Ast, appalti in cambio di favori, parla l’imprenditore che ha denunciato: ”Sistema marcio”

Parla di “sistema marcio” e ripercorre tutte le vicissitudini che hanno poi portato allo scandalo dell’inchiesta sugli appalti in cambio di favori che vede indagati 11 dirigenti Ast. Cristian Spina, imprenditore dalla cui denuncia è partita l’indagine della procura di Terni, oggi ha raccontato la sua verità tenendo, insieme al proprio legale Carlo Viola, una conferenza stampa.

Spina si è detto fiducioso nel lavoro della magistratura ed ha invitato altri eventuali imprenditori “stanchi, pressati e vittime di un sistema marcio”  a denunciare quanto subito: “Spero che qualcuno parli”.

L’imprenditore ha raccontato: “La mia ditta, la Misp Automation, ha vinto l’appalto di manutenzione delle caldaie dell’acciaieria nel 2011. Subito ho redatto una relazione tecnica in cui spiegavo che gli impianti non erano a norma. Ho informato della cosa i responsabili del settore dell’acciaieria, ho reclamato i lavori, ma mano a mano lo scontro si è fatto sempre più acceso, veniva messa in dubbio la mia parola, mentre io e i miei dipendenti venivamo sottoposti a pressioni”.

Così Spina ha deciso di rivolgersi ad un consulente esterno che ha redatto una perizia giurata “in cui confermava quello che sostenevo”. “L’ho trasmessa a tutti ma ancora nulla, fino ad una lettera che nel 2013 ho inviato all’allora board italiano di Ast. Dopo sei ore hanno recesso tutti i miei contratti”. Insomma, “chiedevamo sicurezza e ci hanno cacciato”. La Misp, ha raccontato ancora Spina, “si è così trovata in ginocchio. Dai 2 milioni di fatturato di allora l’azienda è passata ora a 60 mila, mentre i dipendenti sono scesi da 40 a tre. Non ci hanno pagato nemmeno le fatture arretrate (ancora oggi dobbiamo incassare 150 mila euro). Ma se abbiamo resistito è grazie ai miei lavoratori, perché mi sono stati accanto pur non percependo per mesi gli stipendi”.

Di fronte alle difficoltà della Misp, nel frattempo, Spina ha creato un’altra azienda, specializzata nella produzione di serbatoi in acciaio inox, che conta 12 dipendenti.”Venticinque persone hanno però perso il posto di lavoro. Persone giustamente ci hanno chiesto quanto il Tfr che gli spettava ma che non abbiamo potuto pagare non avendo ricevuto più nulla dall’Ast.”.

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