Terni, “Via Ippocrate pericolosissima per i pedoni”, petizione dei residenti: “Serve marciapiede sopraelevato”

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via-ippocrate-terni“Via Ippocrate è pericolosissima per i pedoni specialmente per i bambini e gli anziani che cercano di percorrerla per recarsi ai parchi, o al centro commerciale, oppure per portare la spazzatura nei cassonetti, o semplicemente per fare una passeggiata”. A lanciare l’allarme sono i residenti di quella zona di Terni che hanno raccolto e consegnato al Comune 320 firme. Nella petizione chiedono che sia costruito “un marciapiede sopraelevato rispetto al piano stradale in proseguimento di quello costruito fino all’incrocio con Via A. Murri”.

I residenti scrivono nella petizione: “In via Ippocrate la circolazione dei veicoli è aumentata notevolmente negli ultimi anni ed i veicoli transitano a velocità sostenuta, dove ci sono delle curve pericolose e coperte, strettoie non segnalate, alberi sul ciglio della strada, moltissimi incroci con strade secondarie e passi carrai”. Inoltre “il manto stradale è in condizioni pessime, per lunghi tratti sprovvista di segnalazione stradali per l’attraversamento pedonale, ma anche di scarsa illuminazione notturna, tali mancanze pongono i residenti in una situazione di rischio continuo giornaliero”. Da qui la richiesta del marciapiede sopraelevato.

Si tratta d’altro canto di una strada lungo la quale vivono circa 3500 abitanti e che è trafficata dai residenti delle località a sud della città, come Miranda, Larviano, Vocabolo Predaro, vocabolo Piefossato, Colli di Valenza, strada di Perticara.

 

Il promotore della petizione e portavoce dei firmatari, Silvano Castelletti, analizza così la situazione: “Purtroppo via Ippocrate per la sua morfologia geologica del territorio, posizionata in una valle con la presenza di un fosso di raccolta delle acque piovane provenienti dal monte di Miranda e colli limitrofi, non ha la possibilità di avere una strada come quella di altri quartieri di Terni, cioè con un marciapiede ed una pista ciclabile (proprio a causa della posizione del canale che è posizionato a ridosso della via)”.

“Oggi – sostiene il portavoce – questa strada con queste caratteristiche (non è mai stata adeguata alle esigenze di traffico e servizi che man mano sono aumentate nel corso degli anni, rimanendo inalterata come 50/60 anni fa) è insufficiente per la gran mole di traffico che vi circola dovuto all’aumento di abitazioni (l’amministrazione comunale continua a concedere licenze edilizie) con conseguente aumento esponenziale della popolazione residente”.

Prosegue Castelletti: “Chiunque può percorrere con un’auto questa via rendendosi conto delle pericolosità che si affrontano per le numerose inserzioni stradali a raso private e pubbliche che si immettono in questa strada, strettoie, ostacoli come: pali della luce, piante, muretti di recinzioni, secchi della spazzatura, guard rail. In questa via ci sono oltre trenta ponti che attraversano il fosso in poco più di un chilometro, ci sono ponti di ogni genere, di ogni dimensione ed altezza, vecchi dei casali di un tempo, nuovi di abitazioni di recente costruzione. In un punto della via il canale viene chiuso per oltre cinquanta metri, per un cambio di direzione nel lato opposto della strada. Facendo un conto, con più di trenta ponti, per una media di tre metri e mezzo per ognuno, oltre la canalizzazione per l’attraversamento stradale, questo torrente è quasi coperto per 200 metri, su un percorso di un chilometro”.

Il portavoce dei residenti firmatari della petizione sostiene che una soluzione potrebbe essere “la chiusura del fosso, questo porrebbe spazio alla viabilità e tutti i servizi necessari per adeguare il nostro quartiere al resto della città, opzione contrastata dagli operatori che a loro dire non può essere chiuso, ma sarà vero? Vorrei precisare che in questo canale non scorre acqua sorgiva, ma è soltanto di raccolta quando piove, altrimenti rimane asciutto, anche quando piove con forte intensità non trasporta più di qualche centimetro di acqua, anche per le pendenze contrarie della strada non avendo tombini di raccolta che fanno fluire l’acqua piovana nel torrente. Ora non c’è bisogno di avere delle lauree per capire che in caso di un forti piogge o calamità, che si dovessero verificare nella nostra zona con eventuali trascinamenti di detriti dalle montagne riversandosi nel torrente, sarà il primo ponte a monte ad essere ostruito, e non gli altri ventinove a valle”.

“Sono oltre cinquanta anni che vivo in questa zona – prosegue il promotore della petizione – e non ho mai visto questo torrente con una quantità d’acqua piovana che possa far pensare ad una tracimazione e mettere in pericolo i residenti, invece la viabilità mantenuta in queste condizioni si, ci mette in pericolo costantemente ogni giorno, anche soltanto per buttare la spazzatura”.

Prosegue Castelletti: “Oltre a tutto questo c’è una manutenzione precaria: normalmente la parte non cementata è coperta di arbusti, erbacce e immondizia di ogni genere, contribuendo allo stato di degrado ed abbandono in cui viene lasciato tutto il quartiere. Altro disagio per gli abitanti che usano il sevizio di trasporto pubblico, è l’inesistenza di spazi attrezzati per le fermate degli autobus, non esistono pensiline e spazzi di sicurezza dove le persone possono fruire di questo servizio”.

E ancora: “Non ci sono parcheggi, abbiamo una chiesa, per 3500 abitanti, una chiesa notevole, di recente costruzione, ma non ci sono spazi destinati alle auto per le persone che vogliono assistere alle funzioni liturgiche. I residenti che vivono nelle vicinanze subiscono il parcheggio selvaggio ogni domenica o ad ogni evento di cui la chiesa e addetta a dispensare alla collettività, amplificando notevolmente il disagio della viabilità, in un punto già fortemente compromesso sia per la scarsa larghezza della via, ma anche per l’incrocio esistente con la strada del Borghetto e la via adiacente che sale nella collina costeggiando la chiesa. Ad aggravare la situazione di viabilità aumentando il traffico locale, si aggiunge anche un importante centro diagnostico e riabilitativo situato di fronte a Santa Maria della Pace, dove ogni giorno decine di persone usano i servizi di screening e riabilitativi”.

“Nelle stesse condizioni è la scuola elementare: ci sono soltanto 4/5 parcheggi all’esterno, ma in parte occupati dai cassonetti della spazzatura. Nelle vicinanze della scuola per proteggere i bambini che vanno a piedi, è stato costruito una specie di passaggio pedonale con dei paletti posticci sul ciglio della strada restringendo la carreggiata dove le auto passano a senso unico alternato per il poco spazio lasciato al traffico”.

Continua Castelletti: “Abbiamo un asilo fatiscente, cinquant’anni fa ci sono andato anche io, quando ancora veniva usata come scuola elementare, ed era già allora decrepita. Ci sono state promesse da parte di alcuni esponenti politici, che promettevano un piano per costruire una nuova scuola materna (dato che quella esistente non può essere ristrutturata) nella zona della piazza di valenza con parcheggi ed infrastrutture dedicate a tale scopo ma è stato soltanto uno spot elettorale, visto le imminenti elezioni tenutesi il 25 maggio 2014, poi non si è saputo più nulla di quel progetto”.

Altri pericoli che vengono evidenziati dai firmatari della petizione sono “gli ostacoli sul ciglio della strada, all’altezza del complesso residenziale Il Prato, c’è una grande pianta posizionata in prossimità del ciglio della strada, ci nono ancora pali che sostengono cavi volanti elettrici, che potrebbero essere interrati come in tutte le altre parti della città, togliendo questi ostacoli pericolosi, inutili ed antiestetici”.

La lista dei disagi e dei pericoli non è ancora finita “Carenza di illuminazione notturna, con pochi punti luce ed in parte inesistenti. Un pericolo grave è lo stato del manto stradale, talmente degradato con buche e dissesti di ogni genere in special modo per chi la percorre in moto o in bici. L’assenza di monitoraggio della velocità delle auto che transitano e di pattugliamento di questa via da parte di polizia municipale, carabinieri, e polizia stradale, porta al non rispetto delle velocità, aumentando notevolmente il rischio per i pedoni, ma anche per tutto il traffico locale”.

“Quello che auspichiamo noi residenti di questo quartiere è di poter un giorno raggiungere il centro commerciale, oppure il parco di viale Trento a piedi o in bici, o semplicemente fare una passeggiata senza rischiare la vita. Perché questo possa diventar possibile c’è bisogno di un intervento decisivo da parte dell’amministrazione comunale, c’è bisogno di un progetto serio, che modifichi completamente la viabilità”.

I residenti non si limitano a denunciare minuziosamente i problemi ma avanzano anche possibili soluzioni: “Se realmente il comune prendesse in considerazione di voler risolvere il problema, si potrebbero trovare risorse messe a disposizione della Comunità Europea per la circolazione alternativa, piste ciclabili e progetti di viabilità. Uno dei tanti a cui si potrebbe aderire è il InterBike che è stato cofinanziato dal fondo europeo di sviluppo regionale (Feres)  oppure con progetto deliberato dal consiglio dei ministri europeo per futuri finanziamenti per tale scopo; Horizon 2020. Ma anche la legge di stabilità del governo Renzi indica prioritario un investimento per questo tipo di viabilità alternativa alle auto, riporto articolo dal “Sole 24ore” del 9 ottobre 2015: (il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha illustrato i lavori in corso in Italia su questo fronte. Il ministro pensa a un fondo per realizzare piste ciclabili in tutta Italia da introdurre nella legge di stabilità”.

Per Castelletti “serve soltanto la volontà il buon senso e professionalità da parte delle istituzioni locali per risolvere il nostro disagio e non farci sentire cittadini di serie B”.

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