Donatori di sangue, Perugia batte Terni 52 a 35. Carenza di plasma, centri ternani aperti giorni festivi

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Il derby stavolta se lo aggiudica Perugia. Non si tratta di una sfida calcistica, ma di un’attività più nobile: la donazione di sangue. In Umbria l’indice di donazione (numero di unità donate per mille abitanti) è 47 e la pone al decimo posto in Italia (indice medio 42,5). All’interno della regione c’é però una notevole disparità tra le due province. L’indice della provincia di Perugia è 52 (il capoluogo si posiziona così ai primi posti delle province italiane), quello di Terni, che invece si pone agli ultimi posti, è 35.

Per cercare di mettere una pezza a tale tendenza, che rappresenta un problema cronico, il servizio trasfusionale di Terni insieme all’Avis e alla Provincia promuovono una raccolta straordinaria di sangue nei giorni festivi per permettere di donare anche a chi non può farlo in quelli feriali. La struttura ternana ed il centro di raccolta di Narni saranno aperti domenica prossima dalle 8 alle 9.30, mentre il 17 giugno, nello stesso orario, funzioneranno quelli di Amelia ed Orvieto.

“La carenza cronica – spiega il direttore generale dell’azienda ospedaliera “Santa Maria” di Terni Gianni Giovannini -, che non è soltanto di questi ultimi anni, per fortuna non penalizza i nostri pazienti in quanto attraverso la compensazione regionale si riesce a garantire tutte le richieste di sangue. Ogni anno ci vengono trasferiti dal centro di compensazione 500-600 unità, quelle che servirebbero per essere autosufficienti. Migliorare la raccolta é l’obiettivo che ogni anno, insieme alle associazioni dei donatori, ci poniamo”.

In questi ultimi anni, spiega ancora il Giovannini, ci sono stati dei miglioramenti “ma l’obiettivo è ancora lontano”. Quest’anno, nei primi cinque mesi, sono state raccolte solo 40 unità in più dello scorso anno. “Siamo quindi ancora molto lontani dai numeri prefissati” ribadisce il direttore generale dell’azienda ospedaliera. “La nostra speranza – conclude – è che l’iniziativa proposta possa aiutare a coinvolgere più persone possibili, anche nuovi donatori, per ridurre questa differenza con le provincia di Perugia e garantire un emocomponenti certo e sicuro ai nostri concittadini che ne hanno bisogno”.

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