Terni, uccide cinghiale con freccia di balestra: uomo denunciato

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balestra a caccia di cinghialiA caccia di cinghiali armato di balestra: per questo un uomo è stato denunciato dalla forestale che lo ha sorpreso sabato scorso, nella zona di Villa Palma, a Terni, dopo che aveva già ucciso un animale.

L’uomo è stato scoperto durante un servizio di antibracconaggio svolto dagli agenti tra Villa Palma, via Casagrande e strada del Cerqueto: una zona in cui da tempo veniva denunciata dai residenti la presenza di cinghiali e di bracconieri. A ridosso di un bosco, la forestale ha notato strani movimenti nella corte di una abitazione e ha quindi deciso di perquisirla. Proprio in quel momento era in corso la scuoiatura e l’eviscerazione di un cinghiale abbattuto da poco.

Dagli accertamenti è emerso che l’animale era stato abbattuto nel terreno nelle vicinanze della stessa abitazione, utilizzando una potente balestra armata con una freccia con punta di acciaio acuminata ed estremamente affilata, che aveva completamente trapassato il cinghiale.

L’uomo è stato denunciato per esercizio di caccia in periodo di divieto generale e con l’ausilio di mezzi di caccia vietati. Ora rischia la pena dell’arresto da tre mesi a un anno e l’ammenda da 929 a 4.131 euro oltre ad una incriminazione per furto venatorio ai danni dello Stato in quanto privo di licenza da caccia. L’animale ed i mezzi di caccia sono stati sequestrati.

Spiega la forestale che “la zona ove si è verificato l’accaduto è sita nella prima periferia della città di Terni a ridosso del raccordo autostradale Terni-Orte, area estremamente antropizzata con presenza di numerose abitazioni sia singole che a schiera dove in un terreno incolto adiacente si è insediato da diverso tempo un gruppo di cinghiali che lo utilizza come rifugio. Questa presenza ha destato preoccupazione tra la popolazione del posto che ha inoltrato esposti e segnalazioni affinché potesse risolversi il problema degli animali che girovagavano abitualmente tra i vari giardini. E’ possibile, a questo punto, che la permanenza degli animali in zona fosse dovuta anche alla pratica del foraggiamento con mais praticata dai bracconieri al fine di indurre i cinghiali a dimorare in aree dove poi possono essere più facilmente abbattuti”.

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