Ast, tagliati appalti, scendono in piazza dipendenti ditte terze. Un migliaio di lavoratori coinvolti

Terni appare una polveriera pronta ad esplodere. In queste ore crescono i sentimenti di preoccupazione e rabbia non solo per i 537 licenziamenti annunciati da Ast e per il pugno duro che Thyssenkrupp sta usando nei confronti degli operai stessi (oggi una trentina di loro sono stati mandati a casa) ma anche per il taglio indiscriminato degli importi di tutti i contratti d’appalto. Questa mattina le aziende interessate sono state ricevute dal prefetto di Terni mentre i lavoratori di quelle ditte sono scesi in piazza: i loro posti sono fortemente a rischio.

L’Ast ha deciso unilateralmente di tagliare indiscriminatamente il 20% dell’importo dei contratti di appalto in essere dando soltanto 24 ore di tempo alle imprese per decidere se accettare o se rinunciare all’appalto ed essere sostituite (perdendo così il lavoro). Per discuterne, sindacati e associazioni datoriali sono stati ricevuti dal prefetto. Nel corso dell’incontro le associazioni di categoria hanno lamentato anche ritardi nei pagamenti delle prestazioni già concesse all’acciaieria, con conseguente difficoltà nel pagamento degli stipendi. Il prefetto di Terni, Gianfelice Bellesini si è impegnato a riferire le istanze di sindacati e associazioni datoriali all’Ast, specificando però che sarà difficile instaurare un confronto sul tema.

Durante l’incontro, sotto la sede della prefettura, si è svolto un presidio dei lavoratori delle ditte terze: si tratta di persone che lavorano all’interno degli stabilimenti di Ast per conto di aziende più o meno piccole, in diversi settori, da quello della pulizia a quello dell’edilizia industriale, dalle manutenzioni ai trasporti. Secondo i calcoli della Cgil, sono circa un migliaio i lavoratori interessati. E corrono più rischi dei 537 licenziati da Ast: per loro sono previsti ammortizzatori sociali e, per chi deciderà di lasciare volontariamente il lavoro, oggi Thyssenkrupp ha confermato che erogherà 80 mila euro di incentivo. Molto più difficile la situazione dei lavoratori delle ditte terze, in alcuni casi assunti con contratti precari, spesso con meno diritti e meno garanzie.

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