Crisi, diminuisce il numero di imprese nella provincia di Terni. Il bilancio della Camera di commercio

0

Battuta d’arresto per il sistema delle imprese nella provincia di Terni. Tra gennaio e dicembre 2011 è stato rilevato un numero di cessazioni (1.626) superiore a quello delle iscrizioni (1.422, il 64,% delle quali individuali), con una contrazione che non si registrava dal 2007. E’ il bilancio demografico annuale della Camera di commercio ad evidenziarlo.

Per quanto riguarda i settori maggiormente colpiti tutte le tipologie di attività registrano dati negativi: il commercio (-208), le costruzioni (-126) e l’industria (-107) registrano i dati peggiori, seguiti dal settore agricolo (-51) e da quello di alloggio e ristorazione (-49). Se nel 2011 sono diminuite le nuove iscrizioni rispetto all’anno precedente (nel 2010 erano state 1.636), hanno invece accelerato il passo le cessazioni, che nel 2010 si erano fermate a 1.407. Alla fine di dicembre la quota complessiva di aziende registrate alla Camera di commercio di Terni si è così attestata sul valore di 22.106 unità, rispetto alle 22.296 del 2010. Per quanto riguarda infine la forma giuridica delle imprese, sono le società di capitali a cedere maggiori posizioni: nel 2011 il saldo è infatti negativo di 102 unità, mentre nel 2010 si era chiuso con un saldo positivo di 219 nuove imprese. Contributo positivo è invece quello fornito dalle imprese individuali che chiudono il 2011 con 923 nuove iscrizioni a fronte di 914 cessazioni.

Secondo il presidente dell’ente camerale ternano, Enrico Cipiccia, “i dati sull’andamento delle imprese certificano una situazione di particolare difficoltà in linea con la pesante contrazione del mercato occupazionale e con la stagnazione del Pil. Particolarmente negativo – commenta ancora Cipiccia – è il dato sulla netta diminuzione delle società di capitale che, molto spesso, rappresentano strutture imprenditoriali caratterizzate da rilevanti volumi di fatturato e con un elevato numero di addetti. Occorre anche valutare con attenzione l’elevato numero di imprese individuali che potrebbe nascondere fenomeni di improvvisazione imprenditoriale”.

CONDIVIDI