Ast, sindacati in Germania incontrano Tk: buco nell’acqua. Guidi: ”Domani si tratta a oltranza”

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ThyssenKrupp_GermaniaNuova settimana cruciale per il futuro delle acciaierie di Terni. Si inizia già nel primo pomeriggio di oggi con l’incontro in Germania, a Monaco di Baviera, tra i sindacati – locali e nazionali – e i vertici di Thyssenkrupp. Non ci sono grandi aspettative a riguardo ma si punta a tornare almeno con qualche garanzia in più.

Domani è invece in programma l’incontro al Mise. E il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, questa mattina ha chiarito quale sia l’atteggiamento con cui si siederà al tavolo: “Domattina alle 10 il ministero è nuovamente sede per un incontro con le parti, con l’intento di andare ad oltranza verso, speriamo, una soluzione positiva che dia uno sbocco a questa vicenda compreso il fatto dell’operatività. L’azienda è bloccata da 24-25 giorni e questo naturalmente è un ulteriore danno, un ulteriore problema che stiamo cercando di risolvere”.

Quanto all’incontro di oggi a Monaco, Guidi ha detto: “Non essendo presente, non posso dare nessun giudizio sulla trattativa che si sta svolgendo a Monaco. Era un incontro atteso”. Il ministro ha poi ricordato l’esito dell’ultimo incontro al Mise venerdì scorso, cioè “rifocalizzare alcuni punti qualificanti del piano industriale. Il Governo, io personalmente, abbiamo chiesto all’azienda di fare una valutazione rispetto a un piano che noi vorremmo fosse quadriennale di investimenti e quindi anche di mantenimento dell’integrità del sito”.

Aggiornamento ore 15,20: A Monaco la delegazione dei sindacati si sta incontrando con il capo del personale di Materials (divisione della Thyssenkrupp), Markus Bistram, che è affiancato dall’ad dell’Ast, Lucia Morselli e dal responsabile del personale Ast, Antonio Ferrucci. L’incontro avrebbe subito preso una brutta piega, con i vertici aziendali che avrebbero ribadito l’intenzione di portare avanti il piano industriale presentato lo scorso luglio.

Aggiornamento ore 16,15: I sindacati hanno consegnato al manager un proprio documento, in cui vengono rimarcati i punti critici del piano industriale annunciato dalla multinazionale ed una serie di alternative. La discussione prosegue su una serie punti ma non si protrarrà a lungo visto che i delegati sindacali in serata dovranno rientrare (domani è in programma il vertice al Mise).

Aggiornamento ore 17,10: Conclusa la riunione tra sindacati e Thyssenkrupp; l’esito è tutt’altro che incoraggiante, un buco nell’acqua. E’ emerso che il board di Tk Materials ritiene che “debba trovarsi un accordo per il bene di Ast, da raggiungere in Italia con la Morselli che ha piena fiducia e mandato a farlo. Ast ha perso molti milioni di euro negli ultimi anni e per questo non ci sono stati più compratori, in quanto Ast oggi così messa non vale molto, necessitando dunque di una inevitabile ristrutturazione non temporanea”.

Per Bistram “il secondo forno soggetto a verifica fa parte di questo piano, perché c’è una sovracapacità di produzione di acciaio in Europa che non può essere ignorata. La quantità di volumi che si fa non sempre è utile, bisogna perciò puntare sulla qualità delle produzioni e sul guadagno. Tk non vuole chiudere Ast, ma rilanciarla, motivo per il quale è stata inserita nel settore Materials che è un grande centro di vendita di acciaio e avendo solo Ast non esiste concorrenza in casa Tk”.

La multinazionale è tornata a sostenere di voler investire sugli stabilimenti di viale Brin, “compresa la linea 5 e tutto il resto già detto dall’amministratore delegato Morselli”. Per Bistram “c’è necessità di soluzioni strutturali ed ecco perché alcuni aiuti statali non sono sufficienti, poiché impostati sulla breve distanza. Per il personale applichiamo quanto previsto dalle norme italiane, così come fatto per la Germania, ma non possiamo paragonare situazioni diverse”.

Secondo Tk “lo sciopero che si sta facendo mette a rischio la stabilità dell’azienda e dei lavoratori e non si può dire o di essere sempre allo stesso piano industriale, perché lo abbiamo modificato in alcuni punti, raccogliendo anche proposte sindacali. Per questo crediamo che bisogna cercare di trovare un dialogo più disteso per poter trovare un accordo che può soddisfare le parti”.

Il sindacato ha ribadito le proprie posizioni e riconosciuto dei passi in avanti ritenendoli però insufficienti, soprattutto sui volumi. La speranza dei sindacalisti è che domani siano messe sul tavolo le modifiche da loro richieste.

Aggiornamento ore 17,30: Il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro, al termine dell’incontro dichiara: “I vertici tedeschi si sono mostrati cautamente disponibili a un dialogo che renda possibile e sostenibile garantire un futuro alle Acciaierie di Terni. L’azienda ha confermato la volontà di mantenere il sito e non metterlo in vendita, effettuando una verifica sul secondo forno allo scadere dei due anni. Da parte nostra abbiamo ribadito che non accetteremo accordi al ribasso, e che il piano di luglio va modificato ma siamo disponibili a trovare un accordo in tempi brevi a patto di ripristinare un clima di fiducia, soprattutto sul futuro dello stabilimento”.

Aggiornamento ore 18,45: Il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, afferma: “Oggi il board di Thyssenkrupp ci ha dichiarato che vuole investire su Ast e che non ha nessuna intenzione di vendere l’azienda italiana. Ci sono state importanti conferme sul fronte societario. Markus Bistram, direttore del personale della divisione Materials e membro del board, ha dichiarato che la strategia dell’azionista sull’inossidabile cambiata, perché c’è la volontà di investire su Ast e nessuna volontà di vendere lo stabilimento italiano”. Per il segretario della Uilm “ovviamente, diventa importante la giornata di domani per cercare di superare le differenze ancora esistenti sul piano industriale convinti che, in particolare sulla verifica a 24 mesi, il Governo debba mettere in atto tutto il suo peso e la sua autorevolezza”.

Insomma, i sindacati cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno. L’impressione è però che Thyssenkrupp non abbia offerto alcuna reale garanzia. E, visto l’atteggiamento remissivo del Governo, non le offrirà nemmeno domani.

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