Terni, Corte dei conti indaga su rimborsi spese di 4 consiglieri comunali: falsità per incassare più soldi

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Non solo omissioni di scontrini ed evasioni fiscali di privati cittadini. Questa volta la guardia di finanza ha buttato un occhio sui rappresentanti dei ternani a palazzo Spada scoprendo fatti interessanti. Talmente interessanti che la Corte dei conti dell’Umbria ha avviato un’indagine su presunte irregolarità nella riscossione dei rimborsi delle spese di viaggio per la partecipazione alle attività istituzionali percepiti da quattro consiglieri del Comune di Terni.

Dalle verifiche svolte dalle fiamme gialle è emerso che un consigliere di opposizione, ad un anno circa dall’insediamento dell’incarico, ha cambiato la residenza anagrafica da Terni a un comune fuori regione dove ha la disponibilità di un immobile, chiedendo poi il rimborso della relativa tratta. Per gli investigatori si tratterebbe di una residenza fittizia per beneficiare del rimborso, in quanto – secondo gli accertamenti – il consigliere avrebbe mantenuto domicilio e interessi a Terni. L’esponente dell’opposizione non avrebbe comunque incassato i 600 euro maturati, né chiesto altri rimborsi.

Un consigliere di maggioranza avrebbe invece richiesto il rimborso delle spese di viaggio affrontate giornalmente per recarsi a Roma, dove lavora come dipendente pubblico. L’uomo ha incassato circa 1.500 euro che – secondo le fiamme gialle – non gli spettavano, sia perché residente a Terni, sia perché pur lavorando fuori sede, il suo centro degli interessi è la città umbra. In questo caso per il danno erariale sono stati chiamati in causa non l’interessato, ma i dirigenti del Comune che, secondo la gdf interpretando in modo non corretto la norma, hanno comunque disposto che venissero corrisposte le somme.

Dagli accertamenti è anche emerso che un terzo consigliere comunale di maggioranza residente fuori città ha invece dichiarato di percorrere un numero di chilometri superiori a quelli effettivi.

Infine un quarto consigliere di maggioranza è risultato essere già a Terni e non nel luogo di residenza dichiarato nei giorni di consiglio comunale, percependo così indebitamente 200 euro. Inoltre, pur avendo la residenza in un’altra località fuori regione, di fatto – sempre secondo la finanza – ha il centro degli interessi lavorativi, familiari e sociali in Terni. Tremila euro la cifra che sarebbe stata in totale percepita dal consigliere ma non spettante.

Su questi fatti si esprimerà la Corte dei conti ma in attesa che si pronunci, l’impressione che si ricava da queste indagini è quella di una parte della classe politica locale predatoria, interessata ad arrotondare le entrate personali con espedienti da azzeccagarbugli.

 

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