Ast, Renzi: ”Si può arrivare a una soluzione”. Giovedì sarà a Terni

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, questa mattina è a Brescia. Parlando all’assemblea di Confindustria, tra le altre cose, ha detto: “Credo che a Terni si possa arrivare a una soluzione recuperando la capacità di dialogo. Per mia esperienza quando il sindacato fa il sindacato e si occupa dei lavoratori credo sia una funzione fondamentale e faccio di tutto perché sia difesa”. 

Purtroppo la soluzione che ha in mente Renzi ed il Governo sembra essere sempre la stessa: 290 licenziamenti e nessuna sostanziale garanzia sul mantenimento dei livelli produttivi (cioè lo stesso piano già concesso un mese fa dalla stessa Thyssenkrupp in alternativa a quello lacrime e sangue). Nulla ha invece detto sulle cariche della polizia a Roma di mercoledì scorso dopo che ieri sera un video di Gazebo ha chiarito definitivamente la dinamica di quanto accaduto indicando anche ben precise responsabilità.

Oltre all’intervento all’associazione degli industriali, Renzi ha in programma di visitare due fabbriche della città lombarda. Il tour del premier nei siti produttivi proseguirà anche nei prossimi giorni in altre regioni e giovedì dovrebbe fare tappa proprio a Terni (ma non è ancora ufficiale), nello stesso giorno in cui al Mise è in programma il nuovo incontro tra azienda, sindacati e Governo per la riapertura della trattativa sul piano industriale di Ast.

POLETTI Degli scontri ha invece parlato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo cui “è stata una bruttissima giornata, lavoriamo perché non accada mai più, i lavoratori debbono poter manifestare in sicurezza e in piena libertà. In questi mesi – ha aggiunto – ci sono state centinaia e centinaia di manifestazioni, senza alcuna violenza. C’è stato un fatto negativo, ma il messaggio che noi mandiamo è che i lavoratori hanno titolo di manifestare quanto lo reputano, in forma pacifica. Quello di Roma è un fatto isolato che deve rimanere isolato”.

Aggiornamento ore 19,45: Non c’è ancora l’ufficialità della visita di Renzi a Terni mentre i lavoratori dell’Ast hanno già organizzato le prossime iniziative da mettere in campo (in aggiunta al sit-in al Parlamento europeo di domani): mercoledì svolgeranno una fiaccolata, che alle ore 21 partirà dai cancelli della fabbrica e raggiungerà il presidio di palazzo Spada. Giovedì, contemporaneamente all’incontro convocato tra sindacati e azienda al Mise, gli operai torneranno a Roma (dopo gli incidenti di piazza dell’Indipendenza): sette pullman partiranno alle 7,30 da viale Brin per un presidio sotto il ministero (che è autorizzato fino alle ore 18).

Ed a proposito della probabile visita di Renzi a Terni, Pippo Civati, esponente di minoranza del Pd, ha dichiarato oggi: “Matteo dice di voler stare con chi si spacca la schiena, ma attorno ci sono le fabbriche che chiudono, le persone che perdono il lavoro. Dopo Brescia andrà a Taranto e a Terni e lì dopo le manganellate sono veramente incazzati. Spero che non ci siano tensioni, insistere in questo modo mi sembra proprio provocatorio”.

Aggiornamento ore 21,10: In serata arriva un’altra notizia che somiglia ad altre diffuse le scorse settimane e da prendere con le molle: le agenzie di stampa informano che Renzi nel pomeriggio ha incontrato a Palazzo Chigi Juergen Fitschen, amministratore delegato di Deutsche Bank e che nel corso dell’incontro avrebbe parlato anche della vicenda dell’Ast di Terni, dal momento che Deutsche Bank è advisor della cessione di VDM, uno dei rami di Thyssenkrupp. Scetticismo obbligatorio visto che non viene dato conto di alcun esito e soprattutto in considerazione dei precedenti: fino ad oggi gli “interessamenti” di Renzi sono sempre stati inconsistenti, diffusi sotto forma di retroscena, privi di dettagli e soprattutto privi di qualsiasi sviluppo.

Resta clamoroso il retroscena della telefonata notturna all’ad Morselli che avrebbe scongiurato il fallimento della trattativa sul piano industriale (verificatosi pochi giorni dopo) ed epico quello ancora più fantasioso che dava conto di una telefonata alla cancelleria tedesca Angela Merkel (di cui non si è più saputo nulla). L’ultima delle telefonate di Renzi aveva anche trovato una plateale smentita ad opera del leader della Fiom Maurizio Landini: dopo gli scontri a Roma, in serata era stata diffusa la notizia di alcune (solite) telefonate del premier, tra cui una al sindacalista che però, poche ore dopo, ha smentito di aver ricevuto chiamate da palazzo Chigi (i dettagli in fondo a questo articolo).

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