Terni, Prc su inquinamento: ”Di Girolamo minimizza, centrodestra consociativo”

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Lorenzo_CarlettiIl Partito della rifondazione comunista torna all’attacco sulla questione ambientale e dell’inquinamento di Terni. Il candidato a sindaco, Lorenzo Carletti, ha diffuso un comunicato che ha in tutto e per tutto la forma di una delibera di Giunta che porta la data del 16 giugno 2014 (il giorno dopo la data del ballottaggio). Nel documento viene accusato il sindaco Di Girolamo di aver minimizzato il problema ambientale, mentre centrodestra e centrosinistra sono accusati di aver dato vita ad un sistema consociativo per tutelare gruppi di potere. Viene infine proposta l’istituzione di due organismi: una commissione e un osservatorio.

Nelle premesse della finta delibera, Carletti scrive: “I dati emersi dalle varie indagini epidemiologiche, fra cui la seconda parte del Progetto Sentieri realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della salute, rilevano l’aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie e delle forme tumorali correlate alla tipologia di siti inquinanti nella Conca ternana. Terni è un’area di crisi ambientale complessa, come affermato dallo stesso Ministero, il quale annovera Terni fra i siti con ‘molteplici ed eterogenee sorgenti emissive’. Il processo ASM dimostra la stretta correlazione tra ambiente, salute dei cittadini e condizioni del lavoro”.

Secondo il candidato sindaco del Prc, “il precedente sindaco Di Girolamo ha minimizzato la reale portata dell’inquinamento a Terni e della sua incidenza sulla salute dei cittadini nascondendosi, per ‘ragion politica’, dietro la fredda logica della media statistica e dei dati del Prof. L. Briziarelli disconosciuti da diversi studi scientifici – Sentieri I° e II° del Ministero e lo studio ESCAPE pubblicato sul Lancet. La rinuncia a costituirsi parte civile nel processo ASM ha dimostrato come l’ambiente è stato asservito alla ‘ragion politica’ di partito e agli interessi di gruppi di potere piuttosto che un’autonomia decisionale a servizio del bene supremo della collettività ternana”.

Inoltre, prosegue Carletti, “a Terni vigeva un sistema consociativo su alcune questioni cruciali tra centrosinistra e centrodestra, all’interno della quale la dialettica maggioranza/opposizione veniva smorzata in difesa di gruppi di potentati locali come il tema del CSS stava a dimostrare. Questa struttura consociativa non permetteva di porre le criticità ambientali come tema centrale dell’azione di governo locale per definire risposte efficaci a tutela del territorio e della salute dei cittadini”.

“Terni è un’area di crisi ambientale complessa, come affermato dallo stesso Ministero, cioè con ‘molteplici ed eterogenee sorgenti emissive’ tra le quali:

1) Gli inceneritori di Acea ed ex Printer;

2) Aree ex stabilimento di Papigno ed ex discarica comunale di Papigno adiacente al campetto di calcio;

3) Discarica AST di Pentima e l’area di contigua con rischio d’inquinamento delle falde acquifere;

4) Presenza di cromo esavalente nella galleria del Tecino della Terni – Rieti

5) Presenza di notevoli quantitativi di amianto in città e nei cicli produttivi di importanti aziende locali.

6) Presenza di polveri sottili sopra i limiti di legge

7) Preoccupanti processi di cementificazione del territorio come sta a dimostrare, per es, il cantiere di Cospea 2 e relativo cavalcavia, Il progetto di nuovo Centro commerciale della COOP a Gabelletta, il parco del Cardeto, il progetto di Villa Palma, ecc.

Di contro Terni ha una insufficiente rete di monitoraggio, soprattutto nelle aree a maggior rischio, che non consente un puntuale ed efficace rilevamento delle sostanze inquinanti presenti nell’aria, nel suolo e nell’acqua”.

Alla luce di queste considerazioni, nel finto documento viene deliberato “di non rinnovare e/o rilasciare autorizzazioni per gli inceneritori di Acea, ex Printer e a qualsiasi soggetto che voglia avviare attività di utilizzazione del rifiuto a fini di produzione energetica”.

Viene inoltre deliberato “di istituire una Commissione comunale speciale per analizzare lo stato dell’ambiente a Terni, per individuare le sorgenti d’inquinamento a maggior impatto sulla salute e definire un insieme di azioni efficaci. Inoltre la Commissione ha il potere

  • di indagare gli eventuali nessi tra politica e sistema affaristico-imprenditoriale per stabilirne le eventuali responsabilità politiche,
  • di potenziare il sistema di monitoraggio nelle aree più a rischio al fine di avere un controllo puntuale sull’andamento dell’inquinamento e di permettere una comunicazione efficace al fine di tutelare la salute dei cittadini, di predisporre un Piano di Sicurezza Urbana che individui le aree a maggior rischio ambientale per ottimizzare gli interventi delle autorità e della protezione civile e per facilitare i sistemi di allerta dei cittadini in caso di presenza di eventuali disastri ambientali al fine di evitare che si ripetano situazioni caotiche come Vascigliano
  • di predisporre un Piano di Bonifica che contenga almeno le seguenti informazioni: la dislocazione dei siti inquinati; tipo e grado d’inquinamento; livelli d’impatto sui rischi per la salute dei cittadini; le azioni necessarie per la loro bonifica, il piano finanziario e i tempi previsti di attuazione
  • di rendere operativo ‘l’Osservatorio verso Rifiuti Zero'”.

Prosegue la delibera: “L’ Osservatorio è composto da i soggetti pubblici e dalle associazioni impegnati nelle tematiche ambientale e nella difesa del territorio. L’Osservatorio avrà la funzione di:

  • monitorare costantemente e pubblicizzare alla cittadinanza lo stato d’avanzamento degli obiettivi dettati dalla strategia “Rifiuti Zero” e dello stato di attuazione del Piano di bonifica delle aree inquinate;
  • di attivare un tavolo di progettazione con ASM e le associazioni di categoria al fine di elaborare una piano per incrementare la raccolta differenziata e per definire una strategia per la riduzione dei rifiuti; d’individuare gli strumenti economici e finanziari per realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico finalizzato al massimo recupero e riciclo che scongiuri anche per il futuro l’utilizzo di ogni forma di combustibile da rifiuto
  • di avviare contatti con l’Università per l’attivazione di corsi di specializzazione, piattaforme di ricerca e spin-off su nuove tecniche per il riciclo e il recupero dei rifiuti e sulla ricerca di nuovi materiali riciclabili o biodegradabili; ovvero di quei servizi strategici avanzati necessari per lo sviluppare del settore della Green Economy a Terni e per il rilancio dell’Università stessa,
  • di attivare rapporti con il sistema creditizio locale, con la Regione e con il Governo centrale per definire percorsi di finanza agevolata e di strumenti finanziari dedicati per favorire l’insediamento nel territorio ternano delle imprese che operano nel settore della Green Economy
  • di avviare percorsi di controllo democratico delle criticità ambientale e di democrazia partecipativa, per cui l’Amministrazione avvierà confronti e approfondimenti per individuare una figura espressione del mondo associativo da nominare nel CdA dell’ASM”.

VIDEO DEL PRC TERNI:

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