Terni, tribunale ecclesiastico: 20 cause per annullamento matrimonio nel 2015

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Tribunale ecclesiastico interdiocesanoSono 20 i matrimoni celebrati nella Diocesi di Terni- Narni-Amelia per i quali il tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro ha trattato la causa di annullamento nel 2015. Lo riferisce la Conferenza Episcopale Umbra, nell’ambito del  “Dies Annualis”  dell’organismo giuridico,  con la relazione del vicario giudiziale padre Cristoforo Pawlik e la prolusione di monsignor  Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana, sulla Lettera Apostolica di Papa Francesco “Mitis Iudex Dominus Iesus”, sulla riforma del processo matrimoniale canonico e la sua attuazione. A presiedere, il cardinale monsignor Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu. A livello regionale, il dato è di 126 cause espletate: un dato impressionante se si considera che due anni fa erano appena 74.  A queste vanno poi aggiunte altre 104 pendenti. Delle cause concluse, 118 hanno avuto esito positivo, 3 negativo, 4 sono state annullate per rinuncia e 1 perché scaduta.

Per quanto riguarda le altre due Diocesi che ricadono in parte nel territorio della provincia di Terni, il dato vede 15 cause da Orvieto-Todi e 14 da Spoleto-Norcia. La maggior parte dei processi (101) hanno avuto una durata tra i sei mesi e 18 mesi a conferma che da sempre si è tenuto a dare risposte puntuali alle domande. La durata della convivenza coniugale prima dell’introduzione del procedimento è di oltre dieci anni in 39 casi, va da cinque a dieci anni in 34 casi, da uno a due anni in 16 casi. Le persone che hanno avviato il procedimento hanno un’età compresa tra i 41 e i 50 (111) tra i 31 e 40 anni (79) ed anche quattro casi di persone oltre i 61 anni. Sono in prevalenza uomini a chiedere il procedimento di annullamento: 69 contro le 57 donne, sono in prevalenza nell’ordine impiegati, operai, liberi professionisti, imprenditori e industriali, insegnanti, disoccupati.

Don Pawlik ha ricordato in proposito i cambiamenti più importanti voluti da motu proprio di Papa Francesco in materia di annullamento di matrimoni: “Il Vescovo stesso è giudice nella sua Chiesa, esercita la potestà giudiziaria sia personalmente sia mediante il Vicario giudiziale e i giudici. Il Pontefice chiede con forza, che ogni Vescovo torni personalmente ad esercitare o dare almeno il segno ai suoi fedeli di questa sua personale potestà. C’è poi l’abolizione dell’appello d’ufficio, per cui non è necessaria la conferma della sentenza di primo grado, affinché la decisione diventi esecutiva. Di conseguenza, dopo la sentenza affermativa di primo grado, in assenza di impugnazioni della decisone nel tempo perentorio di 15 giorni dalla ricezione della sentenza dalle parti e dal difensore del vincolo, questa diventa esecutiva e dà il diritto alle parti di contrarre nuove nozze in chiesa. C’è poi l’introduzione del processus brevior o breviore (più breve)  Per iniziare la procedura si devono verificare le condizioni, del proponimento della domanda da entrambi i coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro;  che ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una istruzione più accurata, e rendano manifesta la nullità. In mancanza di uno dei suddetti requisiti si deve procedere per il processo ordinario. Ed infine la totale gratuità delle cause”.

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