Terni, sigarette di contrabbando vendute in negozio di alimentari: due denunce e maxi-multa

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sigarette di contrabbando Terni (1)Due donne vendono sigarette di contrabbando direttamente in un genere alimentari e la guardia di finanza le denuncia e sequestra quasi 10 chili di tabacchi lavorati esteri. Sembra una notizia d’altri tempi, degli anni ’70, quando il contrabbando di “bionde” era particolarmente comune, invece è avvenuto nei giorni scorsi, a Terni. Per le due donne è prevista una maxi-multa: circa 50 mila euro.

Una delle donne deteneva le sigarette, l’altra le vendeva nel suo negozio di generi alimentari, posto proprio nel centro cittadino. Insieme a pane, frutta e salumi offriva anche un assortimento di svariate marche di sigarette, alcune delle quali neanche in vendita sul mercato legale italiano: Winston, Chesterfield, Nz gold super slim, tutte importate tramite un così detto “mercato parallelo”, ovvero un canale di rifornimento che evitava di pagare i dazi doganali. Quando terminavano i pochi pacchetti che nascondeva nell’esercizio commerciale faceva rifornimento da un piccolo deposito che aveva costituito in un garage adiacente alla propria abitazione.

sigarette di contrabbando Terni (2)Un “giro” che andava avanti da qualche mese e sul quale avevano puntato l’attenzione gli uomini della Guardia di Finanza di Terni, cui erano giunti a seguito della costante azione di controllo economico del territorio. I finanzieri hanno infatti seguito alcuni “allert” che segnalavano un possibile ritorno del fenomeno del contrabbando, forse anche a causa della crisi economica che spinge i consumatori ad acquistare sigarette di bassa qualità e provenienti dall’est europeo pur di risparmiare qualche euro.

Ora le due donne, P.L. di 37 anni e H.I. di 25 anni, entrambe di origine straniera, sono state denunciate alla locale Procura della Repubblica. Per pochi grammi hanno evitato il rischio di essere condannate alla reclusione. Il reato contestato prevede infatti pene diverse a seconda del quantitativo detenuto. Per un quantitativo superiore ai 10 chili è prevista la sanzione della reclusione da due a cinque anni e 5 euro di multa per ogni grammo di prodotto detenuto. Al di sotto di questa soglia il reato è invece punito soltanto con la multa, pari 5 euro per ogni grammo. Per le due si tratta comunque di una stangata: si beccheranno una sanzione di circa 50 mila euro.

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