Attivata centrale unica regionale del 118, Uil: ”Terni discriminata, ambulanze senza infermieri e medici”

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ambulanza 118Lunedì scorso è entrata in funzione la centrale operativa unica regionale del 118 che ha sede a Perugia. In precedenza in Umbria erano invece presenti tre centrali: a Perugia, Terni e Foligno. Per la presidente della Regione, Catiuscia Marini, si tratta di un “rafforzamento e miglioramento del servizio di emergenza sanitaria”. La Uil lamenta invece una discriminazione ai danni di Terni e dei ternani. Il dito è puntato contro l’assenza di infermieri e medici a bordo della maggior parte della autoambulanze attive nella provincia ternana: ci sono volontari al posto di professionisti. Cosa che, per il sindacato, non accade nel resto dell’Umbria.

Marini. Lunedì la presidente Marini ha rivolto un ringraziamento a tutto il personale che opera nel servizio 118 “per la loro professionalità e passione nello svolgere un servizio di enorme importanza come quello dell’intervento di emergenza dal quale spesso dipende la vita dei cittadini” , ed anche ai sindaci delle città di Perugia, Terni e Foligno, che ospitavano in precedenza le sale operative, “per aver contribuito con spirito di cooperazione alla realizzazione di un nuovo ed importante tassello del processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale”.

“Avere un servizio unico di 118 rappresenta un elemento di grande civiltà – ha proseguito Marini – perchè consente ad ogni cittadino in una situazione di drammatica emergenza di poter contare su una risposta sanitaria basata sull’appropriatezza e sicurezza. Senza che si chieda allo stesso cittadino di fornire prima dell’intervento la sua carta di credito, come purtroppo avviene in altri sistemi sanitari anche europei”.

Uil Terni. Anche per la Uil “la realizzazione anche in Umbria di una centrale unica del 118 è un fatto sicuramente positivo” ma, aggiunge il sindacato, “anche sull’emergenza-urgenza la presidente Marini dimostra di considerare il territorio ternano di serie B”. Scrive la Uil in una nota che “da un parte c’è il territorio provinciale di Terni dove ci sono ambulanze del 118 che a bordo non hanno ne medici ne infermieri e dall’altra, tutto il resto dell’Umbria, dove invece in tutte le ambulanze è garantita la presenza di personale sanitario”.

Ambulanze a Terni. La Uil snocciola qualche dato e motiva la propria critica: “Nel ternano su 11 ambulanze solo 5 registrano la presenza di personale sanitario mentre le altre 6 vedono la presenza solo di volontari che non possono effettuare manovre invasive. Essi possono essere abilitati ad effettuare solo manovre di primo soccorso ma non di soccorso avanzato, quindi non l’emergenza sanitaria in quanto prerogativa appunto, del personale sanitario. Un’anomalia sembrerebbe tutta ternana che riguarda una larga popolazione tra cui una parte della città di Terni, i comuni della Valnerina, della zona Acquasparta, Montecastrilli Avigliano ed anche Lugnano, Attigliano, Guardea, Giove, ecc”.

“L’efficacia dell’intervento del 118 – prosegue Uil – non può essere misurata solo nella velocità del trasporto in ospedale, dove inizieranno le cure del paziente. Invece l’ambulanza deve essere vista come il pronto soccorso che si porta direttamente sul posto dell’evento. Infatti l’azione sanitaria di cura del paziente inizia già sul luogo e soprattutto durante il percorso in ospedale dove può comportare l’applicazione di protocolli per la somministrazione di farmaci salvavita, l’utilizzazione dell’elettrocardiografo, fleboclisi e presidi sanitari, la monitorizzazione del paziente. Tutte manovre invasive che possono essere praticate durante il trasporto e che talvolta potrebbero addirittura essere decisive per mantenere in vita il paziente o per evitare comunque ripercussioni dannose. A Terni città sono disponibili solo due ambulanze e un’automedica per una popolazione di oltre 100.000 unità. Una sola ambulanza ha l’infermiere professionale a bordo”.

Discriminazione. “Eppure – scrive ancora Uil – è la stessa normativa regionale, oltre al buon senso, ad imporre uniformità di trattamento per tutti gli umbri ma il presidente Marini e i sindaci ternani fanno finta di non saperlo. L’assessore alla sanità, Franco Tomassoni, ha affermato che in Umbria non vi sono ‘tante sanità locali, ma una sola sanità regionale’. Evidentemente non considera ne la situazione dell’edilizia ospedaliera ne dello stesso 118 che non consentono proprio di affermare che in materia sanitaria il territorio ternano abbia lo stesso ed uniforme trattamento di quello perugino. Bisognerebbe ricordargli – aggiunge il sindacato – che l’Umbria non si ferma a Todi. Una difformità che permane persino all’interno della stessa ASL 2 (Orvieto, Terni, Foligno, Spoleto) visto che a Foligno-Spoleto le ambulanze hanno tutte personale sanitario a bordo mentre a Terni no”. Sostiene la Uil che “anche a Terni, per quanto riguarda il soccorso avanzato, si dovrebbe garantire almeno un infermiere su ogni ambulanza del 118”.

Amministratori fermi. Lo stesso sindacato ricorda poi di aver, negli anni passati, promosso una petizione che ha raggiunto oltre 4.000 firme, organizzato convegni con esperti, effettuato conferenze stampa, posto la questione nel confronto sindacati-ASL. “Ma di risultati concreti ancora niente. La UIL il 7 giugno 2011 ha anche ottenuto una audizione da parte della II Commissione Consiliare del Comune di Terni, ottenendo unanimi apprezzamenti. Ma in quanto a risultati, niente. I nostri amministratori non sembrano nei fatti per niente interessati a tutelare la cittadinanza”.

La Uil conclude: “I sindaci, a cui prima di tutti spetta tutelare gli interessi del territorio, esultano per aver superato campanilismi, rivalità o derby: ok, ma ciò non può essere solo perché le partite sono già tutte perse a tavolino. E’ giusto invece pretendere dalle istituzioni locali un maggiore impegno a difesa del nostro territorio, anche per quanto riguarda il servizio del 118 perché almeno nell’urgenza ed emergenza tutti i cittadini umbri (compresi i ternani) abbiano le stesse garanzie”.

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