Ast, sindacati e istituzioni: ”Importante risultato al Mise, mantenere alta l’attenzione”

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mise presidio (1)Sindacati e rappresentanti istituzionali salutano con favore il difficile risultato raggiunto questa mattina, con il ritiro del piano industriale lacrime e sangue per Ast da parte di Thyssenkrupp, ma al tempo stesso suggeriscono di mantenere alta l’attenzione e di lavorare con impegno al futuro delle acciaierie di Terni.

CGIL “Un risultato importante, ottenuto grazie alla determinazione unitaria del sindacato, alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori e di un intero territorio, dalle istituzioni ai cittadini, che si è mobilitato al loro fianco”. Così il responsabile Industria della Cgil Nazionale, che aggiunge: “Si avvii ora un confronto per dare un futuro credibile al sito di Terni, che ne valorizzi il ruolo strategico”.

Il dirigente sindacale ricorda: “Dopo 15 ore di confronto serrato, questa mattina alle 7 è stato siglato presso il Mise l’accordo che definisce le condizioni per il riavvio della trattativa sull’assetto industriale e occupazionale alle acciaierie di Terni”. Un confronto, commenta Barone, “difficile e che ha visto momenti di forte drammatizzazione: ancora alle cinque del mattino la ThyssenKrupp, rappresentata da due dirigenti del gruppo tedesco e dall’Ad di Ast, Lucia Morselli, dichiarava l’indisponibilità alla firma del testo dell’accordo presentato dal governo”. Quest’ultimo rappresentato al tavolo dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, dal viceministro, Claudio De Vincenti, e dal sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova.

mise presidio (2)Nel merito il sindacalista della Cgil spiega che “l’accordo prevede un chiaro impegno al risanamento e al rilancio di un’azienda considerata strategica per l’industria e l’economia italiana e apre una nuova fase di possibile impegno comune delle parti per affrontare e portare a soluzione in particolare le criticità presenti sul piano finanziario”. Inoltre, nel dettaglio l’intesa prevede “il ritiro da parte dell’azienda delle procedure di messa in mobilità di 550 lavoratori e sempre il ritiro della disdetta degli accordi aziendali. Partirà quindi un confronto di merito che si svolgerà per tutto il mese di settembre e fino al 4 di ottobre presso il Ministero dello Sviluppo economico, sotto lo stretto monitoraggio dei ministri competenti, per trovare opportune soluzioni, anche attraverso le necessarie modifiche al piano presentato dall’azienda il 17 luglio e ritenuto inaccettabile dal sindacato”.

Alla base dell’accordo, continua Barone, “per tutto questo periodo, l’azienda è impegnata ad un confronto senza pregiudiziali e a non mettere in atto alcun intervento unilaterale, così come invece è successo nelle settimane passate. Analogo impegno sarà assunto da parte del sindacato che sospenderà, lungo l’intera fase della trattativa, le azioni di lotta”. Inizia così, aggiunge il dirigente del sindacato guidato da Susanna Camusso, “un percorso complesso e difficile che può portare a soluzioni che non intacchino il ruolo strategico delle acciaierie di Terni sul mercato mondiale e, di conseguenza, che non penalizzi l’occupazione. Si tratta ora di dare un futuro credibile al sito di Terni attraverso interventi di politica industriale, di innovazione e sul costo dell’energia che sono mancati in questi anni”, conclude Barone.

SINDACO TERNI Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, dichiara: “Il lungo incontro di Roma, che ha visto una partecipazione estremamente impegnata da parte del Governo a partire dal ministro dello Sviluppo Economico, segna un primo punto di avanzamento su aspetti rilevanti della vertenza Ast. Si sono tolte dal tavolo le iniziative assunte unilateralmente dalla proprietà quali quelle riguardanti le procedure di mobilità e la disdetta del contratto integrativo aziendale. Da lunedì si apre il confronto – così hanno convenuto tutte le parti – per trovare le soluzioni più utili per efficientare lo stabilimento ternano, per renderlo più produttivo anche economicamente, tutelando al massimo l’occupazione partendo della condivisione di Ast come patrimonio industriale del Paese. C’è un rapporto diretto con la proprietà così come era stato richiesto, c’è la volontà del Governo di giocare un ruolo forte nella vicenda e di assumere gli impegni che dovessero emergere come necessari a contribuire a una soluzione positiva della vicenda”.

“La lunga notte di Roma – prosegue Di Girolamo – ha messo in mostra il lavoro del Governo, nella persona del ministro Federica Guidi e dei sottosegretari Claudio De Vicenti e Teresa Bellanova, l’impegno delle istituzioni locali, il senso di responsabilità dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, nonché la loro capacità di avanzare proposte concrete e articolate. Il confronto dunque va avanti, la straordinaria mobilitazione messa in campo da Terni e l’Umbria, con il sostegno di voci di grande rilevanza come quella di Papa Francesco, dovrà continuare ad accompagnarla”.

CGIL TERNI Il segretario generale della Cgil di Terni Attilio Romanelli commenta: “Ora che abbiamo ‘pulito’ il tavolo dall’ipotesi di mobilità per 556 lavoratori, che non è più oggetto di discussione e dopo aver escluso ulteriori atti unilaterali da parte di Thyssen, è necessario mantenere un’attenzione altissima su quanto si è determinato con il documento uscito dal tavolo ministeriale. Nei prossimi giorni ci sarà bisogno di un grande impegno del sindacato e del governo per far ripartire al meglio la trattativa sul piano industriale che si aprirà lunedì 8 settembre, sempre al ministero”.

mise presidio (3)“Ripartiremo dalla necessità condivisa di aggredire i 100 milioni di debito di Ast – prosegue il segretario della Cgil di Terni – ma mettendo sul tavolo ipotesi diverse sul come conseguire il risultato. E’ evidente ad esempio che in Italia esistono trattamenti molto diversi per le aziende energivore e che intervenendo su questi costi si possono conseguire risultati molto importanti. Inoltre – afferma ancora il segretario – va messa in campo una politica molto forte per gli approvvigionamenti di rottame, di nichel e di cromo, perché anche qui si possono determinare risparmi significativi”.

“Dunque – conclude Romanelli – dopo questo primo passaggio che ha sgombrato il campo dalle ipotesi inaccettabili del piano Thyssen, anche grazie all’autorevolezza dimostrata dal ministro Guidi soprattutto nelle trattative bilaterali, ora inizia davvero la discussione sul piano industriale nella quale il governo italiano e le organizzazioni sindacali dovranno far valere le proprie ragioni in difesa di un’industria fondamentale per il paese quale è l’Ast di Terni”.

UGL “Dopo il confronto al Mise, sono emersi impegni precisi. Non si può ancora parlare di soluzione vera e propria per la vertenza Ast di Terni, ma almeno si mantiene aperto uno spiraglio per la ripresa produttiva del sito e per il futuro dei lavoratori coinvolti”. Lo dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale dell’ Ugl, Luca Malcotti, il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro, e il vice segretario nazionale dei Metalmeccanici con delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli, presenti all’incontro al Mise.

“L’accordo firmato intorno alle 7 di questa mattina – spiega la nota – prevede il ritiro da parte dell’azienda delle procedure di messa in mobilità di 550 lavoratori e, attraverso il cosiddetto ‘lodo Guidi’, blocca l’attuale piano industriale presentato dalla ThyssenKrupp sancendo le condizioni per costruire nei prossimi trenta giorni un periodo di discussione teso al raggiungimento di un accordo che crei i presupposti per investimenti tesi al rilancio delle acciaierie ternane”.

“Già il prossimo lunedì è previsto un nuovo appuntamento al Mise – aggiunge la nota – e il termine per la chiusura della trattativa è stato fissato al prossimo 4 ottobre. Ora auspichiamo che, sulla base di quanto sottoscritto dalle parti sul verbale di accordo, si prospetti una rapida risoluzione”.

SEL “Grazie alla lotta e alla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Ast di Terni, la Thyssenkrupp ha ritirato le procedure di mobilità, una precondizione per poter discutere in tutta serenità sul futuro delle acciaierie. Una buona notizia che però non cancella le nostre preoccupazioni sul futuro dell’azienda di Terni. Il piano industriale presentata elementi di pesante ristrutturazione più che di rilancio dei processi produttivi”. Lo afferma il deputato di Sel della Commissione Attività Produttive Ciccio Ferrara che ieri con una delegazione di Sel ha partecipato al presidio sotto al Mise e lunedì scorso ha incontrato i lavoratori a Terni.

Aggiunge Ferrara: “Il Governo ha il dovere di mantenere in Italia le produzioni e di porre un argine alla desertificazione industriale in atto nel Paese. Per fare ciò bisogna ragionare immediatamente su un’idea di politica industriale, oggi assente, che individui quali sono i settori strategici per l’Italia, per ricostruirne le filiere e investire nel loro sviluppo. Per Sel la siderurgia è ancora strategica in Italia e solo ragionando complessivamente sull’intero comparto si potranno affrontare tutte le vertenze oggi aperte, dall’Ilva a Piombino, a Terni. Senza questa visione d’insieme ci sarà poco spazio in Italia, non solo per l’alluminio, ma per gran parte dell’industria manifatturiera”.

VESCOVO TERNI “E’ una notizia molto bella perché lascia la porta aperta ad ulteriori approfondimenti, a ulteriori speranze”. Così il vescovo di Terni, monsignor Giuseppe Piemontese, commenta il ritiro della procedura di mobilità per circa 580 lavoratori dell’Ast. “Mi dicono – ha aggiunto il vescovo parlando con Radio Vaticana – che la scadenza del confronto è stata fissata per il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco: speriamo che il Patrono d’Italia, che è stato anche qui a Terni, possa ulteriormente fare la sua parte per addolcire le menti ed i cuori degli interlocutori per arrivare ad una soluzione positiva, soprattutto per i lavoratori, per le loro famiglie e per tutta la città di Terni”.

“Le parole del Papa – dice mons. Piemontese riferendosi all’ultima udienza generale – ci hanno incoraggiato a continuare a pregare, innanzitutto, e a stare vicino agli operai e alle loro famiglie e ad adoperarci per quello che è nelle nostre possibilità, perché la vicenda arrivi ad una soluzione giusta, onesta per tutti coloro che sono coinvolti”. Il vescovo fa presente che i lavoratori coinvolti nella vicenda “Sono quasi disperati. Se non si dovesse risolvere la situazione, resterebbero veramente sul lastrico con progetti che vengono infranti”.

PD TERNI Queste le dichiarazioni di Sandro Corradi, responsabile dello Sviluppo economico del Pd Provincia di Terni: “Il Partito democratico provinciale giudica positivamente quanto stabilito nella riunione di ieri a Roma tra governo, azienda, sindacati e rappresentanti istituzionali umbri circa la riscrittura profonda del piano industriale ed il ritiro della messa in mobilità di tanti lavoratori. Forte era ed è la preoccupazione per l’aggravarsi della crisi del sistema economico, produttivo e sociale dell’intera area, che se non affrontato con decisione può causare guasti profondi alle possibilità di crescita e sviluppo. Il Pd si impegnerà all’unisono con tutti i suoi rappresentanti in tutte le istituzioni a mantenere un’attenzione altissima su quanto determinato e a contribuire con idee e proposte condivise al rilancio dell’Ast”.

REGIONE UMBRIA “Il nostro auspicio è che tutte le parti si impegnino affinché nel corso della trattativa si punti a valorizzare soprattutto un confronto che miri ad un piano industriale che guardi al futuro, alle prospettive di sviluppo e non solo alle misure per risanamento delle Acciaierie di Terni”: è quanto hanno affermato la presidente della Regione, Catiuscia Marini, e l’assessore umbro allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi.

Marini eRiommi, in una nota, hanno voluto rivolgere un “particolare ringraziamento” al Governo per il lavoro svolto in questi giorni e nelle ultime ore che ha visto impegnati in prima persona il ministro Federica Guidi, il viceministro Claudio De Vincenti ed il sottosegretario al ministero del lavoro, Teresa Bellanova, “in una vicenda industriale che rappresenta il cuore del futuro dello sviluppo economico della nostra regione”.

“Abbiamo sottoscritto l’accordo proposto dal Governo – affermano Marini e Riommi – perché ne condividiamo i contenuti, soprattutto nella parte in cui specifica l’importanza delle Acciaierie di Terni e impegna tutte le parti a ricercare un accordo che ne possa segnare la crescita”. Presidente e assessore hanno quindi evidenziato che la firma “rappresenta il punto di partenza di una trattativa che come istituzioni territoriali siamo impegnati a sostenere, così come ci sentiamo impegnati a garantire quegli interventi che possono esse sostenuti dalle istituzioni territoriali, dal Governo e dal Parlamento al fine di conseguire il comune obiettivo della difesa del sito industriale Terni, strategico per la siderurgia italiana e fondamentale per l’economia nazionale e regionale. Auspichiamo quindi – concludono – che si avvii da subito un confronto di merito il cui esito potremo verificare tutti insieme nella riunione in sede ministeriale già fissata per il prossimo 29 settembre”.

CISL “Sgombrato il campo da pregiudiziali e da azioni unilaterali come quella dell’apertura della procedura di mobilità da parte dell’azienda ci auguriamo che da lunedì, in un clima più sereno e meno conflittuale, riparta una nuova fase del confronto”. E’ quanto afferma Luigi Sbarra segretario confederale della Cisl, dopo l’accordo al Mise sull’Ast di Terni. Sbarra si augura che il confronto sia “improntato sui contenuti veri del piano industriale per trovare quelle soluzioni che tengano insieme le ragione dell’azienda, volte ad un efficientamento e ad un contenimento dei costi, e le ragioni del sindacato che mirano allo sviluppo, al consolidamento e alla salvaguardia dei livelli occupazionali di un polo industriale di eccellenza del nostro sistema produttivo come quello di Terni”.

“A seguito dell’accordo di oggi ci auguriamo che il management dell’azienda cambi totalmente approccio nella gestione di questa difficile vertenza che fino ad oggi ha impostato su un modello conflittuale che non ha portato risultati e che invece sia disponibile ad ascoltare e a confrontarsi con le proposte e le possibili soluzioni del sindacato. Occorre adesso l’impegno responsabile da parte di tutti perché si possa arrivare ad una soluzione positiva e condivisa della vertenza- conclude Sbarra- e per questo chiediamo uno sforzo straordinario al Ministero dello Sviluppo Economico perché metta in campo tutti gli strumenti disponibili in grado di facilitare questo percorso”.

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