Comune di Terni, bilancio 2013: opposizione presenta esposti a Corte dei conti e Procura

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Palazzo SpadaMercoledì scorso il Consiglio ha approvato il bilancio 2013 del Comune di Terni e, come annunciato, due consiglieri di opposizione hanno presentato un doppio esposto alla Corte dei conti. Si tratta di Paolo Crescimbeni e Marco Cecconi che ritengono ci siano “troppe ombre” nel consuntivo. Il consigliere Enrico Melasecche annuncia inoltre un esposto alla Procura della Repubblica.

CRESCIMBENI-CECCONI I consiglieri Crescimbeni e Cecconi scrivono in un comunicato: “Lo avevamo già preannunciato quindici giorni fa in conferenza stampa. Era un’ipotesi esplicitamente prefigurata anche nel parere legale dell’avvocato professor Caforio sulla relazione dei Revisori dei conti. Lo avevamo poi espressamente anticipato anche in occasione del serrato dibattito che si è sviluppato sia in commissione che in aula mercoledì scorso. Nel bilancio consuntivo 2013 del Comune di Terni ci sono troppe ombre, fotografate innanzitutto nelle censure mosse al rendiconto proprio da parte dei Revisori dei conti nella loro relazione. I Revisori (invitati ad essere più coerenti dall’Avvocato Caforio) non hanno inteso rivedere la propria posizione. I consiglieri comunali di maggioranza (che magari sperano nel ‘paracadute’ di una polizza assicurativa stipulata ad hoc…) alla fine hanno approvato il consuntivo, sia pure perdendo alcuni pezzi per strada. Ma loro stessi di fatto si sono autoaccusati, approvando anche un atto di indirizzo con il quale impegnano il sindaco e la giunta a porre rimedio alle magagne del consuntivo-2013 almeno in sede di previsionale-2014. Troppo tardi: dopo aver cercato di evitare l’approvazione del rendiconto-2013, ora abbiamo dato mandato ad un legale (si tratta ancora una volta dell’Avvocato Professor Giuseppe Caforio), affinché trasmetta direttamente l’ultimo bilancio consuntivo del Comune di Terni alla Corte dei Conti, con un doppio esposto: alla sezione giurisdizionale e alla sezione-controllo, in modo che vengano valutate le possibili censure contabili ed i possibili profili di danno erariale”.

CECCONI Marco Cecconi ieri in una nota personale ha scritto: “Abbiamo fatto le pulci al consuntivo, voce per voce e abbiamo comunicato le nostre riserve all’opinione pubblica con una conferenza-stampa. Abbiamo ponderato tutta la gravità delle censure mosse al consuntivo da parte dei Revisori dei conti. Abbiamo chiesto ad un insigne giurista se, a fronte di queste censure, avesse un senso il parere favorevole espresso alla fine dai Revisori. Abbiamo acquisito dal giurista un parere pro veritate: no, i Revisori non avrebbero dovuto trarre quelle conseguenze dalle loro stesse premesse. Abbiamo trasmesso il parere del giurista (l’avvocato professor Giuseppe Caforio) ai Revisori invitandoli a rivedere la propria posizione. E lo abbiamo trasmesso anche a tutti i consiglieri comunali invitandoli a valutare di quali responsabilità si sarebbero caricati, approvando quel consuntivo. Abbiamo incalzato la Giunta per quattro giorni in commissione. E poi abbiamo ribadito e argomentato a gran voce il nostro ‘no’ in Consiglio comunale. Il consuntivo è stato approvato ma con una maggioranza risicata e molta preoccupazione. L’Amministrazione-Di Girolamo ha fatto autogol. E (l’hanno capito bene) niente sarà più come prima. Fine del primo tempo. E adesso (in attesa di chiedere l’insediamento di una commissione speciale, in attesa del bilancio di previsione-2014 che a settembre dovrà passare al nostro vaglio) inizia il secondo round. Perché trasmetteremo il consuntivo 2013 alla Corte dei Conti chiedendo alla magistratura contabile di fare quella chiarezza e accertare quelle responsabilità che il PD & C. hanno creduto per ora (senza riuscirci) di poter evitare”.

MELASECCHE Il consigliere comunale Enrico Melasecche ipotizza anche un reato penale: quello di falso ideologico. Scrive Melasecche: “Sono anni che abbiamo richiamato la Corte dei Conti al proprio dovere di giudice contabile per le operazioni azzardate su BOC e finanza derivata, per gestire operazioni di clientelismo politico e sprechi. Abbiamo avuto ripetutamente conforto nelle nostre tesi perchè numerosi provvedimenti sono seguiti. Né è servito in molti casi procurarsi ombrelli assicurativi nell’illusione di poter così votare, con colpa, a nostro parere ancor più grave, bilanci così taroccati. Anzi, tali comportamenti sono l’ulteriore prova, se ve ne fosse bisogno, di un voto dato ‘per esigenze partitiche’. Dichiarammo anche che far quadrare artificiosamente tali bilanci con partite del tutto inesistenti, come le vendite inventate di sana pianta degli immobili di Colle dell’Oro ed il Chiostro di S. Pietro, equivalesse alla vendita da parte di Tot della Fontana di Trevi.

Grazie al nostro coraggio il Comune oggi elimina simili porcherie, azzerando molto tardivamente quei crediti inesigibili, ma dopo aver forzato la quadratura per anni, salvavando la faccia del patto di stabilità ma non di certo la sostanza. Così è accaduto con i debiti fuori bilancio nei confronti dell’ASM. Abbiamo per sempre sottolineato, dico sempre, che il buco principale stava proprio nei residui attivi, che tali non erano, ma una marea di carta straccia per decine di milioni, a fronte della quale nessuna società privata per il recupero crediti avrebbe pagato più di una manciata di euro. Un inganno evidente. Quest’anno il giudizio di controllo è ancor più severo, anche perchè in fase assestamento di fine novembre 2013 formalizzammo agli stessi Revisori le osservazioni che oggi fanno proprie, sebbene traggano conclusioni da don Abbondio. Il Manzoni osserva che il coraggio, se uno non ce l’ha, di certo non può darselo.

Una osservazione su tutte fotografa plasticamente la situazione. Se per ipotesi l’Azienda Comune di Terni, fosse oggi sottoposta a liquidazione, gli incaricati del Tribunale rileverebbero un buco fra entrate ed uscite che ammonta, con matematica certezza, ad una cifra enorme come detto di circa 20/30 milioni di euro. A nulla valgono le parole, strumentali, dell’assessore che il Comune non potrebbe defalcare crediti il cui titolo giuridico sussiste ancora, come le decine di migliaia di ammende del codice della strada risalenti a molti anni fa, perché nessuno ha preteso ci ma solo la creazione a latere di un fondo svalutazione crediti che il Governo Monti introdusse, anche se per una percentuale del tutto inadeguata del 25%.

Perché il Comune non lo integra, rendendolo congruo, ben oltre tale percentuale, ma spergiura di volerlo fare in futuro, rendendosi conto della validità delle critiche mosse? Semplicemente perché non ha i fondi per farlo e la conseguenza immediata sarebbe la dichiarazione di fallimento perché emergerebbe formalmente ciò che nella sostanza è già evidente a tutti. Cadrebbe la Giunta, verrebbe un commissario, si andrebbe a nuove elezioni.

Grave però che i revisori dei Conti si limitino a fidarsi delle promesse da marinaio che da anni l’inquilino di Palazzo Spada recita ma puntualmente rinnega l’anno successivo. Un bilancio è cosa seria, è la fotografia reale della salute della città, non una somma di giaculatorie vaghe e di fantasiosi futuri ravvedimenti. Abbiamo ricordato ai Revisori che, per definizione, non sono confessori misericordiosi che danno l’assoluzione con un Pater Ave Gloria, ma controllori rigorosi pagati per fare professionalmente quel lavoro.

La nostra analisi si spinge però oltre in quanto riteniamo che comporre un bilancio pubblico, sapendo di mentire, votarlo facendo gli scongiuri, comporta un reato che molte procure hanno individuato nel falso ideologico ed è per questo che chiediamo alla Procura della Repubblica di Terni di esercitare il proprio ruolo anche se, a nostra memoria, tale reato sembra non far più parte del codice penale della Conca derivando una sorta di impunità per il falso in bilancio pubblico.

Siamo ben felici che a tali conclusioni rigorose altri consiglieri di opposizione faranno seguire le proprie azioni, anzi come in passato sollecitiamo tutti a farlo, aggiungendo ognuno del proprio in una battaglia di trasparenza e di civiltà”.

CRESCIMBENI Il consigliere Paolo Crescimbeni su Facebook fa alcune precisazioni in merito all’iniziativa congiunta con Cecconi: “Riguardo all’esposto presentato alla Corte dei conti sul consuntivo di bilancio 2013, voglio precisare che nella mia attività politica, non ho mai fatto per me né per cause a me riconducibili una sola denuncia penale. Esiste però una giustizia contabile, la Corte dei conti, obbligatoriamente preposta al controllo e alla sanzione ove occorra, che opera in automatico sui conti pubblici, cioè sui nostri soldi, se vengono bene amministrati oppure no, se qualcuno si approfitta oppure no.

Affinché questi organi di controllo e di giustizia, non ascoltino una campana sola è dovere morale e non solo di ogni cittadino, specialmente di chi riveste cariche elettive, supportare al massimo tali sacrosante funzioni dello Stato. Se così non fosse stato, dalle scandalose spese dei gruppi regionali fino a Telegalileo di casa nostra, sarebbe rimasto tutto sotto la cenere.

Più rubano e più aumentano le tasse, più malgovernano e meno i cittadini hanno servizi, più la politica glissa e più la gente si allontana dalla buona politica. Non ho fatto dunque denunce penali di alcun tipo ma, con una qualificata assistenza tecnica, ho esposto alla Corte dei conti circostanze sottaciute o sottovalutate dalla nostra amministrazione in ordine al bilancio consuntivo 2013.

Qualcuno ricorda un mio slogan elettorale: ‘io non scendo a compromessi’. Mica scherzavo! Coerentemente cosi ho fatto e così intendo seguitare a fare. Sono certo che tutti saranno d’accordo con me che la buona politica si fa nelle aule, nelle piazze e supportando gli organi dello Stato e segnatamente quelli preposti ad una corretta contabilità delle risorse pubbliche. Quando c’è cattiva politica in giro, e credetemi ce ne è tanta, i cittadini hanno il diritto e alcuni anche il dovere di alzare il cartellino rosso. Rispetto ogni opinione ma rispetto di più gli interessi della comunità e i principi del nostro ordinamento

I conti, i nostri soldi devono essere in regola e se non lo sono e se qualcuno dice in aula…in fondo è sempre stato così (ma vi rendete conto?), io porto all’esame di chi è pagato per farlo tutto quanto gli amministratori hanno colpevolmente sottaciuto. Sennò tutto sarebbe finito a tarallucci e vino.

Siamo in ballo e balliamo. Questi Terni la stanno ammazzando ogni giorno. Io non ci sto. Anche se questa frase mi ricorda un personaggio che non ha illustrato la storia d’Italia. Ma la lingua italiana è di tutti e almeno quella non ce la possono rubare!”

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  • frank

    A leggere tutto questo e cio’ che ha preceduto questi fatti viene lo sconforto. Ma perche’ a Terni risulta tutto complicato? Ci saranno delle regole da rispettare? E allora!!!

    • memme

      le regole sono per la gente comune e valgono solo in un paese onesto e democratico …. in Italia c’è una dittatura di fatto.

  • tagliola

    spero vivamente che la magistratura contabile metta mano alle porcate di questa giunta comunale ( come quelle che da 60 anni inquinano palazzo Spada) e che finalmente qualcuno dei compagni di merende finisca dietro le sbarre . peccato che per i reati contro la PA non si applichi il 41 bis …..