Ast in vendita, Governo convocherà vertici Outokumpu. Nell’incontro sottosegretario colto da malore

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Si rincorrono di ora in ora preoccupanti voci sul destino delle acciaierie di Terni, dopo l’annuncio di Outokumpu di volerle vendere (qui l’articolo). Da poco è finito l’incontro tra i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico con quelli delle istituzioni umbre nel corso del quale si è appreso che il Governo convocherà a breve il board Outukumpu per discutere del piano di acquisto del ramo Inoxum dalla Thyssenkrupp che potrebbe lasciar fuori gli stabilimenti di viale Brin.

La presidente della Regione Catiuscia Marini ha ribadito la richiesta al governo di farsi sentire dalla Commissione europea: “Germania e Finlandia non possono in sede europea, sulla nostra testa, trattare e decidere sorti di un’industria siderurgica italiana, pezzo fondamentale e strategico in ambito nazionale. Oltre che perno economia umbra e ternana. Né fredde norme antitrust possono essere anteposte a interessi nazionali”.

Dall’incontro sarebbe emerso che il Governo è impegnato per l’integrità del sito di Ast e a breve è previsto anche un incontro con il board di Inoxum.

Nel corso dell’incontro il sottosegretario dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, ha accusato un lieve malore. Dopo il malore, durante il quale non ha mai perso conoscenza, il sottosegretario si è comunque soffermato con i dirigenti per dare le ultime indicazioni su come chiudere la riunione. Successivamente è stato accompagnato al Policlinico Umberto I per gli accertamenti di rito.

Nel frattempo nella giornata di oggi Cgil, Cisl e Uil hanno scritto alla Direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea per esprimere il loro “netto e forte dissenso al proposto ‘disinvestimento'” che colpirebbe l’Ast nell’ambito dell’acquisizione della Inoxum da parte della Outokumpu. Nella lettera indirizzata al direttore generale, Alexander Italianer, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Elena Lattuada, Luigi Sbarra e Paolo Pirani, scrivono: “Nell’ipotesi in cui il proposto disinvestimento dovesse intaccare, anche solo in parte, l’attuale assetto impiantistico di Ast e delle sue controllate, si inficerebbe irrimediabilmente la competitività e la concreta possibilità di operare e concorrere sul mercato europeo e internazionale di Ast e delle società controllate”. Prima della decisione attesa per il 16 novembre, i tre dirigenti sindacali chiedono quindi alla Direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea di ricevere copia della proposta di ‘disinvestimento’ e di essere sentiti e consultati sul destino della Ast di Terni.

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