Ast, Liberati: ”La fumata rossa di ieri non è un caso isolato. Tk paghi danni ambientali”

La fumata arancione che si è sollevata ieri dagli stabilimenti dell’Ast non è un caso isolato. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, aggiungendo che Thyssenkrupp dovrà pagare per tutti i danni cagionati e accusando le istituzioni locali di essere state sempre “tenere” nei confronti della multinazionale. Liberati riporta infine una mail inviata nel 2013 ad un dirigente dell’Ast in cui segnalava proprio fumi ed emissioni.

Il comunicato di Andrea Liberati:

“Sono anni che denunciamo l’obsolescenza di segmenti importanti degli impianti siderurgici di Terni: abitando nei dintorni delle Acciaierie, posso personalmente testimoniare come l’incidente della c.d. fumata rossa, sprigionatasi platealmente venerdì scorso, non sia un caso episodico. Certi cieli variopinti su Terni sono ben visibili a chi ha occhi per vedere. Certe emissioni non captate si ripetono infatti da tempo, in varia misura e con una propria regolarità, come mostra la mail che accludo di seguito.

Tale pervasivo e sistematico inquinamento cagionato dal gruppo teutonico è la spia di un modo di fare di stampo paracoloniale benevolmente assecondato da numerose e interessate quinte colonne politiche e sindacali locali, parimenti assai tenere con la TK pure dopo i drammatici tagli occupazionali dell’estate scorsa, al di là dei teatrini di rito e nonostante l’azienda fosse ampiamente fuorilegge su versanti cruciali per la salute pubblica.

Noi, non da oggi, scriviamo viceversa alla stessa TK, all’ARPA, al sindaco, alla Provincia (ora dirette dalla stessa persona) fino alla Regione, al Governo e alla Magistratura medesima per segnalare i gravissimi insulti all’uomo e al Creato determinati da questo disinvolto modo di fare da parte della multinazionale.

Certo è che, unitamente al M5S comunale e nazionale, a questo punto lavoreremo affinché la Thyssen Krupp e i suoi famigli paghino tutti i danni causati alla nostra salute, alle nostre vite, alla nostra alimentazione da buttare, ai beni mobili e immobili: cari signori, iniziano tempi nuovi!

La pugna va avanti da anni, nell’indifferenza di tanti; una battaglia tuttora aperta, condotta fino in sede ministeriale. Risultati?

Mentre la vecchia politica perde tempo, contribuendo di fatto e di diritto ad affossare l’azienda, proseguendo con nascondimenti affatto lirici, con liturgie da dinosauri, con conflitti di interesse ancora da dichiarare, coi suoi partiti finanziati da Federacciai e da chissà chi altri (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/28/famiglia-riva-e-finanziamento-da-98-mila-euro-che-imbarazza-bersani/429877/), con clientelismi contenuti solo dalla crisi, intanto la libera Magistratura avvia con coraggio iniziative nuove, procedendo finalmente in direzione del ripristino della legalità contro le condotte talora turpi di una classe dirigente industriale, politica e sindacale più adusa all’ermetismo omertoso delle tre scimmiette che alla luce della verità. Quale verità? Le incontrovertibili contaminazioni di tutte le matrici, già profetizzate nelle missive allegate.

La stessa ARPA ha recentemente vergato parole pesantissime: l’Autorizzazione Integrata Ambientale “non garantisce gli standard ambientali”, ma si prosegue come sul Titanic, senza decidere alcunché, al di là della necessità di una nuova AIA.

Così, anziché impegnarsi nel coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti per riqualificare con le dovute cospicue risorse le nostre produzioni a spese degli avidi tedeschi, finora legibus soluti come altri non solo a Taranto, i citati dinosauri della politica ci mantengono in compagnia di impianti logori che costituiscono un pericolo quotidiano anzitutto per la salute dei lavoratori delle acciaierie, fratelli ridotti a carne da macello per via di un perverso sistema politico-economico-finanziario che trasforma in numeri meccanografici le vite umane.

In un simile contesto si sono ramificate atmosfere corruttive che, come dimostrano puntuali indagini giudiziarie, hanno connotato per anni alcune attività in seno all’azienda; attività dinanzi alle quali politici e sindacalisti apicali sono stati lungamente afoni, nell’auspicio che ovviamente non abbiano poi preso parte all’osceno banchetto. Attendiamo ulteriori sviluppi al riguardo”.

La mail inviata da Liberati ad un dirigente dell’Ast:

“Gentile ingegnere,

sono a inviarle queste foto. Dia cortesemente uno sguardo alle seguenti immagini allegate, DSCN 0211 e 0213, scattate qualche giorno fa. Testimoniano che qualcosa non va.

Come vede, si manifestano tre pennacchi, di cui uno bluastro al centro che non si dissipa subito al contatto con l’aria come negli altri casi -con effetti comunque da esaminare- ma si trasforma in una nuvoletta chimica -con una colonna alta molte decine di metri- che staziona sopra parte dello stabilimento e, generalmente, su una porzione di Prisciano-voc. Valle e/o su alcune aree di Borgo Bovio, a seconda delle correnti.

La cosa è preoccupante, perché tali emissioni avvengono regolarmente ogni pochi minuti, quotidianamente, come ho avuto ripetutamente occasione di vedere.

Ci sono poi altre due immagini, chiamate ‘fumi diversi’, riferite a emissioni che si sviluppano praticamente a un passo dai limiti esterni dello stabilimento.

Noto su maps.live.it che la zona della logistica ferroviaria, accanto al piazzale merci di Via Vulcano, sembra ricoperta da una sorta di borotalco e comunque le immagini aeree indicano uno strano nitore di quella specifica area.

Ingegnere, nell’ottica di un’autentica salvaguardia della produzione, forse a maggior ragione in un momento di transizione proprietaria, appare necessario sapere se intendiate predisporre tutte le iniziative utili al fine di redigere un concreto cronoprogramma di lavori al riguardo, contenendo gli inquinanti citati, con particolare riferimento alla nuvola chimica.

Infatti un simile getto, certo non salutare, appare insostenibile e, alla lunga, gravido di rischi sul fronte sanitario per chi -lavoratori e popolazione- vi rimanesse esposto, a voler tacere dell’annoso tema delle suddette polveri che, di Prisciano in particolare, fanno un luogo non certo piacevole. La comunità e l’ambiente non lo meritano, specie nell’anno domini -e della tecnologia- 2013″.

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