Ast, sindacati: ”Mediazione Governo fallita, azienda arrogante, non voleva accordo”

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corteo AstI sindacati oggi commentano il fallimento della trattativa con l’azienda per trovare un accordo sul piano industriale dell’Ast, e gli atti unilaterali di Thyssenkrupp che ha inviato centinaia di lettere di messa in mobilità ed ha azzerato la contrattazione collettiva. E sono molto duri nei confronti dell’azienda stessa ma non risparmiano critiche al Governo stesso, la cui operazione di mediazione si è rivelata un totale fallimento.

CGIL Scrive in una nota la Cgil nazionale: “Dopo un mese di incontri, ritorna al punto di partenza la vertenza delle acciaierie di Terni. Una protervia mai vista prima sui tavoli di crisi come quella dimostrata dai tedeschi della ThyssenKrupp ha impedito la ricerca di ogni possibile soluzione. D’altra parte, l’assenza nella proposta del Governo di qualsiasi misura di politica industriale, a partire dalla riduzione dei costi dell’energia, che aiutasse a sbloccare la situazione, ha di fatto reso sterile la mediazione e ha portato all’inevitabile fallimento della trattativa”.

Il sindacato di corso d’Italia richiede ora un intervento dell’esecutivo per “contribuire alla soluzione dei problemi intervenendo con misure adeguate sul piano industriale e a tutelare l’occupazione. La mediazione del Governo – prosegue la nota – si è rivelata un grave errore. Se si vuole ricomporre una situazione, che così come si è determinata non può che portare ad uno scontro durissimo, si deve ripartire dai temi del piano industriale e dalle misure di risanamento e rilancio delle acciaierie. Le misure di contenimento dei costi non possono gravare unicamente sulle spalle dei lavoratori. Così come è inaccettabile che, a fronte di possibili esuberi occupazionali, si proceda con i licenziamenti unilaterali alla fine del periodo di intervento della cassa integrazione. In nessun accordo di crisi si è finora giunti ad una tale pretesa e il Governo non può avallare una simile posizione”.

La Cgil, conclude la nota, “nel richiamare la proprietà del gruppo tedesco ad un alto senso di responsabilità”, chiede al Governo di intervenire “con misure adeguate sul piano industriale” e di “tutelare l’occupazione attraverso tutte le misure a disposizione di politica attiva del lavoro”.

UILM L’apertura della procedura di mobilità da parte dell’Ast è “un gesto che dimostra come l’azienda non abbia mai voluto fare un’intesa e che allontana ancora di più le parti”. Commenta così Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm ed aggiunge: “L’Ad Lucia Morselli si mette in mostra ancora una volta per l’ennesima contraddizione manifestata perché fino a questa mattina ha dichiarato disponibilità al confronto e subito dopo ha compiuto un atto in antitesi al suddetto pronunciamento. Ora si fa tutto più difficile ed il sindacato agirà di conseguenza”.

CISL La Cisl considera ”non adeguata e soddisfacente la proposta di mediazione fatta ieri dal Governo sull’Ast” e continua a credere che la trattativa ”non sia chiusa”. Lo afferma il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una nota nella quale auspica che si riprenda al più presto il confronto” e chiede al Governo un ”intervento straordinario”.

“Il comportamento rigido e conflittuale dell’azienda durante la trattativa e la celerità con cui oggi la stessa ha riaperto la procedura di mobilità e disdettato tutti gli accordi aziendali di secondo livello – sottolinea – non aiuta a ritrovare il clima di serenità utile a riaprire il negoziato. Chiediamo alla ThyssenKrupp, proprietaria di Ast il massimo senso di responsabilità per riportare la trattativa nei normali confini di un confronto civile che possa consentire di arrivare ad un accordo che sia la giusta mediazione fra le richieste di efficientamento dell’azienda e le ragioni del sindacato che mirano allo sviluppo, al consolidamento ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali di un polo industriale di eccellenza del nostro sistema produttivo come quello di Terni”.

Conclude Furlan: “Auspichiamo che ci sia adesso un intervento straordinario da parte del Governo e delle Istituzioni locali perché usino tutti gli strumenti finanziari, interventi di politiche attive del lavoro e di politica industriale a cominciare dalla riduzione del costo dell’energia, in grado di far ripartire il confronto per arrivare ad un accordo che metta in sicurezza il futuro industriale, produttivo, occupazionale delle Acciaierie Speciali di Terni e dei suoi lavoratori”.

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  • robersis

    Ora c’e la corsa degli OMUCCOLI. Dove erano quando RAFFAELLI, PRODI E COMPAGNI COMUNISTI hanno venduto, Dove erano quando hanno BLOCCATO LA COSTRUZIONE DI CENTRALI NUCLEARI. Dove erano quando era il tempo di riconvertire. Dove erano quando occorreva investire per contrastare la cina. DOVE CAZ.. ERANO.