Ast, messa natalizia, Morselli: ”Tempi brutti sono alle spalle, ora ci saranno solo buone notizie”

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messa acciaierieQuesta mattina all’Ast il vescovo di Terni, padre Giuseppe Piemontese, ha celebrato la tradizionale messa prenatalizia, alla presenza degli operai e dei rappresentanti delle istituzioni locali, il prefetto Gianfelice Bellesini e il sindaco Leopoldo Di Girolamo. Al termine.

Al termine della messa ha preso la parola l’amministratrice delegata, Lucia Morselli, che ha detto: “I tempi brutti sono definitivamente alle nostre spalle. Ora ci saranno solo buone notizie, bisogna andare a prenderle e costruire”. L’amministratore delegato ha fatto poi più volte riferimento alla necessità di “custodire e coltivare”.

VESCOVO Lo stesso vescovo nella sua omelia ha parlato di Ast, dell’accordo e del futuro. Ha detto padre Piemontese: “Il lungo tempo di sciopero, di confronto, di incontro e scontro tra le parti sociali di questa Azienda ha posto, nero su bianco, una parola di conclusine e di accordo. Sarà pace? Sarà armistizio? Sarà moratoria? Mi auguro che sia pace, concordia e amicizia. Ma la pace, anche in una azienda di Acciai Speciali, va innanzitutto invocata come dono di Dio, di Gesù Cristo, principe della Pace. Essa inoltre va ricercata, promossa, costruita giorno dopo giorno, e custodita.

In ogni accordo, che è un compromesso, tutti assaporano una vittoria, che a volte ha il gusto dell’amaro perché si guarda non a ciò che si è ottenuto, ma a ciò a cui si dovuto rinunciare. Ma la vita non può essere vissuta come armistizio tra battaglie continue. Con delicatezza mi permetto di ribadire a tutti quanto ho scritto qualche giorno fa: ‘Mentre si sottoscrive un accordo, ci si assume un impegno sincero e leale a ricomporre il tessuto aziendale e civile. Vanno ricuciti i rapporti interpersonali e istituzionali all’interno della fabbrica, dove certamente sarà difficile far finta che non sia successo niente. Rivendicazioni, parole sopra le righe, toni alti, gesti e posizioni dure, ecc. non sono cose che si superano facilmente. Cova spesso all’interno di ognuno, anche dopo l’accordo, il desiderio del prevalere o della rivincita. Senza una positiva volontà di rispetto reciproco e il desiderio di ritornare a rapporti istituzionali corretti, improntati a stima, collaborazione e, perché no, a perdono reciproco, la collaborazione diventa difficile e la vita quotidiana pesante’.

Mentre si torna ad una normalità aziendale, vanno medicate e curate le ferite, che ognuno riscontra in sé e intorno a sé perché si potrebbe correre il rischio di avviare l’azienda verso il decadimento in cui e tutti e ciascuno dei protagonisti verrebbero a perderci in termini di serenità, di salute, di benessere e di speranza.

Abbiamo una storia lunga 130 anni da raccontare e che può insegnare a tutti modalità, percorsi e mezzi per affrontare e risolvere crisi di vario genere. Certo, la crisi globale, che attanaglia il mondo e in particolare il nostro Paese, è un macigno insostenibile. Ma guai a pensare al “tanto peggio tanto meglio”. Come non mai dobbiamo mostrarci una comunità civile unita e determinata. E non mancano eccellenze e doti di intelligenza, di mente, di cuore, di volontà per conseguire obiettivi e mete di benessere sostenibile per tutti.

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  • once upon a time

    alla messa in ast (per fortuna) non c’era un operaio. erano tutti poliziotti in borghese. pagati da noi