Ast, solo 15% lavoratori ditte esterne vota al referendum su accordo: astensione di massa

Mercoledì scorso i dipendenti dell’Ast avevano approvato l’accordo sul piano industriale sottoscritto al Mise il 3 dicembre (al referendum forte affluenza e 80% di “sì”). Ieri e oggi è stata poi la volta del voto da parte dei lavoratori delle ditte esterne: a differenza di quello dei dipendenti diretti, questo risultato non era vincolante per l’effettiva entrata in vigore dell’accordo. Probabilmente per questo i lavoratori dell’indotto si sono astenuti in massa: sui circa 1.200 dipendenti delle 26 aziende che operano all’interno del sito, hanno votato soltanto 173 (praticamente meno del 15% degli aventi diritto). Per la cronaca, ha vinto il “sì” con il 76% dei voti (126 i “sì” e 38 i “no”).

Cgil, Cisl e Uil esprimono comunque “soddisfazione per quello che è stato un percorso nuovo, mai provato nella storia industriale del sito, sia per il voto sia per le assemblee svolte in preparazione dello stesso. Neanche il consenso ottenuto dal documento – proseguono – era scontato, in quanto poteva risentire del mancato riconoscimento della clausola di salvaguardia”. Con il voto, concludono i sindacati, sono stati quindi “riconosciuti i punti riferiti alle aziende esterne all’acciaieria contenuti all’interno dell’accordo del Mise come base di partenza per costruire una piattaforma rivendicativa dell’intero indotto”.

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