistenza socio-sanitaria indiretta’. Il M5S intende porre l’attenzione su una questione tanto importante quanto urgente: il diritto del cittadino disabile alla libera scelta e alla vita autonoma e indipendente, tematica affrontata in questi anni dal Movimento anche grazie al contributo e al dialogo con le associazioni che si occupano di disabilità”.

Prosegue Trenta: “La regione Umbria, dal 2005 ad oggi ha di fatto portato avanti una politica che punta all’abolizione dell’assistenza indiretta privilegiando solo quella diretta, non lasciando, di fatto, scelta ai cittadini diversamente abili e alle loro famiglie riguardo il tipo di assistenza cui essi preferibilmente auspicano. Questa decisione risulta essere in controtendenza rispetto a tutte le altre regioni d’Italia nelle quali, assistenza indiretta (assistenza personale domiciliare, a scelta del disabile) e assistenza diretta non sono in contrapposizione e convivono virtuosamente”.

Secondo il parere del M5S, “a tornare al centro della discussione deve essere il diritto alla vita indipendente del cittadino disabile e alla libera scelta riguardo il tipo di assistenza, così come recita in particolar modo l’art.19 della Convenzione ONU ratificata nel 2009 dal Parlamento italiano, convenzione già precedentemente recepita dal Comune di Terni con una delibera del 2008. Nella convenzione si afferma che le persone con disabilità possano scegliere il proprio luogo di residenza, dove e con chi vivere oltreché garantire loro l’accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali o ad altri tipi servizi sociali di sostegno compresa l’assistenza personale”.

Prosegue Trenta: “Il problema, e qui la ragione dell’atto del M5S, è che ad oggi quella convenzione non è ancora stata applicata. E’ quindi un atto dovuto a tutti quei cittadini e a quelle associazioni che chiedono che i diritti del disabile vengano finalmente e completamente riconosciuti anche nel nostro territorio e che essi non siano invece terreno di battaglia e oggetto di strumentalizzazione per i potenziali interessi che gravitano direttamente o indirettamente intorno al mondo della disabilità”.

“Nel nostro atto – aggiunge il consigliere del M5S – si afferma come l’offerta di assistenza indiretta non può essere necessariamente sostitutiva di quella diretta, né sostituisce l’utilità dei centri diurni o delle strutture residenziali: i diversi tipi di assistenza infatti possono virtuosamente coesistere. Ricordiamo che in tale direzione, l’attuale sindaco Di Girolamo, durante la campagna elettorale per le scorse amministrative firmò, insieme agli altri candidati sindaci – tra cui la candidata del M5S Angelica Trenta – alcuni documenti presentati dalle associazioni dei disabili in cui si prendeva l’esplicito impegno a ‘garantire il diritto di vivere nella propria comunità sociale, con la stessa libertà di scelta delle altre persone e definire una rete di servizi e di opportunità per favorire la vita autonoma e indipendente’ (punto 4 del documento delle associazioni che aderiscono alla FISH e alla FAND)”.

L’auspicio di Trenta “è quindi che il 6 ottobre la politica faccia il suo dovere: che il Consiglio voti nell’interesse del cittadino disabile e dei suoi diritti e che un suo eventuale rimando evidenzierebbe quanto Convenzioni e delibere possano diventare carta straccia se non applicate; far aspettare ancora vorrebbe dire non considerare la tutela dei diritti dei disabili una priorità del nostro Comune. L’atto non chiede infatti nulla di più se non che venga immediatamente applicato quanto già deliberato dal Comune e sottoscritto dal sindaco Di Girolamo relativamente al riconoscimento di quei diritti all’autonomia e alla vita indipendente e quindi all’assistenza socio-sanitaria indiretta che solo in questa regione viene ancora in parte negata. A tal proposito invitiamo tutti i soggetti interessati alla seduta del 6 ottobre che si terrà alle ore 15 presso la Sala Consigliare di Palazzo Spada”.

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