Ausl dimezza convenzioni posti letto case di riposo di Terni e salva quelle di Foligno, ”palese disparità”

Chi paventava che con l’accorpamento delle Asl, Terni sarebbe stata danneggiata, ora dirà: “l’avevo detto”. Nella Conca la popolazione invecchia, aumentano le persone anziane, ma la nuova Ausl (Terni – Foligno) dimezza i posti letto convenzionati delle case di riposo; le strutture di Foligno, viceversa, mantengono quasi tutte le precedenti convenzioni. I rappresentanti di 20 residenze per anziani ternane, riuniti in un comitato, esprimono totale contrarietà alla decisione che “lede il diritto degli anziani ad accedere alle residenze e crea gravi problemi in termini di occupazione”

Il Comitato dice “no” alla diminuzione dei posti letto accreditati e chiede maggiore equità rispetto al territorio di Foligno e Spoleto. Nello schema di convenzione sono infatti previsti per il territorio dell’ex Asl 4 di Terni 320 posti letto convenzionati, rispetto ai 670 previsti fino al 2012. Per il territorio dell’ex Asl 3 di Foligno sono invece previsti 360 posti letto convenzionati a fronte dei 400 avuti in passato. In questo modo il territorio folignate, pur avendo una popolazione più ristretta rispetto a Terni, avrebbe un maggior numero di posti letto convenzionati.

Il Comitato, parlando di “contrazione indiscriminata”, chiede “un riordino delle risorse per garantire una equa e totale sostenibilità dei posti letto convenzionati e una copertura economica tale da evitare che una forte contrazione delle risorse a disposizione ricada sempre e solo a discapito delle strutture del territorio ternano”. Secondo il Comitato “alcune strutture non avranno neanche la possibilità di raggiungere la soglia del 50% di saturazione e di coprire gli elevati costi dei requisiti organizzativi cui devono sottostare”. Per questo chiede una riflessione “a tutti i soggetti interessati, compresa la Regione dell’Umbria alla quale spetta vigilare e fare chiarezza in merito alla programmazione sanitaria dei territori”.

Piergili. Il presidente Udc dell’Umbria, Gianluca Piergili, dà manforte alle posizioni dei rappresentanti delle strutture ternane, parlando di “palese e incomprensibile diversità di trattamento”.

“Se questi tagli saranno attuati – prosegue Piergili – gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie della provincia di Terni subiranno un grave danno al loro diritto all’assistenza. Solo per il 30% degli utenti sarà garantita l’integrazione, per tutti gli altri l’assistenza sarà totalmente a carico delle famiglie. Inoltre determinerà lo stato di fortissima crisi per un intero comparto produttivo che nella Provincia di Terni occupa oltre 400 persone”.

Commentando le parole del direttore della Ausl 2, il presidente dell’Udc afferma: “Non ha alcun senso il distinguo fatto dalla direzione della Asl circa un maggior costo della strutture private rispetto a quelle pubbliche, in quanto il livelli di costo sono fissati dalla Regione dell’Umbria e sono assolutamente identici per il pubblico che per il privato”.

“Lo scorso anno – ricorda Piergili – la Presidente Marini nella polemica circa la sede legale della nuova Asl evidenziò che i cittadini della Provincia di Terni più che preoccuparsi della sede legale si dovrebbero preoccupare del mantenimento del livello dei servizi. Benissimo! Si apra subito un tavolo regionale per superare questa palese diseguaglianza, ripristinando una parità di trattamento e di servizi tra i territori attraverso un equa ripartizione delle risorse tenendo conto delle effettive esigenze e bisogni dell’utenza e non attraverso una distribuzione basata esclusivamente su criteri geopolitici”.

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