Ast, istituzioni umbre: ”Proposta di Tk dal costo sociale troppo elevato e senza garanzie”

Le istituzioni umbre starebbero valutando la possibilità di prendere ulteriormente le distanze dalla proposta di accordo di Thyssenkrupp “che non darebbe alcuna garanzia soprattutto sul versante degli investimenti per la salvaguardia della competitività del sito delle acciaierie di Terni”. Proposta che prevede tra l’altro la messa in mobilità per 290 lavoratori, incentivi per l’esodo e il sostanziale azzeramento della contrattazione aziendale.

“Una proposta di accordo così come sembra profilarsi – sostengono le istituzioni locali – avrebbe un costo sociale elevatissimo, scaricando esclusivamente sui lavoratori il peso del piano industriale, sia in termini di lavoratori in mobilità che di pesanti riduzioni salariali”. La presa di distanza ufficiale potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore, in vista della riunione convocata per venerdì prossimo al ministero per lo Sviluppo economico, e che vedrebbe le istituzioni umbre assumere una posizione autonoma, “a difesa di tutti i lavoratori delle acciaierie di Terni”.

FIM CISL Leggermente più possibilista è Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl, che in una nota scrive: “Ci aspettiamo che l’azienda superi le tattiche dilatorie, le richieste impossibili da accogliere e un atteggiamento antagonista che ha finora caratterizzato il suo atteggiamento. La Fim – prosegue – si presenta all’incontro di venerdì con l’intenzione di provare a fare l’accordo. Per noi è essenziale che la capacità produttiva del sito sia rafforzata, con investimenti adeguati e con una politica e una rete commerciale capace di fare uscire il sito di Terni dalla incertezza nella quale si trova. Gli eventuali esuberi che dovessero derivare da operazioni di efficientamento dovranno essere gestiti con gli ammortizzatori sociali e con politiche di incentivazione all’esodo volontario. Serve mettere in pratica, anche in questa vertenza, tutte le misure che si stanno approntando nel tavolo della siderurgia, su energia, materie prime e infrastrutture”.

“La necessaria ristrutturazione dell’azienda – sostiene ancora Bentivogli – va sostenuta con politiche di taglio dei costi a partire da quelli generali e non escludiamo un sacrificio anche da parte dei lavoratori, purché sia sostenibile e realistico. Tali sacrifici saranno credibili se si partirà dall’alto, dalle collaborazioni e consulenze, dai bonus unilaterali”.

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