Ast, Fiom Terni: ”Preoccupante fermata di 8 giorni dell’area a caldo e calo produttivo”

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Claudio CipollaFermata di almeno otto giorni nell’area a caldo dell’Ast di Terni, in base ai piani produttivi di maggio e giugno della Thyssen: lo riferisce il segretario provinciale Fiom Cgil, Claudio Cipolla, secondo il quale la produzione mensile di acciaio non supererà le 90 mila tonnellate (a fronte delle oltre 100 mila medie, per una produzione, a pieno regime, di oltre un milione e 200 mila tonnellate all’anno, ndr) confermando le “preoccupazioni evidenziate e denunciate da qualche mese a questa parte sul futuro assetto produttivo del sito ternano” di Tk.

“E’ da tempo – aggiunge Cipolla – che chiediamo concretezza e certezza degli impegni da parte di Tk su Terni e, ad oggi, abbiamo avuto soltanto rassicurazioni verbali che nei fatti, come dimostrano i volumi in programma, vengono puntualmente smentite”. La Fiom torna quindi a sollecitare un “confronto governativo ai massimi livelli per evitare che la situazione precipiti e per intervenire nei confronti della Commissione europea e della multinazionale tedesca chiedendo il rispetto degli impegni presi”. Secondo il sindacato è infatti a “rischio, nel medio periodo, la sopravvivenza delle produzioni siderurgiche ternane per come le abbiamo conosciute fino ad oggi”. 

“Come Fiom-Cgil – è la conclusione di Cipolla – continuiamo a denunciare anche atteggiamenti non condivisibili di una parte del management aziendale che invece di pensare a far bene il proprio mestiere lavorando su obiettivi condivisi in difesa di Ast si occupa di questioni non di propria competenza”.

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  • silvepaolo

    daje compagniuoli delle acciaggglierie tutti a vota pd domenica!!!voi li votate e guarda loro come ve lo mettono in c….!!

  • pierluigi

    Ma è possibile che la Fiom non riesce ad uscire da una visione ottocentescha del ciclo produttivo.
    La soluzione è quella di produrre di meno riducendo allo stesso tempo i turni di lavoro portandoli a 6 ore, a parità di stipendio, così come sta avvenendo in alcuni impianti suderurgici tedeschi e danesi.
    Occorrono dei controlli stretti sulle emissioni dell’AST, questo può essere possibile solo facendo tornare l’acciaieria sotto controllo pubblico.
    La Cgil ternana non si sta certo muovendo in questa direzione.