Terni, sicurezza, ricerca Uil: per 80% dei cittadini è aumentata la criminalità

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criminalità sicurezzaPer l’80% dei cittadini a Terni la criminalità è aumentata e a sentirsi più insicure sono le persone meno istruite. Sono le principali conclusioni che emergono dalla ricerca della Uil dal titolo “La paura sostenibile. Una ricerca di base per discutere dell’insicurezza a Terni” che ha sottoposto un questionario a 400 cittadini ternani (ma viene specificato che si tratta di un campione non rappresentativo della popolazione).

Sulla base della ricerca, giovedì prossimo alle ore 17 nell’ambito del Meeting Uil Terni a Collerolletta, si terrà un convegno cui parteciperanno il senatore e sottosegretario al ministero degli Interni Giampiero Bocci, il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo il prefetto di Terni Gianfelice Bellesini, il questore di Terni Carmine Belfiore e il coordinatore Antonio Passaro (capo ufficio stampa della Uil nazionale).

Intanto Uil Terni rende noti i risultati della ricerca curata dal sociologo Ugo Carlone dell’Università di Perugia e realizzata dallo stesso sindacato ternano con il coordinamento di Mario De Angelis.

Di seguito le conclusioni del professore Ugo Carlone:

LA RICERCA La ricerca si basa su un questionario online e su interviste realizzato nel mese di giugno da 400 residenti a Terni. Il campione non può considerarsi rappresentativo e casuale, in quanto sottostima alcune fasce della popolazione (persone più diffidenti nell’esprimere la propria posizione, alcuni anziani che non escono mai e che sono meno raggiungibili, etc.). La finalità della rilevazione, del resto, è quella di porre alla comunità ternana uno spunto di riflessione per il dibattito sulla sicurezza urbana, fenomeno in parte nuovo per la nostra città, e indicare delle “tendenze”; non è quello di fornire una fotografia dettagliata ed “esatta” della situazione, attività che presume un’indagine di più ampio respiro.

Le domande poste agli intervistati sono per lo più quelle elaborate dall’Istat per la rilevazione periodica sulla sicurezza urbana.

ALCUNE CONSIDERAZIONI Nel complesso, la questione insicurezza è sentita molto di più dalle donne che dagli uomini; di meno dai giovani rispetto agli adulti e soprattutto agli anziani; di più da chi abita in centro; ancora di più da chi è meno istruito (che associa più spesso l’insicurezza alla presenza di stranieri). Proprio la variabile istruzione è quella che più incide sulla percezione dell’insicurezza. Ovviamente non si può dire che si è insicuri perché si è meno istruiti: anche i più istruiti non si sentono completamente al sicuro, sono solo “meno insicuri” di chi ha livelli di istruzione più bassi.

Più aumenta la “non conoscenza” più cresce l’insicurezza: ciò che fa più paura è il “lontano” rispetto al “vicino” (con riferimento alla zona in cui si vive, cioè ad un contesto che si conosce bene, la percezione di insicurezza è minore rispetto a quanto non lo sia con riferimento all’intera città di Terni, cioè ad un contesto che si conosce di meno); il presente rispetto al passato (oggi è peggio di ieri: il passato lo conosciamo, il presente è più incerto); il “non abituale” rispetto all’”abituale” (l’insicurezza che si associa al fenomeno dell’immigrazione).

La percezione di insicurezza è più alta di quanto sia possibile desumere dai comportamenti concreti: si dichiara paura, magari si cambiano strade e ci si sente influenzati, ma poi non ci si barrica in casa, assicurazioni, antifurto e vigilanza privata sono poco diffusi, non si arriva mai alla situazione estrema di andarsene dalla zona in cui si abita perché la vita è divenuta insostenibile. E i comportamenti concreti adottati (cambiare strada, sentirsi influenzati, lasciare le luci accese, etc.) presumono una percezione del rischio di subire un reato che è probabilmente più alto di quello effettivo e “reale”. Tutto ciò significa che “con il pensiero” si dimostra più paura di quanto non emerga dai comportamenti concreti che si adottano; a loro volta, con i comportamenti concreti si dimostra più paura dell’effettiva realtà.

Quanto appena detto non vuol dire che il fenomeno dell’insicurezza vada sottovalutato; l’insicurezza esiste: da un lato, non si basa su percezioni del tutto sproporzionate; dall’altro, produce effetti importanti sulla quotidianità e sulla qualità della vita delle persone, sui rapporti sociali e, infine, sulla coesione sociale generale.

I RISULTATI  Nonostante i dati ufficiali ci dicano che i reati sono diminuiti, ad essere percepito è un aumento della criminalità. Quasi la metà del campione ritiene che la criminalità, nella zona in cui vive, sia maggiore di un anno fa (soprattutto tra le donne e i meno istruiti); quasi il 40% che sia la stessa. Quasi l’80%, invece, ritiene che, nell’intera città di Terni la criminalità sia superiore a un anno fa e anche a dieci anni fa; sempre l’80% ritiene che la criminalità in Italia sia in aumento rispetto a un anno fa.

Le cause di tale aumento sono, secondo gli intervistati, soprattutto la presenza di stranieri (in misura maggiore per i più anziani e per chi ha livelli di istruzione più bassi) e la crisi economica (entrambe indicate da circa il 30% degli intervistati). Meno indicate la scarsa presenza delle forze dell’ordine e l’attività insufficiente dell’amministrazione comunale.

Il 30% del campione si sente poco sicuro camminando da solo per strada al buio nella zona dove vive, il 20% per niente sicuro (soprattutto le donne e i meno istruiti; si sentono più sicuri i giovani). Tuttavia, quasi il 65% si sente sicuro a casa da solo quando fuori è buio. La metà del campione ritiene che la zona in cui abita sia abbastanza a rischio criminalità e il 10% che lo sia molto (opinione che cresce al crescere dell’età; si sente appena più a rischio anche chi abita in centro). Il 45% pensa che Terni sia una città abbastanza a rischio criminalità, quasi il 40% che lo sia molto (di nuovo, opinione che cresce al crescere dell’età e anche tra chi possiede un titolo di studio più basso).

Quanto ai comportamenti adottati, quasi la metà del campione si dichiara abbastanza o molto influenzata dalla paura della criminalità nelle abitudini quotidiane (soprattutto le donne; l’influenza cresce al crescere dell’età). Il 70% si tiene lontano da certe strade o evita determinate persone per motivi di sicurezza (soprattutto le donne e i meno istruiti). Circa il 65% del campione ha una porta blindata, il 50% chiede ai vicini di controllare quando si assenta per qualche giorno e il 40% lascia le luci accese quando esce. Praticamente nessuno porta con sé qualcosa per difendersi in caso di pericolo. Solo il 15% è collegato ad una vigilanza privata, il 20% possiede un’assicurazione contro i furti, il 25% è dotato di allarme e il 30% è dotato di luci esterne con accensione automatica. A nessuno è capitato di cambiare casa perché si sentiva a rischio nella zona in cui abita.

I reati che più preoccupano sono la violenza sessuale (per le donne) e, nell’ordine, il furto in abitazione (soprattutto per i meno istruiti), lo scippo/borseggio (le donne in larghissima maggioranza e chi abita in centro), l’aggressione/rapina e il furto dell’automobile.

La maggioranza degli intervistati pensa che la presenza di stranieri faccia aumentare la criminalità a Terni (percentuale che aumenta tra i meno istruiti e diminuisce tra i giovani); per il 20% né aumentare, né diminuire. Per la metà del campione gli stranieri commettono più reati degli italiani (percentuale che aumenta tra i meno istruiti e diminuisce tra i giovani); per il 40% né più né meno.

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  • memme

    a sentire le forze dell’ordine e il sindaco sono in calo. Forse perchè la gente non fa piu’ denunce!

  • cavaliere nero

    ma della rapina fatta alla banca di corso tacito fatta alle 16 del pomeriggio davanti a tutti perchè non se ne parla più??????misteri italiani

  • chedire

    io so che la sicurezza NON c’e’ piu’ … e lo sappiamo tutti………

  • Spirit

    Tutti ladri de destra e de sinistra