Comitato Terni con il Lazio: ”In un mese raccolte 2150 firme per il referendum”

Presto i ternani saranno chiamati alle urne per votare la permanenza in Umbria o il passaggio nel Lazio. Il Comitato promotore “Terni con Perugia o con Roma? Referendum” annuncia infatti di aver tagliato il traguardo delle 2150 adesioni. “Presumibilmente entro fine agosto saranno superate le 2500 necessarie per la richiesta di indizione della consultazione territoriale ai sensi dell’articolo 132 della Costituzione” aggiunge.

Il presidente del Comitato, Andrea Liberati, traccia un bilancio del primo mese di raccolta firme. Ecco il suo comunicato:

“VOLONTARI

I vari volontari che si sono alternati ai diversi banchetti, unitamente agli autenticatori, hanno fin qui donato alla comunità almeno 400 ore del loro tempo personale, motivati non solo dal desiderio di far esprimere i cittadini su un tema delicatissimo quale la collocazione e le future alleanze strategiche di Terni, ma anche dalla tenace volontà di contribuire ad accrescere la partecipazione democratica della nostra comunità.

CLIMA

La raccolta firme è tuttora condotta in condizioni climatiche estreme: nei giorni 27 e 28 luglio la temperatura esterna nel centro di Terni –laddove si trova il principale tavolo referendario- ha raggiunto rispettivamente i 39 e i 40°C, senza comunque mai scendere sotto i 35°C, eccetto il 23 e 24 luglio.

BLITZ EXTRACOMUNALI

L’acquisizione delle adesioni è stata eccezionalmente realizzata per tre sere anche fuori Comune presso la sagra della Ciriola Copparola, in quel di Coppe di Stroncone.

FORO BOARIO

Grazie anche all’afflusso considerevole di persone, la raccolta firme al Foro Boario ha registrato il picco massimo mensile: fino a 50 sottoscrittori l’ora nelle tre occasioni in cui il Comitato vi si è recato, con un decremento nella mattina di martedì 14 agosto, quando il mercatino è stato anticipato di un giorno per non farlo coincidere col Ferragosto.

DICHIARAZIONI IN LIBERTA’

Chi aderisce alla richiesta di referendum territoriale lo fa anche con ragioni originali. C’è chi sostiene che “solo così può esser bloccato lo strapotere vessatorio contro Terni di certi amministratori”, ma pure chi dichiara “firmo perché in questo modo anche Perugia si renderà conto di cosa significhi esser soggiogati da qualcuno: loro finiranno sotto Firenze”. Parole dure, ma un tale esito, Terni nel Lazio, Perugia in Toscana, è quello che vedeva la Fondazione Agnelli già vent’anni fa per via delle disfunzionalità economico-finanziarie di una Regione priva di dimensioni adeguate: e dunque dopo aver voluto qui tre inceneritori, dopo averci donato l’ospedale più vecchio dell’Umbria, una ASL sul punto di essere scippata, dopo la sorprendente coralità anti-Terni dei sindaci confinanti con la nostra morente provincia, dopo aver dimenticato la centralità industriale di Terni in Italia, è prevedibile una riflessione forte da parte dei ternani sul dare-avere di questi 40 anni di regionalismo umbro. Non ha infatti perso una parte politica o l’altra: siamo dinanzi al fallimento di un’intera Regione, sempre meno solidale e sempre più isola senza mare, a partire dalla negletta Terni”.

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