Dalla e l’egocentrismo virtuale su facebook

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Con la scomparsa di Lucio Dalla non s’è ne andato solo un uomo, se n’è andato anche un pezzo di storia italiana del dopoguerra. Un’artista che è stato una delle leve cantautorali più importanti in Italia nei suoi cinquantanni di carriera. Ho voluto fare questa piccola premessa per farvi capire che chi scrive l’articolo è una persona che lo ha amato anche se non era uno dei suoi artisti preferiti.

Essendo un ragazzo che ha vissuto solo di riflesso le sue musicalità, non vivendo lo spirito e l’ardore dei suoi messaggi settantini e ottantini, mi trovo purtroppo a constatare qualcosa di obbrobrioso sui social network. E’oramai palese la militarizzazione informatica in atto nella società, come oramai è assunto che ognuno si senta in dovere e in diritto di ricordare qualsiasi persona scompaia “tanto pour rappeler”. Sembra quasi che ogni funerale sia diventata l’occasione giusta per tempestare i coglioni della gente con le hit del deceduto.

In questo sistema virtuale che per molti è vita sia lavorativa che affettiva ci troviamo ad essere inflazionati e devastati da invettive su chi scompare prematuramente. Vi fornisco due soluzioni per cavarvela d’impaccio. La prima è drastica la seconda ha riverberi spirituali.

Quella rapida e drastica è lanciare il computer dalla finestra. (consiglio da non seguire, ma è altresì un’abile scorciatoia mentale per chetare i manifesti funebri)

Quella metafisica è quella di andare in meditazione trascendentale e trasportarsi in un mondo in cui non è importante mettere il “mi piace facebookiano”. Quando scompare un artista, che ci manca veramente, possiamo arricchirci del suo essere tramite semplicissimi gesti di emulazione, che lo faranno vivere per sempre dentro di noi. Possiamo canticchiare le sue canzoni sotto la doccia, possiamo dedicare alla nostra ragazza una canzone a mo’ di serenata, possiamo fare un murales, insomma abbiamo una serie svariata di alternative su come celebrare la scomparsa del nostro mito. Ma oggigiorno un link modello epitaffio funebre è decisamente più cool e molto meno impegnativo di tante altre scelte.

Comunque questa forma di egocentrismo virtuale ha a che vedere con noi esseri umani che ci sentiamo in diritto e in dovere di mettere al centro dell’universo notizie o canzoni di artisti che prima non sentivamo mai. Una tendenza dell’individuo che invece non ricorda le vittime sul lavoro oppure le morti di denutrizione a mio modestissimo avviso i veri eroi di questi anni zero.

P.S. (Quanti lettori hanno condiviso per caso la notizia della morte del ragazzo che sistemava il palco della Pausini?)

Dopo la morte di Lucio Dalla  e dopo l’ennesima canzone postata su face book “Com’è profondo il mare” constatiamo amaramente la visione di alcuni tizi vestiti di nero e muniti di metro che si accingono in tutte le spiagge italiane alla misurazione della profondità del mare.

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