Bocciato l’emendamento Agostini: Provincia di Terni non si salva ma governo concede il riordino

Il salvataggio dell’ultim’ora tanto auspicato da istituzioni ed esponenti del Pd locale non c’è stato: il governo ha confermato la soppressione della Provincia di Terni. Non è passato infatti l’emendamento del senatore Agostini che chiedeva una deroga della spending review per quelle regioni con due sole province. L’emendamento al decreto promosso è invece quello dei relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), che l’hanno redatto d’intesa con il governo. L’esecutivo ha però concesso la possibilità del riordino: le province non dovranno più essere soppresse o accorpate, ma ci sarà anche la possibilità di ridisegnarne i confini.

Quindi, anche se è terminato in un nulla di fatto il tentativo dei relatori di salvare dal taglio le province di Terni, Matera e Isernia, che trasformerebbe Umbria, Basilicata e Molise regioni-monoprovincia, è stato comunque portato a casa un risultato positivo. Il riordino dovra’ procedere sulla base dei ”requisiti minimi” già indicati di popolazione (350 mila) e superficie (2500 chilometri quadrati). A decidere sul riordino o sull’accorpamento delle province che non rientrano nei parametri territoriali e di popolazione saranno in definitiva le singole regioni, a cui viene concesso più spazio e autonomia, tramite i Cal, i Consigli di autonomia locale (quello umbro è presieduto dal sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo). Per mettere a punto il piano di riordino questi avranno 70 giorni invece degli iniziali 40 dalla deliberazione dell’esecutivo per approvare un’ipotesi di riordino. Entro 20 giorni dalla data di trasmissione delle ipotesi di riordino ciascuna regione dovrà trasmettere al governo una sua proposta di riordino.

Assumerà ruolo di capoluogo delle singole province il comune con maggior popolazione residente, ma sono ammesse anche deroghe: in caso di accordo tra i comuni già capoluogo potrà essere scelto un altro comune capoluogo.

La palla passa adesso alla politica ed alle istituzioni umbre che dovranno trovare un punto di equilibrio per presentare una proposta di riequilibrio delle due province. Intanto riportiamo di nuovo l’ipotesi di Terni Oggi formulata la settimana scorsa e che sembra tutt’ora quella più praticabile (pur non senza forti difficoltà). Tale ipotesi prevede il cambio di targa da Pg a Tr di 18 Comuni: Todi, Massa Martana, Spoleto, Cascia, Norcia, Preci, Scheggino, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Montefalco, Collazzone, Marsciano, Gualdo Cattaneo, Bevagna, Deruta e Trevi.

Questa l’ipotetica mappa della nuova Provincia di Terni (i nuovi confini risultano essere inevitabilmente approssimativi trattandosi di una bozza):



Visualizza Nuova ipotetica Provincia di Terni in una mappa di dimensioni maggiori

Una simile consistente integrazione consentirebbe alla Provincia di Terni di superare ampiamente i 2500 chilometri quadrati di estensione territoriale richiesti dal governo e permetterebbe di arrivare circa a quota 369 mila abitanti  (234 mila attuali a cui si aggiungerebbero circa 135 mila), cioè più del minimo richiesto dal governo (350 mila). La nostra ipotesi esclude il passaggio di Foligno a Terni: un passaggio che, è facile prevedere, molti politici umbri ostacolerebbero pesantemente. Nelle prossime settimane vedremo in quale direzione si muoveranno le istituzioni umbre.

Qui il commento del presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, alla bocciatura dell’emendamento e alla possibilità di riordino: https://www.ternioggi.it/il-presidente-della-provincia-di-terni-con-il-riordino-e-possibile-confermare-due-province-in-umbria

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