Consiglio regionale approva riforma sanità: Terni potrebbe perdere sede Asl

Ieri sera il Consiglio regionale dell’Umbria ha approvato il disegno di legge della Giunta sul riordino del sistema sanitario umbro: 17 voti favorevoli (Pd, Psi, Prc, Idv, Comunista umbro, Marini per l’Umbria), 2 contrari (Zaffini e Valentino) e 9 astenuti (Cirignoni, Brega, Nevi, Smacchi, Monacelli, Barberini, Mantovani, Rosi, De Sio). Lignani Marchesani ha annunciato la sua non partecipazione al voto “perché nel provvedimento e nel dibattito, tra le altre cose, non si è tenuto conto del policentrismo dell’Umbria”; affermazione che probabilmente deriva dalla delusione per la perdita della sede Asl della sua Città di Castello.

Con la riforma le sedi Asl vengono infatti dimezzate passando da quattro (Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello) a due. La dislocazione delle due sedi sarà decisa nelle prossime settimane, in totale autonomia dalla Giunta regionale, dopo aver sentito il parere non vincolante della conferenza dei sindaci. Bocciato l’emendamento n.1054 che prevedeva, nel caso la Provincia di Terni fosse abolita, che “le sedi legali delle nuove aziende unità sanitarie locali debbano essere individuate nelle città più grandi dal punto di vista demografico”. In sostanza l’emendamento in questione prevedeva che, se l’ente provinciale ternano non fosse salvato, Terni avrebbe almeno mantenuto la sede Asl. Tale proposta non è passata e, probabilmente, il risiko degli enti potrebbe partorire questa situazione: una sede Asl sarà dislocata a Perugia, l’altra a Foligno mentre a Terni spetterà la sede dell’unica Provincia umbra. Si tratta però di ipotesi.

Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, il 18 ottobre scorso aveva scritto una lettera al Consiglio regionale, spiegando l’importanza di mantenere Ospedale ed Asl a Terni (qui l’articolo). Ora il primo cittadino si dice soddisfatto della riforma votata, riponendo forse fiducia nella decisione che dovrà prendere la Giunta regionale. In una nota Di Girolamo scrive: “Esprimo soddisfazione per la legge regionale di riforma della sanità ieri definitivamente approvata dal consiglio regionale, perché si tratta di uno strumento che consentirà di far crescere, anche a Terni, ulteriormente un servizio regionale che è già in testa alle classifiche nazionali. La riforma sarà capace di coniugare esigenze di razionalizzazione, eliminazione dei doppioni e nello stesso tempo di sviluppare la qualità delle risposte ai cittadini”.

“Il costante ammodernamento di un servizio di primaria importanza, come quello sanitario, il principale servizio delegato alle regioni – continua Di Girolamo – è da sempre una caratteristica dell’Umbria che la vede ai primi posti nella classifica dei costi/ qualità. Ora ci sono i presupposti di ulteriore crescita anche nell’ottica di punto di riferimento per gli utenti provenienti dalle altre regioni. In questa ottica Terni vede confermato il suo ruolo e per la nostra città è senza dubbio positiva la trasformazione dell’azienda ospedaliera in azienda ospedaliera universitaria integrata, così da essere più efficiente nelle prestazioni ai cittadini, intensificando i legami con l’università e la ricerca che già a Terni vede eccellenza con valenza internazionale. Ringrazio la presidente Marini, l’assessore Tommassoni, il Consiglio regionale nella sua interezza per il lavoro svolto, per i contributi che sono arrivate da tutti i gruppi politici. Si apre ora la fase dell’attuazione e dell’integrazione che richiede che si mantenga alta l’attenzione per costruire, tramite percorsi partecipati e democratici, le soluzioni più idonee a dare risposte all’esigenza di salute dei nostri concittadini nel pieno rispetto della dignità dei territori”.

Il segretario di Uil Terni, Gino Venturi, propone invece una lettura completamente diversa da quella del primo cittadino intravedendo nella riforma, l’ennesimo schiaffo della Regione alla città di San Valentino. “Ribellarsi non solo è giusto ma è diventato un vero e proprio dovere civico per i ternani” è il commento di Venturi, contrario soprattutto per l’emendamento n.1054 bocciato. Per il segretario Uil “a Terni neanche la sede ASL, neanche se dovessero portare via la Provincia. Una posizione che non trova alcuna giustificazione, sotto qualsiasi angolatura la si guardi. E’ francamente troppo, dopo gli schiaffi già presi da una Regione matrigna che ci lascia solo la Tevere-Nera e gli inceneritori ma ci porta via la facoltà di Scienze Politiche, lascia solo noi senza una struttura ospedaliera adeguata, ci umilia da anni”.

La UIL promuove quindi “una forte ed incisiva mobilitazione cittadina” e per organizzarla indice presso la propria sede in via Pacinotti 34 un’assemblea pubblica per le ore 16,30 di venerdì 16 novembre.

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