Ast, tavolo al Mise, presidio dei lavoratori. Azienda paga gli stipendi

Scene viste e riviste, ogni volta con la speranza che cambi il finale. Al ministero dello Sviluppo economico è iniziato il tavolo tra Governo, sindacati e azienda, sul futuro dell’Ast. Si riparte da quanto aveva affermato la scorsa settimana il ministro Federica Guidi: l’azienda sarebbe disposta a mettere in campo un piano industriale da 290 esuberi e che preveda il mantenimento di entrambi i forni (uno solo a pieno regime). I sindacati, come condizione per riaprire la trattativa, chiedono che siano pagati gli stipendi di ottobre che però l’ad Morselli proprio ieri ha ribadito che sbloccherà solo al termine dello sciopero. All’esterno del Mise c’è un presidio di circa 400 lavoratori che sono partiti da Terni in pullman e con altri mezzi.

Al tavolo oltre a Guidi partecipano il viceministro Claudio De Vincenti, il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, l’ad di Ast Lucia Morselli, il segretario generale Fiom Maurizio Landini, il segretario nazionale Fim Marco Bentivoglio, il segretario nazionale Uilm Guglielmo Gambardella. 

Intanto i lavoratori in presidio fuori dal ministero intonano i soliti cori come “la città dell’acciaio siamo noi” e “giù le mani dall’Ast”, a cui hanno aggiunto cori contro la polizia dopo gli scontri della settimana scorsa in piazza Indipendenza.

Aggiornamento ore 11,20: Trapelano le prime informazioni sull’incontro. Morselli avrebbe affermato che l’azienda non è in vendita, anzi la fabbrica sarà rilanciata con i soldi dell’azionista. La manager avrebbe anche confermato che lavoreranno entrambi i forni e che la produzione di almeno un milione di tonnellate di acciaio fuso è necessaria per l’equilibrio finanziario dell’azienda.

Aggiornamento ore 12,05: Mentre prosegue il tavolo al Mise, il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova ha diffuso una nota: “Il mio auspicio è che la ripresa della trattativa quest’oggi porti buoni frutti, con la definizione di un percorso risolutivo della vertenza e la messa in campo di tutte le opzioni possibili per tutelare e rilanciare una produzione che è un’eccellenza per l’Italia e per l’Europa. Oggi dovremo dimostrare tutti che è nostro impegno precipuo lavorare per ridare una speranza e una prospettiva sul futuro ai lavoratori e alle famiglie che su questa vertenza stanno pagando troppo, in termini di ansia, delusione, stress psicologico ed economico. Mi auguro dunque, ma sono convinta che così sarà, che tutte le parti in causa, per prima l’azienda, oggi mettano sul tavolo tutta la buona volontà e la disponibilità ad arrivare ad una soluzione positiva e condivisa”.

Aggiornamento ore 14,40: Si è concluso l’incontro al Mise. E c’è una buona notizia: lo sblocco degli stipendi. Finalmente i lavoratori riceveranno i salari di ottobre. Morselli ha inoltre confermato gli impegni sul mantenimento di entrambi i forni e su investimenti tra i 100 e i 200 milioni di euro. Il prossimo incontro sempre alla sede del ministero è fissato per lunedì 10 alle 16 al Mise.

Il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici Maria Antonietta Vicaro al termine dell’incontro esprime soddisfazione per lo sblocco degli stipendi dei lavoratori e per la disponibilità dell’azienda al mantenimento dei due forni e al raddoppiamento dell’investimento da 100 a 200 milioni. “Ma la partita sul piano industriale non è ancora chiusa. Il tavolo è stato aggiornato a lunedì prossimo per una discussione più approfondita. Lo sciopero continua – aggiunge Vicaro – ma il pagamento della retribuzione ai dipendenti avverrà con il rientro al lavoro domani, degli impiegati amministrativi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario nazionale Fim-Cisl, Marco Bentivoglio: “L’azienda si è impegnata per pagare gli stipendi entro lunedì, lo sciopero continua ma sarà esentato il personale amministravo per fare le buste paga. Valorizziamo la volontà di cambiamento del piano industriale (due forni, un milione di tonnellate di colato e investimenti) ma vogliamo verificare le novità dentro un negoziato vero che sia garanzia anche per l’indotto”.

Mentre era ancora in corso il tavolo, i lavoratori hanno celebrato il conduttore della trasmissione di Raitre Gazebo, Diego Bianchi, in arte Zoro, che aveva mostrato immagini esclusive sugli scontri della settimana scorsa facendo emergere la dinamica dell’origine della carica della polizia. Tra i cori intonati dagli operai dell’Ast ‘Zoro uno di noi’.

Aggiornamento ore 15,35: Arriva la posizione ufficiale del ministero dello Sviluppo economico che esprime “soddisfazione per l’incontro di oggi e annuncia lo sblocco della vertenza dell’Ast con la disponibilità da parte dell’azienda a modificare il piano industriale e a procedere al pagamento degli stipendi. Il sindacato, esonera le aree amministrative dallo sciopero per predisporre i pagamenti”.

Il Mise in dettaglio spiega in una nota che l’azienda, attraverso il suo amministratore delegato Lucia Morselli, “accoglie le indicazioni del Governo e illustra le modifiche apportate al piano industriale e mostra la più ampia disponibilità a procedere al pagamento degli stipendi. Il sindacato dichiara di cogliere le novità ed esonera dallo sciopero tuttora in atto, le aree amministrative competenti al fine di predisporre i pagamenti che saranno erogati entro lunedì prossimo a tutti i dipendenti”. “Vertenza sbloccata, dunque” secondo il ministero che prosegue “lunedì pomeriggio azienda e organizzazioni sindacali si sono già dati appuntamento per riprendere la trattativa e cominciare ad entrare nel merito del nuovo piano industriale”.

Aggiornamento ore 16: Il consigliere comunale Paolo Crescimbeni in una nota invita alla prudenza: “Questa mattina in via Molise, tra cori e slogan, serpeggiava un cauto ottimismo. Voglia di lavorare, voglia di riprendere standard di vita normali, voglia di guardare avanti. Lunedì si pagano gli stipendi, lo stesso giorno alle 16 riunione che si spera conclusiva. Se tutto va come si spera non si dovrà abbassare la guardia neppure di un millimetro fino a che le grandi strategie del gruppo non verranno rese note. E quindi volumi produttivi, commercializzazione, investimenti, occupazione. Lunedi si dovrebbero pagare gli stipendi, ma questa, pur importante e emblematica, è solo la precondizione del tutto”.

Aggiornamento ore 16,25: “Oggi sono successe due cose nuove: l’azienda ha tolto il ricatto dei pagamenti e dice cose diverse sul piano industriale, mantenimento dei due forni, un milione di tonnellate di produzione e 200 milioni di investimento che sono la novità. Ma i problemi rimangono tutti: stipendi e licenziamenti, questa è la trattativa che dobbiamo fare”. E’ quanto ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini. Il sindacalista ha però incassato anche la contestazione di alcuni lavoratori contrari all’accordo cui ha risposto che “nessuno ha sospeso lo sciopero o il blocco delle portinerie, lo sciopero continua finché non sarà fatto un accordo che modifica la situazione”.

Aggiornamento ore 18,20: Mentre i sindacalisti spiegavano l’accordo, una parte dei lavoratori ha contestato la decisione di sospendere lo sciopero degli amministrativi, a quel punto Landini ha preso il megafono e ha detto che “quello di oggi è un risultato portato a casa con le vostre lotte: l’azienda ha cambiato posizione, chiedevano di sospendere lo sciopero e non lo abbiamo fatto, e l’azienda ha dovuto modificare il piano industriale”. Landini ha poi continuato a discutere in modo acceso con i lavoratori per alcuni minuti finché un violento temporale non ha disperso i manifestanti. Alla fine il leader della Fiom ha detto: “Non avevano capito che entreranno solo 150 lavoratori domani e, se necessario lunedì per pagare gli stipendi, ora ci siamo chiariti”.

Aggiornamento ore 18,25: Così il sottosegretario Bellanova: “Come auspicavamo questa mattina, un primo risultato è stato raggiunto con lo sblocco del pagamento degli stipendi: una boccata d’ossigeno per i lavoratori e le loro famiglie. Il confronto dunque ripartirà lunedì prossimo, sono certa sulle stesse basi di apertura e disponibilità che oggi, dopo giornate drammatiche speriamo definitivamente archiviate, hanno portato ad un esito positivo”.

“Continuiamo su questo percorso – ha concluso Bellanova – sempre con l’obiettivo prioritario di rilanciare il sito, valorizzare la produzione, dare alle Acciaierie un piano industriale di respiro ampio ed efficace, come già da mesi il Governo aveva chiesto all’azienda. Ma soprattutto restituire futuro alla comunità ternana e a tutto il tessuto produttivo umbro”.

Aggiornamento ore 19,05: Il viceministro De Vincenti dichiara: “C’e’ stata una schiarita importante, la vertenza si è sbloccata, l’azienda ha accettato di modificare il piano secondo le indicazioni del Governo. L’azienda si è detta disponibile allo sblocco degli stipendi e su questo c’è stata la condivisione col sindacato”. Le modifiche del piano industriale prevedono “oltre alla salvaguardia della capacità produttiva dei due forni, un impegno a un livello di produzione non inferiore a un milione di tonnellate l’anno e la disponibilità ad incrementare le risorse sul piano di investimenti a 200 milioni”.

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