Diamo voce ai figli di genitori con un disturbo psichico”: A Terni nasce l’associazione Comip

Si chiama “Children of mentally ill parents” ed è la prima associazione italiana creata da e per i figli di genitori che soffrono di un disturbo psichico.

A Terni Comip nasce, e non a caso, il 20 novembre, nella giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, grazie all’impegno di Stefania Buoni e al prezioso supporto del Cesvol.

“Vogliamo puntare i riflettori sui bisogni dei figli di genitori che soffrono di un disturbo psichico, depressione, disturbo bipolare, schizofrenia – spiega la presidente, Stefania Buoni – rompendo il silenzio e il tabù che circondano questa tematica.

Anche se ogni situazione è diversa dalle altre, molti di questi figli assumono su di sé, sin dalla minore età, il ruolo di giovani con responsabilità di cura, spesso senza alcun tipo di supporto, rischiando di pagare un prezzo altissimo in termini di salute e di realizzazione personale.

Comip vuole contribuire a fare luce su questo fenomeno ancora sommerso in Italia, dando ai figli di genitori con un disturbo psichico una voce istituzionale ed un ruolo attivo per poter esprimere le proprie istanze e partecipare da protagonisti alla costruzione di misure che promuovano e favoriscano la prevenzione nella salute mentale, la lotta allo stigma ed il benessere psicofisico e materiale proprio e delle loro famiglie e delle generazioni future”.

Comip sarà presentata domenica 17 dicembre, alle ore 17, al Centro sociale “Guglielmi” di

Terni, in vico della Fontanella 29.

Sarà l’occasione per conoscere due esempi di buone pratiche italiane sul tema: il portale nazionale My Blue Box – Il Portale, coideato dalla presidente, Stefania Buoni, ed il progetto Da Semola a Re Artù, a cura dell’associazione Contatto Onlus di Milano.

A seguire la presentazione del romanzo “La trappola del fuorigioco” di Carlo Miccio, che racconta la storia di Marcello e del suo papà affetto da disturbo bipolare, ripercorrendo la storia dell’Italia dagli anni ad oggi e con il calcio totale di Johan Cruyff a fare da filo conduttore e potente metafora al racconto.

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