Cenoni natalizi e dell’ultimo dell’anno: come sopravvivere alle abbuffate

Come si fa a resistere a una golosa insalata russa, a una corposa porzione di tacchino ripieno, a una fetta di panettone magari arricchita di un po’ di crema? Impossibile, dicono già molti in vista di pranzi e cene per scambiarsi gli auguri delle festività di dicembre. Ma l’eccessiva “indulgenza” perché arriva il Natale (o il fine settimana, l’occasione speciale) è al primo posto nella classifica dei pretesti più comuni per lasciarsi andare a tavola stilata dall’American Heart Association: un elenco di scuse più o meno fantasiose che però, una per una, vengono “smontate” dagli esperti statunitensi. A chi è tentato da un eccesso di indulgenza a causa delle festività, ad esempio, consigliano di pianificare menu buoni, ma sani almeno quando è il nostro turno per ricevere parenti e amici: via libera a dolci arricchiti di frutta secca e a piatti in cui sia “nascosta” una bella dose di verdure.

LIMITARE I DANNI – Andrea Ghiselli, nutrizionista e ricercatore del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) di Roma, commenta: “Cerchiamo però di non mortificarci troppo: durante le feste qualche strappo alla regola bisogna concederselo, ma con qualche trucco si possono limitare i danni. Per esempio, iniziare i pasti con piatti di verdure, come insalate miste o finocchi conditi in maniera semplice, aiuta a ridurre le porzioni delle portate successive e più caloriche”. “Il problema dei piatti delle feste peraltro – continua Ghiselli – non si riduce alle tante calorie, spesso sono specialità ricche di grassi e sale: assaggiarne piccole quantità è il modo migliore per non far male a linea e salute, cercando di essere moderati anche con l’alcol di vini, spumanti e champagne. Inoltre, i momenti di festa tutto sommato non sono tanti: gli stravizi si possono recuperare facilmente scegliendo piatti leggeri e a base di verdure nei pasti non conviviali, ad esempio pranzando con un’insalatona prima della cena della Vigilia”. “E attenzione agli avanzi: spesso per consumarli vengono di nuovo conditi, se per di più sono piatti già elaborati in partenza meglio lasciar perdere” aggiunge Ghiselli.

SCUSE IMPROBABILI – La scusa di festeggiare gozzovigliando non è però l’unica a minare i buoni propositi. C’è chi mangia per il troppo stress, e in tal caso gli statunitensi suggeriscono di provare a rilassarsi facendo sport; c’è chi dopo aver sgarrato con una portata molla del tutto “gli ormeggi” e non resiste agli altri piatti, ma secondo gli esperti bisognerebbe pensare a come rimediare, piuttosto che all’errore commesso. C’è poi chi si racconta che inizierà la dieta “domani” e per “oggi” si abbuffa, ma anche in questi casi meglio iniziare, pian piano, a fare scelte salutari in ogni occasione possibile. Altro classico pretesto: dire di non amare le verdure o di non aver tempo per prepararle. “La tradizione italiana è piena di ricette ottime a base di vegetali, dalla pasta con i broccoli alle zuppe di legumi. Non sono punitive per il palato e sono ottime fonti di fibre, vitamine e sali minerali a fronte di poche calorie – ricorda Ghiselli -. Pulire la verdura non richiede ore, se si scelgono preparazioni semplici; per chi ha i minuti i contati ci sono le insalate in busta o altri ortaggi pronti al consumo, validi anche se più costosi”.

I NOSTRI PUNTI DEBOLI – Che dire a chi è sanissimo e quindi non vuole rinunciare a intingoli e caloriche prelibatezze? “Chi non ha problemi di peso, glicemia o colesterolo può permettersi qualcosa in più a tavola, ma questo non è un via libera assoluto: il conto può arrivare dopo anni ed essere salato – spiega il nutrizionista. Conoscere le giustificazioni con cui ci ‘autorizziamo’ a non seguire una dieta sana è tuttavia essenziale: solo così si possono prendere iniziative per contrastare i nostri impulsi. Chi, ad esempio, sa di non riuscire a mangiare poco di un piatto una volta che l’ha assaggiato, può concentrarsi per migliorare l’autocontrollo e capire che in certi casi è meglio astenersi del tutto. Non è facile, ma sapere quali sono i nostri punti deboli è davvero utile per una sana alimentazione” conclude Ghiselli.

Fonte: Corriere della Sera

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