Cospea, Melasecche elenca i motivi per non costruire il cavalcavia che ”favorisce privati e danneggia città”

Il cavalcavia che dovrebbe essere costruito in via Alfonsine è un’opera che “favorisce interessi privati ma danneggia pesantemente sia quelli del quartiere che quelli generali della città”. A pensarla così è il consigliere comunale Enrico Melasecche che sposa quindi in pieno la causa del Comitato No Cavalcavia formato da cittadini della zona interessata. In un’interrogazione al sindaco, l’esponente dell’Udc critica punto su punto il progetto, riscontrando una lunga serie di aspetti negativi.

Per Melasecche è “pura cattiveria la previsione di realizzare un cavalcavia in cemento armato in uno dei viali più belli della città, appunto via Alfonsine, alberato sia in entrambi i lati che al centro delle quattro corsie, con tigli adulti le cui chiome, oltre a caratterizzare in positivo tutta l’area, svolgono una funzione essenziale per quanto riguarda il contenimento di anidride carbonica e l’inquinamento acustico derivanti dal traffico incessante, scelta incomprensibile da un punto di vista tecnico e logico e giustificata solo e soltanto dai pesanti interessi in gioco che stridono fortemente con quelli della popolazione di quel quartiere oltre che di tutta la città che non intende vedere altri tagli indiscriminati di alberi adulti”.

Perché non costruire cavalcavia. Melasecche non si limita all’estetica ma scende in particolari più concreti: “L’imposizione di un innalzamento del piano stradale interessato da un elevato flusso di traffico:

1) rallenta in modo artificioso il flusso stesso costituto anche dagli autobus e dai mezzi pesanti che raggiungono le più vaste aree industriali cittadine poste nella ex IX Circoscrizione Collescipoli, dagli insediamenti della Polymer a quelli di Vocabolo Pantano oltre al Ponte Maratta Sabbioni nelle cui prossimità sorgono gli ultimi due inceneritori, quello di Terni Ena oggi ACEA e quello della Printer;

2) obbliga i motori ad un maggiore sforzo nella salita e nella discesa, con maggiori emissioni inquinanti e la produzione di maggior rumore;

3) alzando in modo artificioso il piano di scorrimento dei veicoli rende più pericolose le emissioni e più fastidioso il rumore nei confronti di coloro che abitano negli edifici circostanti, rispetto alla situazione odierna;

4) abbatte il valore degli immobili posti lungo l’asse stradale come è già accaduto ad esempio a Roma con la realizzazione delle Tangenziale Est nella parte sopraelevata;

5) appare incomprensibile quella scelta infausta, tutta politica nel senso più deteriore del termine, dell’Assessore all’Edilizia e all’Urbanistica e della Giunta che lo ha supportato, unitamente a quella dei dirigenti addetti, che, invece di far valere ragioni di professionalità, hanno evidentemente assecondato esigenze innominabili, vista l’assurdità di una pretesa del genere”.

Interessi privati. Il consigliere comunale ricorda anche che “a suo tempo, in occasione della discussione in I Commissione consiliare ed in quella successiva in aula abbiamo espresso con determinazione e chiarezza la nostra posizione fortemente contraria ad alcuni aspetti di un progetto che appariva, senza ombra di dubbio, voluto a tutti i costi da codesta Amministrazione a fronte di una trattativa riservata” precisando che “vari interessi coincidevano in questo caso: quelli del privato costruttore che, comprensibilmente, aveva interesse a realizzare una nuova grande superficie di vendita garantendo fin dalla fase progettuale alla stessa un flusso di clienti enorme, dalla struttura già esistente a quella in costruzione, per favorire guadagni elevati nella vendita e nella locazione dei singoli lotti immobiliari; quello di codesta Amministrazione, debolissima in quella complessa ed articolata trattativa, volta ad incassare una somma elevata e straordinaria dalla vendita di quell’area, con una fretta inusitata, entro la fine dell’anno, per coprire una grave situazione di bilancio pur di non dover dichiarare pubblicamente la realtà della situazione e il non rispetto del patto di stabilità; quelli di altri personaggi, interessati dalla cronaca cittadina e da vicende giudiziarie i quali gestivano, con proprio personale tornaconto, grazie però anche ad un comportamento della pubblica amministrazione tutt’altro che prudente e cristallino, l’insediamento di attività commerciali in quelle notevoli superfici a ciò dedicate dalle previsioni urbanistiche, superfici commerciali che continuano a proliferare nell’illusione che l’economia della città possa assorbirle all’infinito, senza conseguenze negative per le attività già esistenti anche in un centro ormai desertificato con conseguenze gravi per i lavoratori del settore”.

Alternative. Per Melasecche il cavalcavia avrebbe una valida alternativa cioè la realizzazione di “un sottopasso pedonale e ciclabile, illuminato, dotandolo di vetrine e tapis roulant” o “soluzioni alternative elementari utilizzate altrove con successo in stazioni ferroviarie, ecc, ogniqualvolta è necessario creare attraversamenti sotto il livello del terreno, rispetto ai vecchi sottopassi realizzati a Terni, bui, stretti, pericolosi sotto ogni punto di vista”. Inoltre il consigliere precisa anche che “nonostante la nascita di un Comitato No Cavalcavia che si batte con impegno affinché quella bruttura venga eliminata, optando l’Assessore verso le soluzioni proposte, architettonicamente più accettabili, nonostante la manifesta contrarietà di vari consiglieri comunali, l’atteggiamento dell’Assessore stesso appare incomprensibile nella sua pervicacia nel voler far realizzare un cavalcavia orribile, antistorico, visivamente impattante, ambientalmente inquinante, trasportisticamente antitetico rispetto ai criteri che presiedono alle scelte in materia di traffico”.

Interrogazione. Melasecche chiede al sindaco di spiegare “con risposta scritta urgente, quali sono le ragioni politiche e tecniche che imporrebbero quella sorta di monumento assurdo agli interessi privatissimi sottesi e come sia possibile che questa Amministrazione li sopravvalutati in modo così greve e con inusitata prepotenza rispetto a quelli generali di tutti i cittadini che si pretende debbano, nella futura via Alfonsine, salire e scendere da una sopraelevazione del piano stradale di centinaia di metri, come se le difficoltà del traffico che già esistono (i veicoli in molte ore del giorno scorrono a passo d’uomo su quella direttrice) abbiano bisogno di ulteriori artifici per peggiorare ed aumentare i tassi di inquinamento molto alti”.

Il consigliere chiede inoltre a Di Girolamo di “dare una risposta celere a tutti coloro che non intendono chinare la testa rispetto a questo modo di fare e che chiedono a gran voce l’opzione per un attraversamento interrato fra le due aree commerciali più consono agli interessi non solo dei residenti ma dell’intera cittadinanza come comprendono tutti coloro che, in buona fede, si sono interessati di questa vicenda”.

Infine chiede al primo cittadino “di avocare a sé la delega all’Urbanistica, come fu obbligato a fare il suo predecessore nei confronti dell’Assessore allora in carica, per fatti altrettanto incresciosi, in considerazione della pervicacia che sta dimostrando nella tutela di un progetto assurdo, tutela incomprensibile ai più, peraltro in una fase delicatissima di fine consiliatura in cui aumentano evidentemente le pressioni per conseguire comunque obiettivi non sempre trasparenti”.

Stampa