Terni, Melasecche: “Asm ‘cannibalizzata’ da Comune e Cosp. Intervenga magistratura”

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enricomelaseccheA Terni la raccolta dei rifiuti è ormai la questione delle questioni. Mentre divampano polemiche sui cumuli di immondizia ai bordi delle strade e mentre si vocifera di contrasti interni tra la Giunta e l’Asm, è il consigliere comunale Enrico Melasecche a mettere altra carne al fuoco.

In un comunicato, Melasecche parla di retroscena scottanti secondo i quali sarebbe in atto una “lite tra Asm e Cosp Tecno Service per la spartizione della Tari”. Partendo da qui, il consigliere di opposizione disegna un quadro critico: l’Asm sarebbe sostanzialmente “cannibalizzata” dal Comune (che accumula debiti su debiti nei confronti della sua stessa municipalizzata mettendola in difficoltà finanziaria) e dalla stessa Cosp, cooperativa che coogestisce la raccolta differenziata.

Critiche ancora più forti vengono avanzate da Melasecche in un atto di indirizzo depositato oggi. Nel documento che dovrebbe essere discusso in Consiglio comunale, il consigliere parla di “coacervo di conflitti di interesse”. Scrive inoltre che “sembra porsi un problema grave di corretta ripartizione dei carichi di lavoro e degli introiti derivanti dalla TARI che pagano i ternani, con un danno pesante in danno dell’ASM che perderebbe somme ingenti, fino a qualche milione, in favore della cooperativa”; e qui arriva la stoccata diretta al sindaco che “non sembra tutelare la società pubblica rispetto alla cooperativa propria finanziatrice”.

Nell’atto di indirizzo Melasecche aggiunge una serie di tappe storiche attraverso le quali si sarebbe gradualmente compiuta la “cannibalizzazione” di Asm e una serie di richieste al sindaco.

COMUNICATO Il comunicato di Enrico Melasecche:

“Lite fra Asm e Cosp Tecno Service per la spartizione della Tari. Prosegue la “cannibalizzazione” dell’Asm, anche grazie alla “asfissia finanziaria” imposta dal comune. Basta con i conflitti di interesse, nuova amministrazione per nuove politiche di sviluppo e strategie vincenti.

Le notizie più riservate sono poi quelle che, sfuggendo alla opacità di regime, danno un’immagine veramente triste di questo inquilino del Palazzo, della squadretta di cui si è circondato e del ridicolo con cui sta ruminando da mesi per un fantomatico rilancio di questa esperienza di governo.

Veniamo ai fatti. Ho presentato l’ennesimo atto di indirizzo per denunciare alla città l’ultima situazione intollerabile della lite in corso fra ASM e Cosp Tecno Service per la spartizione della sudatissima TARI (per le famiglie e le imprese ternane), aumentata recentemente dal sindaco.

Tutti litigano ormai. Lite tra ASM e Comune che sta strozzando la propria azienda per non affogare nel rosso, che più rosso non si può, delle anticipazioni di cassa che, come un pallone gonfiato oltre misura, sta per scoppiare nel nuovo Guinness dei primati di dicembre. Lite all’interno della giunta fra i destinati a tornare alle usate occupazioni che fanno i salti mortali per trattenersi la poltroncina e la relativa indennità. Lite fra i fautori del predissesto e i difensori della propria faccia che rischia seriamente di essere oggetto di ceffoni sonori da parte di gran parte dei ternani.

Allora dico basta al “cannibalismo” nei confronti dell’ASM, alla politica di “asfissia finanziaria” con cui le si tolgono le risorse per lavorare, la si violenta con matrimoni imposti dal solito cerchio magico che fa bottino di tutto ciò che si può arraffare, perché da qui a breve i ternani potrebbero decidere di mandare a casa questa classe dirigente inetta che, svende le farmacie per fare cassa, addenta dell’ASM la poca polpa rimasta, riduce Terni, venti anni fa invidiata da Perugia, ad un ruolo del tutto provinciale e marginale”.

ATTO DI INDIRIZZO L’atto di indirizzo depositato da Enrico Melasecche:

“Oggetto: lite tra ASM e Cosp Tecno Service nella spartizione della TARI; ripristino di condizioni di equità; basta con il “cannibalismo” in danno dell’ASM e con la politica di “asfissia finanziaria” perseguita dall’assessore Piacenti che favorisce le cooperative amiche e danneggia l’interesse pubblico. Occorre un intervento di ANAC e magistratura.

PREMESSO

che in tempi non sospetti il sottoscritto invitò il sindaco ad individuare i partner privati di aziende pubbliche, come ad esempio l’ASM nella partecipazione al bando per la gestione dei rifiuti, tramite una gara pubblica aperta a tutti i possibili interessati, come in effetti impone non solo la legge ma anche e soprattutto un minimo di etica da buon padre di famiglia;

che la cronaca ci ha poi dimostrato come alcuni dubbi fossero più che giustificati poichè alla tutela degli interessi generali e della massima trasparenza garantiti da un confronto concorrenziale aperto è stato preferito un accordo politico/affaristico riservato, con l’imposizione all’ASM di un matrimonio forzato con la Cosp Tecno Service, nonostante l’ASM non sia patrimonio di alcun partito ma la più importante azienda partecipata al 100% dalla città;

che il sindaco a tale mia osservazione rispose ufficialmente che l’ASM, come s.p.a, era libera di fare alleanze con chi avesse voluto, sapendo benissimo che di fatto lui era il Presidente dell’ATI 4 che ha gestito i pre accordi al piano d’ambito ed alla gara, che in ASM lui rappresenta il 100% della proprietà comunale, lui nomina il presidente e gli altri consiglieri di amministrazione, lui interviene politicamente di fatto nella nomina delle varie posizioni;

che vari dirigenti delle società partecipate sembra continuino ad intrattenere rapporti anche professionali a favore di terzi fra cui società concorrenti o fornitici e ciò è inaccettabile soprattutto se in questo coacervo di conflitti di interesse emergessero legami storici con alcuni attori di “mafia capitale”;

che appare singolare il contrasto fra il regolamento comunale per le nomine ai vertici delle aziende, recentemente emendato dal consiglio comunale con l’inclusione delle posizioni dirigenziali, quando poi le aziende consentono ai propri dirigenti, nonostante un rapporto di lavoro subordinato e retribuito in base al contratto nazionale di categoria, di avere rapporti di consulenza e/o professionali con chiunque, anche con imprese esterne concorrenti di ASM;

che, fui facile profeta, nonostante le querele che furono presentate contro di me per aver denunciato alla pubblica opinione in tempi non sospetti (querele poi ritirate per manifesta infondatezza delle accuse) la volontà politica di Palazzo Spada nell’imporre all’ASM scelte infauste senza neanche la parvenza formale di un confronto concorrenziale ed evitando accuratamente anche un minimo dibattito democratico in consiglio comunale;

TENUTO CONTO

che i nostri timori erano talmente fondati che oggi, a distanza di circa due anni da quel patto leonino, sembra porsi un problema grave di corretta ripartizione dei carichi di lavoro e degli introiti derivanti dalla TARI che pagano i ternani, con un danno pesante in danno dell’ASM che perderebbe somme ingenti, fino a qualche milione, in favore della cooperativa suddetta con scambio di corrispondenza fra le due aziende ben noto al sindaco che non sembra tutelare la società pubblica rispetto alla cooperativa propria finanziatrice;

che questa politica di “cannibalismo di regime” in danno dell’ASM non avviene per caso ma si è concretizzata negli anni con:

– la famigerata costituzione del SII (con appalti stramilionari assegnati senza gara al socio privato che detiene solo il 25% circa delle quote);

– la costituzione di Umbria Energy sottraendo all’ASM la commercializzazione dell’energia a tutto vantaggio di ACEA, con risultati peraltro molto discutibili;

– il tentativo da parte di una società privata, costituita da membri del PD, ex sindaci e personaggi del sottobosco affaristico politico di sinistra di sottrarre all’ASM la gestione della pubblica illuminazione;

– l’attuale politica di “asfissia finanziaria” dello stesso Comune che, ossessionato dai propri problemi di liquidità, vede l’assessore Piacenti negare all’ASM flussi puntuali di risorse per la gestione dei rifiuti, costringendo l’ASM a presentare ingiunzioni legali contro Palazzo Spada in una confusione istituzionale mai vista nella storia della città, con ulteriori spese legali che sottraggono di fatto risorse al giá disastrato bilancio comunale;

che queste logiche politico-affaristiche di corto respiro hanno indebolito a tal punto l’ASM che, invece di crescere e diventare la Multiutility dell’Umbria, perno di una forte politica di sviluppo e di assunzioni qualificate, invece di fortificarla per consentirle di acquisire business strategici per il territorio come la centrale idroelettrica di Galleto (nostra proposta inascoltata), invece di veleggiare verso la quotazione di borsa e la conquista di nuovi mercati, vede l’ex gioiello di famiglia chiudersi in se stessa, perseguire progetti del tutto marginali rispetto al proprio core business e quindi produrre utili fortemente deludenti (si veda la media dal 2000 ad oggi) rispetto al valore dell’azienda, con la conseguenza di impedire all’ASM l’indispensabile patrimonializzazione per affrontare le sfide citate ed al Comune la fruizione di utili preziosi con cui finanziare nuovi investimenti per lo sviluppo, per le manutenzioni, la cultura (Briccialdi, ecc) ed il sociale nonché per impedire la formazione di debiti fuori bilancio che continuano ad emergere;

TUTTO CIÒ PREMESSO SI INVITA IL SINDACO

1)- a cambiare completamente le scelte strategiche fin qui fatte dal suo predecessore e dallo stesso sempre avallate e successivamente perseguite di depotenziamento dell’ASM, in modo non solo da impedire svendite da banco dei pegni per sopperire alla marea di debiti del Comune ma restituendole obiettivi di forte sviluppo, valorizzazione, acquisizione di nuovi business e nuovi mercati a cominciare da quello della produzione di energia idroelettrica, con assunzioni non solo di forza lavoro muscolare ma anche di posizioni medie e dirigenziali qualificate, dando spazio a molti giovani ternani meritevoli, oggi costretti ad emigrare da una città che nulla offre più quanto a merito e possibilità imprenditoriali;

2)- a riportare le scelte strategico-gestionali di ASM (e delle altre aziende partecipate) in un ambito di assoluta trasparenza e correttezza, per quanto riguarda le alleanze e le altre scelte da definire, come prevede la legge, in consiglio comunale e non nelle segrete stanze di partito o in qualche ambulatorio medico;

3)- a rivedere, quanto alle nomine ai vertici delle aziende partecipate, i criteri fin qui seguiti improntandoli realmente al merito e non alla fedeltà politica o amicale, evitando rinnovi inopportuni, come avvenuto per Terni Reti, in cui la IV Commissione ha accertato gestioni familistiche improprie che costituiscono scandalo in una città prostrata dalla crisi;

4)- a far cessare lo scandalo che vede, a loro volta, i vertici aziendali nominati dallo stesso sindaco, favorire dirigenti nella struttura di comando delle società che mantengono consulenze ed incarichi professionali esterni, nonostante un rapporto di lavoro subordinato e ben retribuito in base ai contratti nazionali di categoria e nonostante la delicatezza dei compiti loro assegnati; va quindi salvaguardato un unico rapporto di lavoro a tutela degli interessi dell’ASM;

5)- a fornire con urgenza, in base alla legge sulla trasparenza, risposte chiare sugli accordi fra ASM e Cosp Tecno Service, consegnando in III Commissione tutta la corrispondenza inerente la ripartizione di costi e ricavi relativi alla gestione dei rifiuti perché non sarebbe accettabile che anche il recente aumento della TARI imposto dal Comune a famiglie ed imprese, lungi dal migliorare il servizio verso una ridotta “tariffa puntuale”, vada nei fatti a garantire rendite di posizione a soggetti esterni in danno dell’ASM, del Comune e dei cittadini tutti;

6)- a fornire al consiglio comunale e per esso alla III Commissione tutti i documenti che certifichino le gare avvenute per il trasporto dei rifiuti ad Orvieto e che vedono da sempre quella fornitura monopolio della stessa cooperativa, peraltro allora anche concorrente per gli stessi obiettivi poi, miracolo di questa strategia politica, socio imposto all’ASM ed ora anche pretendente di quote sempre più elevate di introiti mentre la raccolta differenziata fa acqua dappertutto;

7)- a produrre i documenti relativi alle attività esterne dei dirigenti, alcuni dei quali, in posizioni delicatissime, hanno avuto e forse continuano ad avere rapporti personali, familiari, professionali con imprese esterne comprese quelle concorrenti, a cominciare da quelle vicine al sindaco e al PD, dei quali hanno finanziato campagne elettorali, festival ed iniziative varie;

8)- a chiarire per iscritto o in consiglio chi, presidente o dirigente dell’ASM ha deciso e concluso gli accordi con la cooperativa citata che oggi porterebbero ad una ripartizione sperequata degli incassi;

9)- tenuto anche conto delle dichiarazioni del Capogruppo del PD in consiglio, Avv. Andrea Cavicchioli, ad impedire che sulle nomine nelle partecipate esistano conflitti di interesse irrisolti, di consentire che la III Commissione esamini i curricula ed i percorsi sia degli amministratori ma anche dei dirigenti delle partecipate in modo da accertare l’esistenza di incompatibilità degli stessi nel ruolo rivestito”.

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