Centrale biomasse Arrone, il comitato ”Salviamo la Valnerina” ricevuto in Regione

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palazzo-cesaroni-sede-regione-umbria“Riaprire la discussione sul regolamento regionale relativo alle energie rinnovabili; creare le condizioni per un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle scelte; definire una nuova programmazione energetica regionale che tenga conto della salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e sostenibilità; stabilire criteri vincolanti per l’individuazione delle aree”. È quanto hanno chiesto i rappresentanti del comitato “Salviamo la Valnerina” Matteo Bartolini (presidente), Enrico Latini e Marsilio Francucci ascoltati mercoledì, su loro stessa richiesta, dalla seconda commissione consiliare presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, per chiedere di “verificare la legittimità del percorso autorizzativo che ha portato alla costruzione, ad Arrone, della centrale ad oli vegetali, i cui lavori sono fermi da giugno e quindi non ancora messa in funzione”.

“Grande disponibilità” – come riportato in un comunicato della Regione – è stata espressa da tutti i componenti dell’organismo di palazzo Cesaroni i quali, pur sottolineando oggettive difficoltà per poter intervenire sul caso specifico, perché ogni eventuale intervento di modifica normativa non potrebbe essere comunque retroattivo, hanno invitato il presidente Chiacchieroni a convocare, a breve, l’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti per avere dettagliatamente chiara la vicenda per quanto concerne i vari passaggi autorizzativi. Se questo non fosse sufficiente, la Commissione chiamerà in audizione la Provincia di Terni e lo stesso Comune di Arrone.

Bartolini, dopo aver puntato il dito contro decisioni che, di fatto, “contrastano con la vocazione della Valnerina; non vanno nella direzione dell’interesse pubblico; danneggiano l’ambiente ed il territorio”, ha rimarcato la “inutilità e la pericolosità della centrale ad olio vegetale, ultimo degli scempi che ci siamo trovati inconsapevolmente sulle spalle. La Centrale – ha puntualizzato – è stata costruita a pochissima distanza dall’area regionale protetta del Parco fluviale del Nera, a soli sei chilometri dalla Cascata delle Marmore”. Nell’evidenziare che “una volta attiva, la centrale emetterà nell’atmosfera, ogni anno, 76 milioni di metri cubi di fumi”, e che “per funzionare avrà bisogno di 2100 tonnellate di olio, determinando ulteriori problemi legati all’approvvigionamento, alla qualità, al loro reperimento e quindi al trasporto”, dopo aver elencato problemi attinenti alla salute dei cittadini, ha tenuto a precisare che “il proliferare di questi impianti molte volte è determinato soltanto dalla presenza di importanti incentivi economici e spesso contrasta con le stesse logiche di mercato. Questo dovrebbe promuovere una seria riflessione sulla scelta della tipologia di energia da preferire all’interno delle energie rinnovabili”.

Nel dibattito seguito all’audizione, in cui hanno preso la parola, per il Comitato, anche Latini e Francucci, sono intervenuti tutti i consiglieri regionali presenti. Paolo Brutti (Idv) ha auspicato che vengano approfondite attentamente le problematiche emerse attraverso una relazione dettagliata dell’assessore Rometti: “È importante capire cosa sta accadendo realmente nel nostro territorio regionale”. Per Raffaele Nevi (FI), “ben venga l’audizione con l’assessore, anche se è chiaro che diventa praticamente impossibile ormai intervenire su questo caso specifico, perché anche di fronte a modifiche normative, non sarebbero comunque retroattive. Ci troviamo in un meccanismo in cui la Giunta regionale ha fissato, per quanto riguarda le fonti rinnovabili, obiettivi che non sono stati raggiunti. Tuttavia sarebbe importante rivedere il regolamento guardando al futuro”.

“Purtroppo oggi – ha detto Orfeo Goracci (Comunista umbro) – le istituzioni e la politica prestano attenzione soltanto a chi decide di investire, l’eventuale speculazione viene messa in secondo piano. La situazione di Arrone è comune a molte altre realtà umbre. Si guarda agli incentivi senza coinvolgere i cittadini nelle scelte. I sindaci hanno poteri importanti in fatto di autorizzazioni. Le centrali sono state realizzate soltanto dove c’è stata la compiacenza dei Comuni. Come Regione non abbiamo tenuto nella giusta considerazione le peculiarità dell’Umbria. Il Regolamento ed alcune sue previsioni sono una follia rispetto alla salvaguardia del territorio”.

Per Alfredo De Sio (Fdi), “in Umbria, questioni come questa nascono quotidianamente. Siamo di fronte ad una materia più volte modificata a livello regolamentare, senza mai capire, però, le reali esigenze del territorio. Le preoccupazioni dei cittadini di Arrone, e non solo, sono condivisibili. Grandi responsabilità appartengono all’amministrazione comunale. Per la collocazione di impianti di questo tipo è fondamentale intervenire con lo strumento urbanistico attraverso il quale viene pianificata la programmazione del territorio”.

“Questa vicenda – ha affermato Manlio Mariotti (Pd) – mi ha colpito al pari dell’altra, riguardante il parco eolico sul Monte Peglia. Dobbiamo riuscire a mettere i giusti correttivi al programma della produzione di energia da fonti rinnovabili. Dobbiamo lavorare affinché non vadano ad aumentare i pregiudizi dei cittadini. È chiaro che sono necessari accorgimenti. In Italia, purtroppo, gli incentivi non sono stati governati. Abbiamo prodotto i ‘mercanti delle autorizzazioni’. Oggi è necessaria una verifica sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Serve un monitoraggio preciso su quanto è successo e stabilire una linea precisa che porti al nuovo Piano energetico regionale. Grandissima importanza riveste la partecipazione attiva dei cittadini”.

Gianfranco Chiacchieroni ha concluso la riunione sottolineando che la discussione scaturita dall’audizione “esprime la giusta dimensione dell’argomento. Sono necessari aggiustamenti sul regolamento, da fare in corso d’opera”.

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