Catiuscia Marini sul Polo chimico ternano: ”L’industria del futuro è verde”

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“Una delle strade per uscire dalla crisi e favorire la ripresa economica è senza dubbio quella di un nuovo modello di sviluppo che veda come asse portante una nuova politica industriale che sia ambientalmente compatibile. Una sfida, questa, che proprio a Terni vede importanti presupposti perché possa essere una sfida vincente”. Questa è la ricetta della presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta ad un incontro sul tema “Le aree industriali come occasione per il rilancio di un nuovo sviluppo economico del territorio”.

L’incontro è stato l’atto conclusivo del convegno nazionale “Industria e ambiente. Storia e sviluppo in Italia”, organizzato dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale in collaborazione con la regione Umbria e l’Icsim (Istituto per la cultura e la storia d’impresa). La presidente – in base a quanto riferito da Palazzo Donini – ha detto che “in Umbria e soprattutto in una realtà come quella di Terni, dobbiamo andare oltre la logica del recupero di aree industriali dismesse in una ottica esclusivamente di tipo urbanistico, come é avvenuto negli ultimi decenni. Occorre, invece, puntare alla riconversione in chiave industriale di queste aree favorendo, quindi, la loro antica vocazione di siti industriali e superando anche una visione di politiche ambientali fine a se stesse”.

Parlando poi della questione relativa al Polo chimico ternano, la Marini ha sottolineato che una simile strategia di politica industriale “é ancor più valida e necessaria per una realtà come quella ternana. In questa città, infatti, vi sono tutte le premesse per una transizione dalla chimica di tipo tradizionale, a quella ‘verde’ che potrà rappresentare la nuova frontiera dell’industria regionale, ma anche un modello di valore nazionale ed internazionale”.

In base a tutto ciò, la presidente ancora una volta ha auspicato l’evoluzione positiva della trattativa tra Basell e Novamont. “Grazie ad una serie di esperienze che in questa area sono già state avviate in chiave di ‘green economy’ – ha affermato – si potrà realizzare quel progetto di riconversione industriale in grado di reggere prima di tutto le inevitabili trasformazioni industriali che la crisi economica sta imponendo, ed in secondo luogo si potrà dare vita ad un vero e proprio distretto con al centro le nuove produzioni industriali da chimica verde, conservando così anche il carattere essenzialmente manifatturiero della nostra industria”.

In questa direzione, ha inoltre ricordato, va la stessa Europa con diversi stati che da anni spingono verso riconversioni industriali compatibili. “Una strategia – ha aggiunto – che si farà sempre più stringente in vista degli obiettivi di ‘Europa 2020’, indirizzati appunto verso politiche industriali sempre più ‘green’. L’industria del futuro – in conclusione – sarà sempre più marcatamente verde ed ogni processo di riorganizzazione e riconversione industriale sarà tanto più efficace quanto più saprà cogliere questo obiettivo. Per fortuna in Umbria, in questo, non partiamo da zero ed abbiamo tutte le premesse per poter vincere, insieme, questa sfida”.

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  • Sergiocardinalitr

    ora che la teoria è stata oramai ampiamente dibattuta, è ora di produrre i fatti, in quanto i lavoratori sono fuori dalla fabbrica e il sitema complessivo vacilla. le aziende mostrino coraggio e propducano progetti, le istituzioni mettano a disposizione risorse e strumenti, ed il governo nazionale inizi a guardare anche a come dare lavoro alla gente pittosto che accanirsi sui diritti fondamentali. se è vero che la green economy è una opportunità per l’Italia dimostratelo!!!!!!