Ast, Posco esce dalla trattiva. Parlamento Europeo ”Tutelare siderurgia”. Stufara: ”Governo intervenga”

3

Soltanto qualche giorno fa, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, nel corso di un incontro con rappresentati delle istituzioni, sindacati e lavoratori circa la vicenda della vendita del sito siderurgico ternano, aveva affermato che le acciaierie di Terni erano al centro di forti interessi da parte di acquirenti italiani ed esteri pronti a rilevarle da Outokumpu (qui l’articolo). Erano quindi proseguite le ipotesi, già avanzate da mesi, su chi fossero tali soggetti interessati. Il cerchio si era stretto attorno a quattro candidati con il colosso sudcoreano dell’acciaio Posco in pole position. Proprio ieri, invece, tramite una portavoce societaria, la multinazionale di Seoul ha riferito di non essere interessata all’acquisto dell’Ast.

L’agenzia stampa britannica Reuters ha scritto: “Il produttore d’acciaio Posco ha negato di essere interessato ad acquistare lo stabilimento d’acciaio Thyssen-Krupp di Terni, Italia, rigettando le speculazioni di mercato circa il fatto che il produttore sudcoreano comprerebbe il sito per aumentare la propria presenza in Europa” (qui il lancio d’agenzia). Una decisione dettata dal fatto che l’azienda, a causa della crisi economica, non ritiene opportuno investire circa 800 milioni di euro (il valore del sito ternano) sullo stabilimento di viale Brin, anche se tra i migliori al mondo. C’è comunque da considerare che recentemente, il colosso sudcoreano ha avviato i lavori per la costruzione di un nuovo laminatoio in Turchia da circa 350 milioni di dollari.

Il tempo dirà se Posco abbia effettivamente deciso di uscire dalla trattativa Ast o se tale comunicazione sia solo un modo per mercanteggiare o sviare la concorrenza. Nel frattempo il tema della siderurgia e le vicende di viale Brin cominciano ad essere prese un po’ più sul serio dalle istituzioni europee. Oggi il Parlamento Europeo di Strasburgo ha approvato alcune risoluzioni con l’intenzione di rilanciare il settore per contrastare il ruolo dominante delle aziende asiatiche.

Risoluzioni Parlamento Europeo. In una di queste si chiede alla Commissione di includere anche il settore siderurgico nel processo in corso di revisione delle regole sugli aiuti di stato, sempre nel rispetto della legislazione europea sulla concorrenza ed evitando possibili posizioni dominanti nel mercato. La Commissione è chiamata a monitorare alcuni impianti (come quelli italiani di Terni, Piombino e Trieste) che stanno subendo i maggiori contraccolpi in termini di perdita di competitività e di posti di lavoro. I deputati sostengono anche che la ristrutturazione del settore si debba basare sulla responsabilità sociale e sul dialogo con la società civile. Malgrado il Parlamento accolga la promessa della Commissione di preparare un piano d’azione entro giugno 2013, ribadisce la necessità di farlo entrare in vigore il prima possibile. Si richiede anche di estendere oltre il 31 dicembre 2012 il sistema di sorveglianza delle importazioni di prodotti siderurgici e di tubi d’acciaio. In un’altra, invece, approvata dal Parlamento con 351 voti a favore, 125 contrari e 34 astenuti i deputati chiedono alla Commissione di predisporre con urgenza il piano d’azione in favore del settore siderurgico e ne delineano i principi di base (qui il comunicato).

Angelilli e Sartori. Il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli e il presidente della Commissione industria del Parlamento europeo Amalia Sartori firmatarie della risoluzione hanno commentato: “Il voto dell’aula di Strasburgo è un segnale dell’impegno delle Istituzioni comunitarie per il rilancio di un settore strategico per l’economia europea come quello della siderurgia. L’industria dell’acciaio sta attraversando una grave crisi dovuta a un calo della domanda, alla concorrenza con i Paesi Terzi, agli alti costi dell´energia con conseguenti ripercussioni sull’occupazione: come attestano le cifre si è passati da un milione di posti di lavoro nel 1970 a circa 369.000 nel 2012, solo nell’ultimo triennio ne sono andati persi più di 50000”.

“Nel testo approvato oggi – continuano – si evidenzia la necessità che la Commissione europea presenti quanto prima il Piano europeo d’azione per il settore siderurgico per garantire la competitività delle nostre industrie, che rischiano di essere penalizzate nel confronto con i Paesi Terzi, le cui merci sono prodotte a condizioni e secondo standard non comparabili con quelli comunitari in termini di qualità, tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Occorrono misure concrete come l’introduzione di una certificazione di qualità per i prodotti legati all’acciaio e la costituzione di consorzi di imprese per affrontare gli alti costi dell’energia”.

“Bisogna puntare su innovazione, sviluppo e ricerca, salvaguardare il know-how e soprattutto il patrimonio dei nostri siti industriali e preservare i livelli occupazionali. Proprio per questo è fondamentale, come si sottolinea nella risoluzione che vi sia un attento monitoraggio della situazione di alcuni stabilimenti, tra cui Terni, la cui integrità è a rischio e Trieste, affinché non sia minacciata la competitività europea nel settore dell’acciaio”, concludono Angelilli e Sartori.

UGL Terni. Il segretario provinciale dell’UGL di Terni, Daniele Francescangeli, commenta così le votazioni del Parlamento Europeo: “Un altro step positivo della vertenza che potrebbe tornare a noi favorevole, dopo il positivo incontro avvenuto il 10/12/12 presso il Ministero dello Sviluppo Economico, dove abbiamo appreso notizie che fanno ben sperare per il futuro della nostra sito siderurgico. Un documento, quello della risoluzione, che il vicepresidente Roberta Angelilli, per la sua vicinanza storica alle acciaierie ternane, ha interpretato da grande regista coinvolgendo trasversalmente la quasi totalità dei gruppi politici all’interno del Parlamento europeo, seppur in un contesto difficile e politicamente avverso all’Italia”.

“Il lavoro che da due anni è stato impostato dalla nostra segreteria – continua Francescangeli – con il supporto strategico dell’on. Angelilli, con il coinvolgimento di tutte le sigle sindacali e con l’apertura di numerosi tavoli tematici a Bruxelles con il Vice Presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, e il Presidente della Commissione Industria al Parlamento europeo, Amalia Sartori, domani potrebbe portare ad un risultato importante, un punto di partenza fondamentale per rilanciare la competitività e la strategicità dell’industria siderurgica europea e quindi italiana”.

“Un documento che la nostra segreteria ha condiviso grazie anche alla sinergia messa in campo in questi anni sul fronte sindacale, sul quale viene posta grande fiducia da parte nostra, sia per i contenuti che verranno proposti sia per la trasversalità constatata e voluta dai nostri europarlamentari in sede di elaborazione. Tramite la mediazione del vicepresidente Angelilli abbiamo cercato di far inserire nelle varie ipotesi di risoluzione gli argomenti strategici e rilevanti che noi andiamo sostenendo da diverso tempo durante le nostre missioni in sede europea in primis:

1. la richiesta di un piano di azione per affrontare e mitigare gli alti costi energetici e delle materie prime anche con l’incoraggiamento alla creazione di consorzi tra aziende energivore, finalizzati anche al recupero e riutilizzo di rottami.

2. La richiesta di una possibile introduzione della certificazione di qualità per l’acciaio prodotto in Europa che potrebbe rappresentare un forte deterrente alla concorrenza sleale dei paesi asiatici che producono in condizioni estremamente diverse dalle nostre industrie.

3. La salvaguardia di siti produttivi altamente tecnologici di rilevanza internazionale con conseguente difesa dei livelli occupazionali.

4. La richiesta di monitoraggio degli sviluppi futuri nel sito di Terni e di altri siti produttivi europei dove sono avvenuti fattori rilevanti che potrebbero mettere a rischio l’integrità dei siti produttivi e dei livelli occupazionali”.

Ora che il documento di risoluzione è stato approvato, per il segretario UGL “è opportuno concentrare le relazioni per portare a termine nel più breve tempo possibile, all’acquisizione del nostro sito produttivo nelle mani di affidabili gruppi industriali internazionali per poi poter lavorare nella direzione che questo importante documento ha tracciati, proiettando la siderurgia europea verso scenari di maggior competitività”.

La segreteria provinciale dell’UGL – conclude la nota – ringrazia il vicepresidente del Parlamento Europeo on. Roberta Angelilli e la Presidente della Commissione ITRE on. Amalia Sartori, per il risultato ottenuto e alla ferma attenzione verso le sorti delle storiche acciaierie di Terni”.

Stufara. Ieri ad intervenire sulla vertenza Ast era stato il capogruppo di Rifondazione comunista–Fds a Palazzo Cesaroni, Damiano Stufara, ritenendo “più che fondate le preoccupazioni dei lavoratori che, dopo aver assistito al disimpegno del Governo rispetto all’esito della fusione fra Inoxum ed Outokumpu, sono di nuovo chiamati a sperare in esso per la riuscita dell’acquisizione degli stabilimenti ternani”. Per Stufara “appare sempre più evidente la necessità di un intervento diretto dello Stato per assicurare la continuità delle produzioni e contrastare le logiche di mercato”.

Per Stufara “resta incomprensibile il perché ci si ostini a privilegiare la strada della totale acquisizione da parte di soggetti privati, mentre appare sempre più evidente la necessità di un intervento diretto dello Stato per assicurare la continuità delle produzioni e contrastare le logiche di mercato; logiche per la quali, su altri tavoli e con altri tempi, magari si sta già decidendo la fine dell’Ast nelle sue forme attuali”. Quello che il consigliere auspica è il ricorso “al Fondo Strategico ed alla cassa Depositi e Prestiti per promuovere un’iniziativa imprenditoriale di ampio respiro, in grado di rilanciare il profilo della produzione siderurgica italiana. Non si tratta di realizzare il socialismo – conclude Stufara – ma di imparare dagli errori ed esercitare un po’ di sano buon senso. Se, come è del tutto evidente, il Governo non è in grado di farlo, siano almeno le istituzioni locali ed i sindacati a proporre l’alternativa alla vendita al buio”.

Conferenza siderurgia Pd. “La Politica Industriale per una Siderurgia Sostenibile” è il titolo di una conferenza nazionale che il Partito Democratico terrà proprio a Terni sabato 15 dicembre (presso la sala convegni del CMM). Il segretario del Pd di Terni, Andrea Delli Guanti, spiega in una nota che “la scelta non è certo casuale, ma avviene in una città simbolo della produzione siderurgica dell’intero panorama industriale nazionale; Terni è sede di uno dei più importanti siti produttivi europei di acciai speciali e vive oggi una fase di passaggio delicatissima. Le acciaierie ternane – prosegue Delli Guanti – sono in mezzo al guado, dopo la decisione dell’Antitrust europeo in materia di posizione dominante di Outokumpu e la conseguente decisione della multinazionale finnica di vendere il sito. Non si parla di una crisi industriale, come altre di diversa natura e con differenti cause ne vediamo lungo la penisola, da Piombino a Taranto, ma di un sito con le carte in regola per essere un punto di eccellenza di livello europeo. Sabato, presso il Centro Multimediale in Piazzale Bosco, si parlerà principalmente di politica di settore, di innovazioni del ciclo e di prodotto, di interventi di compatibilità ambientali, di politica energetica: oltre ai parlamentari delle Commissioni Attività Produttive, gli Amministratori, i lavoratori ed i rappresentanti delle forze sindacali dei diversi siti produttivi, interverranno, tra gli altri, la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, con deleghe all’industria ed all’imprenditoria, il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Tullio Fanelli, il parlamentare europeo del Partito Democratico Roberto Gualtieri che terranno una tavola rotonda sulle prospettive della siderurgia italiana. Le conclusioni saranno di Stefano Fassina, responsabile nazionale Economia e Lavoro del Partito Democratico”.

 

CONDIVIDI
  • Pedrorodriguez84

    La vacca (AST) è stata già abbondantemente munta , e oramai senza latte non interessa più a nessuno.
    Aivoglia a magnificarne chissà quali recondite possibilità , il mondo è saturo di produzione di acciaio inox , che il mercato non riesce più ad assorbire.
    Inoltre c’è già chi produce a costi enormemente più bassi dei player europei.
    Quindi occorre prendere atto che il declino è iniziato e la fine della festa è terribilmente prossima , inutile farsi illusioni.

    • Rost

      A volte è meglio rimanere in silenzio ed essere considerati stupidi….?
      …o parlare e togliere ogni dubbio?

  • Pedrorodriguez84

    A proposito di silenzio, come mai i nostri politici scienziati ultimamente sono in silenzio stampa(!?) , e non hanno mai detto la verità , cioè che POSCO essendo un’impresa coreana usufruisce di alcune agevolazioni concesse dal suo Governo non di poca rilevanza , per cui si barava quando dicevano che erano interesssati all’acquisto ,e di seguito segnalo le faccende più rilevanti a sostegno di ciò:
    1) POSCO paga in Corea l’energia elettrica quasi il 60% in meno di quello che paga attualmente l’AST in Italia, che tra l’altro ha le tariffe più alte di Europa .  Come noto , questa è tra la voci di spesa di gestione più importanti, essendo una acciaieria l’industria più energivora per eccellenza che ci sia .2)Le agevolazioni fiscali che hanno in Corea , permettono a POSCO di avere una tassazione sulle attività e sui prodotti finiti,  infinitamente più bassa del nostro Paese, ad esempio non esiste IRAP , l’IVA è bassissima rispetto a noi ecc.3) Il costo del lavoro ( comprendendo on esso le voci maggiori come stipendi e contributi ) ammonta a quasi 1/3 di quello medio europeo.4) La logistica ( porti e interporti) è enormemente sviluppata , moderna ed organizzata, molto più efficiente della migliore che ci possa essere in Europa.5) Lo stato coreano , cosi come fa anche per tutte le altre Aziende di interesse nazionale, garantisce in proprio per consentire l’accesso al credito verso le banche private , e per quello che concerne le banche completamente statali , eroga prestiti a tassi meramente simbolici ( da noi le banche non prestano più soldi alle imprese e le fanno morire , con il governo che assiste impassibile,,,,,)Allora di fronte a questi aspetti, cosa doveva fare POSCO , venire a Terni per rimetterci l’osso del collo? Questi non sono mica dei fessi, come i nostri ministri , deputati e politici locali vorrebbero far credere; i fessi siamo noi che abbocchiamo alle loro menzogne.