Approvato bilancio della provincia di Terni da 65 milioni di euro. Alienazione di Villalago

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Il Consiglio provinciale di Terni ha approvato con i voti della maggioranza e quelli contrari della minoranza il bilancio di previsione 2012. La manovra complessiva ammonta a circa 64,7 milioni di euro, nel 2011 era stata di 66,9 milioni di euro e nel 2010 di 77,5 milioni.  In una nota palazzo Bazzani specifica che il bilancio rispetta il Patto di stabilità, evidenzia conti in ordine per quanto riguarda la condotta generale dell’ente e non prevede aumenti della pressioni fiscale.

La riduzione dei trasferimenti statali è pari a 1,2 milioni di euro, a questi si sono recentemente aggiunti ulteriori 1,2 milioni di tagli della Regione. La previsione di entrate tributarie è di circa 23.890.000 euro, sostanzialmente in linea con il 2011. Tale previsione sconta l’incertezza dell’andamento del mercato delle auto che sta registrando una forte crisi. Gran parte degli introiti della provincia derivano infatti dalla tassa sulla rc auto. Le entrate extratributarie si riducono di circa 200.000 euro rispetto al 2011, passando 2.668.699 euro a 2.447.715 euro.

Dai residui attivi si ritiene possibile incassare circa 3,5 milioni di euro che saranno destinati ad opere strategiche, mentre l’amministrazione provinciale ha anche previsto alcune alienazioni, fra cui quella dell’ex Provveditorato, della Palazzina di Viale Trieste e di Villalago per un ricavo totale di 3,5-4 milioni di euro.

“L’obiettivo generale – ha affermato l’assessore al Bilancio Vittorio Piacenti d’Ubaldi – è quello di concentrare le risorse sui settori fondamentali della provincia, ossia viabilità, edilizia scolastica, ambiente, urbanistica, pianificazione territoriale, formazione professionale e politiche attive del lavoro, scuola e università. Siamo in una situazione straordinaria e in questo fase di transitorietà dobbiamo riuscire a mantenere solidità finanziaria”.

Il Piano triennale degli investimenti prevede nel 2012 8,9 milioni di euro, nel 2013 7,3 milioni di euro, nel 2014 8,7 milioni di euro. Il costo del personale è stato ridotto del 9% con il prosieguo del blocco del turn over. Stretta anche su collaborazioni e incarichi esterni che passano da 254.000 euro a 179.000 (-30%) (più estensivamente nel 2009 il costo era di 413.400 euro, portato a 297.000 nel 2010 e a 254.000 euro nel 2011).

“Non basta contenere le spese – ha detto Gabriella Caronna (Pdl) – rispettando i parametri delle leggi, occorre gestire l’ente con una strategia e una responsabile progettualità del territorio”. “La situazione della Provincia – ha osservato Mauro Paci (Pd) – va inserita nel contesto più ampio della crisi in atto e delle ondate di attacchi nei confronti di questo tipo di ente. Ci sono spese che vanno indubbiamente riviste e tra queste anche alcune riguardanti quelle della politica, ma dobbiamo continuare nell’impegno complessivo teso a ridurre le spese e a rendere la Provincia un ente diverso nel contesto delle riforme”. Zefferino Cerquaglia (Sl/Psi) ha rimarcato la corretta gestione finanziaria ed ha ricordato come la Provincia debba essere sempre più un ente di riferimento, “sia come territorio – ha affermato – che come contesto sociale”. Francesco Abbate (Pdl) ha invece sottolineato la necessità di “tornare a svolgere un ruolo politico da parte soprattutto della maggioranza che invece stenta nelle pastoie di una coalizione troppo composita. La politica deve tornare a dare risposte concrete ai cittadini”.

Il presidente della Provincia Feliciano Polli ha sottolineato il rigore adottato in questi anni per i bilanci dell’ente “con un lavoro – ha detto – che è stato finanziario e politico, condotto tutti insieme e molto importante e che non va sminuito. Si sta andando verso un nuovo ruolo della Provincia come ente di area vasta e questo dimostra l’importanza dell’ente Provincia. Per quanto riguarda l’Umbria – ha spiegato Polli – spetterà al Cal fare una proposta di riordino delle due Province basata sulla popolazione, sulla superficie e sul numero di Comuni e tale proposta verrà poi presentata al governo che dovrà deliberare in materia”.

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